Chiesa rupestre di Santa Lucia alle Malve
Nonostante il caldo che ti squaglia mentre attendi di entrare a Santa Lucia alle Malve, questa visita è d’obbligo, per la bellezza e per l’importanza storica del sito. Si tratta, infatti, della prima comunità monastica femminile dei Benedettini (tutt’ora sorge accanto a un monastero femminile benedettino).
La chiesa rupestre risale all’XI secolo ma, dopo che le suore si stabilirono nel monastero di Santa Lucia alla Civita, nel 1525, divenne in parte abitazione. Che si tratti di una chiesa dedicata a Santa Lucia lo mostra subito un calice contenente due occhi scolpito sulla facciata: un simbolismo tipico dell’iconografia di questa santa.
Mentre attendi di poter entrare, non puoi fare a meno di notare che la facciata, anche se realizzata con blocchi di tufo, sembra poggiare sulla roccia e infatti l’intera struttura si estende nelle grotte della parete rocciosa in cui è stata pazientemente scavata.
La dimensione dell’ambiente è di circa 16 metri di lunghezza per 13 di larghezza e si articola in 3 navate. Purtroppo, con il cambio di destinazione d’uso dopo il trasferimento delle suore, solo la navata di destra si conservò come luogo di culto, mentre il resto degli ambienti divenne abitazione e magazzino.
A separare le 3 navate ci sono ancora delle colonne sormontate da archi. Nel soffitto, in alcuni punti, vengono rappresentate delle finte cupole grazie allo scavo di alcuni cerchi concentrici nella roccia. Chiaramente, come avviene per quasi tutte le chiese rupestri, gli ambienti non sono simmetrici, e ciò avviene per le navate… ma forse è proprio parte del fascino di questo luogo.
Nella navata di destra, il 13 dicembre, viene ancora celebrata una messa dedicata a Santa Lucia.
Sopra la chiesa c’è una necropoli con tombe scavate nella roccia.
Per risparmiare qualche euro, vi consiglio di informarvi relativamente al “Biglietto per i 3 siti“, che comprende:
- La Madonna de Idris
- San Pietro Barisano
- Santa Lucia alle Malve
Potete acquistare il biglietto nella prima delle 3 chiese che visiterete, oppure andare direttamente sul sito della cooperativa “Oltre l’arte” a questo link.

Gli affreschi risalgono al XII secolo e molto sono tornati al loro splendore dopo il restauro del 1977.
Tra tutti, spicca la Madonna del Latte, realizzata nel 1270 dal Maestro della Bruna. Quest’opera, in particolare, rappresenta un’immagine molto preziosa perché non molto diffusa nel mondo cristiano, sebbene legata a un momento della vita di Gesù che ne traccia, oltre al carattere divino, un aspetto più intimo e materno della sua natura umana. Nel 1543, però, il Concilio di Trento emanò il decreto: “De invocatione, veneratione, et reliquiis sanctorum et sacris imaginibus” che conteneva indicazioni a proposito di una certa iconografia che ritraeva immagini di dubbio gusto per la morale dell’epoca. Tra le immagini incriminate c’erano quelle della Madonna con un seno scoperto, che in molto casi vennero distrutte oppure coperte con ritocchi successivi. In questo caso, il seno della Vergine è più piccolo e spostato di quanto dovrebbe essere anatomicamente, forse proprio per il pudore dell’artista.
Altro affresco degno di nota è l’Arcangelo Gabriele che calpesta un drago, datato 1250. Nell’immagine sono presenti riferimenti orientali (legati all’influenza Bizantina), come la croce greca che stringe nella mano.
A ricordare che il monastero era legato all’ordine benedettino sono gli affreschi dedicati a San Benedetto da Norcia e a sua sorella gemella, Santa Scolastica.
Sulla parete della navata destra è ancora visibile una grande rappresentazione dell’incoronazione di Maria da parte di Gesù. Mi piace pensare che questo faccia il paio con la Madonna del Latte, come se Cristo, nella Sua natura divina, avesse voluto ricambiare quel gesto d’affetto umano della sua mamma di tanto tempo prima. Intorno a loro ci sono alcuni santi che vi potrete divertire a riconoscere nella loro iconografia tipica.
Nella figura a destra si può vedere Giuseppe di Arimatea mentre sostiene il corpo di Gesù che viene deposto dalla croce prima di essere portato al sepolcro. Anche qui c’è la figura di Maria che lo accompagna nell’ultimo viaggio mortale, come a completare il ciclo umano iniziato proprio con l’allattamento.
Curiosità
La comunità monastica delle benedettine è legata da secoli alla storia e alla gente di Matera. Le suore cambiarono 3 sedi nel corso della loro storia:
- Santa Lucia alle Malve, nel Sasso Caveoso
- Santa Lucia alla Civita, nella parte bassa della Civita, a ridosso della Gravina
- Santa Lucia al Piano, in pieno Centro Storico, accanto alla fontana Ferdinandea