La Basilica Pontificia Cattedrale di Matera
Da molti conosciuto semplicemente come “il Duomo“, il nome completo della cattedrale di Matera sarebbe cattedrale della Madonna della Bruna e di Sant’Eustachio. Già da questi primi appellativi capiamo un po’ cose importanti:
- è la chiesa principale di Matera;
- è la cattedrale, quindi vi risiede la cattedra del vescovo della diocesi, che in questo caso è l’arcidiocesi di Matera-Irsina;
- come tale, è anche la Chiesa Madre della diocesi, ovvero la chiesa più importante della diocesi, di cui costituisce il centro liturgico e spirituale;
- è dedicata a Sant’Eustachio, patrono di Matera, che si festeggia il 20 settembre;
- è dedicata alla Madonna della Bruna, anch’essa protettrice della città, per la quale si festeggia il 2 luglio la festa della Visitazione, in assoluto la festa più popolare della città dei Sassi.
Una cosa è certa: in qualsiasi punto di Matera ci si trovi, la sua imponenza e il suo campanile alto 35 metri sono un riferimento per potersi orientare. Dalla sua posizione, infatti, divide i due Sassi dominandoli dall’alto.
Forse, stride un po’ lo stile romanico pugliese con cui è stata realizzata, così diversa dalle chiede rupestri che la circondano, eppure è diventato nei secoli uno dei simboli di Matera. Costruita tra il 1230 e il 1270, sembra così austera, vista da fuori, ma poi riesce a sorprenderti con le danze barocche dei suoi interni. Rispetto all’intera Basilicata, è la chiesa più maestosa che sia stata costruita.
Fu realizzata per ordine di Federico II di Svevia, che oltre a essere Imperatore del Sacro Romano Impero, si fregiava anche del titolo di Conte di Matera. Federico II conosceva l’arte della scena e sapeva come impressionare e infatti, per far apparire ancora più maestosa la costruzione affinché dominasse tutte le vallate circostanti, fece rialzare la base rocciosa di oltre sei metri.
Per edificarla utilizzarono blocchi di Tufo.
Il 2 luglio 1962 papa Giovanni XXIII la elevò alla dignità di basilica minore.
La facciata
La facciata è dominata dal rosone a sedici raggi, che nel simbolismo medievale rappresenta il teocentrismo. Le figure poste attorno al rosone, sembrano essere lì per farlo girare, quasi a trasformare la gigantesca ruota nel cerchio della vita.
Le 4 colonnine intorno al rosone rappresentano i 4 evangelisti, mentre le 12 colonnine pensili che sembrano essere appese al tetto rappresentano i 12 apostoli.
Sopra al rosone c’è san Michele Arcangelo, che schiaccia il drago.
Il grande portone è sormontato da un arco che forma una lunetta in cui è rappresentata la Madonna della Bruna.
Prima di entrare, vi consiglio di andare a vedere la facciata di destra, e in particolare la “Porta dei Leoni”, che è protetta da 2 leoni che stanno sbranando degli uomini.
L’interno
La chiesa è divisa in 3 navate, separate da 10 colonne sormontate da capitelli di pietra che reggono archi: il soffitto della navata centrale si eleva rispetto a quelli delle navate laterali ed è arricchito dalle tele di Battista Santoro.
La pianta è a croce latina (con l’altare posto all’intersezione tra la navata principale e il transetto ed elevato rispetto al pavimento).
Gli stucchi che vedete sono stati aggiunti nel 1627, mentre l’oro che li adorna arriva solo nel 1776.
Se vi dirigete alla navata di sinistra, nella seconda campata, potrete ammirare la “Madonna della Bruna” in un affresco bizantino del 1270 attribuito a Rinaldo da Taranto. Nella rappresentazione, Maria tiene in braccio Gesù Bambino che è nell’atto di benedire.
Proseguendo, si incontrano:
- la cappella di San Giovanni da Matera con le sue reliquie;
- la cappella dell’Annunziata;
- la cappella della Natività
La navata di destra è dominata dall’imponente affresco del Giudizio Universale di Rinaldo da Taranto, risalente al XII secolo. La cosa che colpisce sono i colori forti, in particolare il rosso porpora.
Nel terzo altare della navata destra c’è un crocifisso di legno risalente al Seicento.
L’altare è sormontato da una rappresentazione di Fabrizio Santafede dell’Assunzione in cielo di Maria ed è circondato da un bellissimo coro in legno di noce risalente al 1453, opera di Giovanni Tantino, decorato con intarsi raffiguranti scene bibliche e animali.
Nella parte sotterranea c’è la cappella dedicata a Sant’Eustachio.
Curiosità
Il nome di “Madonna della Bruna” sembra derivi proprio da questa festa: Hebron, infatti, era la città della Giudea dove la Vergine Maria fece visita a Elisabetta (racconto del Vangelo che prende il nome di “Visitazione”). La teoria più accreditata narra che la parola Hebron si trasformò in Bruna, dal suono simile.
La festa della Visitazione fu introdotta da Urbano VI, arcivescovo di Matera, nel 1389. Da allora è tradizione festeggiare il 2 luglio con una serie di itinerari e celebrazioni che partono all’alba e terminano a notte fonda.
La festa è legata a una leggenda popolare, che vede l’incontro di un contadino, che era sulla strada per Matera, con una ragazza sconosciuta che gli chiese un passaggio. l contadino la fece salire sul suo carro e la accompagnò nei pressi della chiesetta di Piccianello. Qui la donna disse , “E’ così, su un carro addobbato, voglio entrare ogni anno nella mia città” e si trasformò in pietra.