Le impalcature in legno della miniera di sale

Le miniere di sale di Wieliczka

by Nemo

Storia di un anello e di un grumo di sale

Parliamo della regina Kinga di Ungheria: era la figlia del re Béla IV d’Ungheria e di Maria Lascaris di Nicea. Aveva parentele di tutto rispetto, specialmente nelle sfere angeliche:

  • era la nipote di Elisabetta d’Ungheria, proclamata santa da papa Gregorio IX;
  • era la pronipote della duchessa di Slesia e Polonia Edvige di Andechs, proclamata santa da papa Clemente IV;
  • era sorella di Margherita d’Ungheria, proclamata santa da papa Pio XIII;
  • era sorella di Iolanda di Polonia, proclamata beata da Leone XIII

…e vogliamo forse che lei fosse da meno? Cunegonda (altro nome con cui era conosciuta) fu proclamata santa da Giovanni Paolo II nel 1999 e viene venerata come la patrona principale della Polonia e della Lituania.

Ma perché ne stiamo parlando?
Un’antica leggenda polacca narra che, quando Kinga fu chiesta in sposa da Bolesław, italianizzato in re Boleslao IV il Casto (no, non era un modo di dire: pare che i due abbiano effettivamente vissuto in castità), lui le regalò un bellissimo anello di fidanzamento.
Alla vigilia della partenza, il padre di Kinga le chiese cosa avrebbe potuto regalarle, e lei chiese del sale: questo bene, infatti, scarseggiava nel Regno di Polonia. Il re Béla IV le donò la prestigiosa miniera di Prajda, in Transilvania, ma alla sposa non piacque per via della lontananza dai suoi futuri sudditi ai quali avrebbe voluto distribuire quel sale in dono.
Nella notte di preghiera precedente al suo viaggio, Kinga gettò l’anello di Boleslao nella miniera.

Arrivata a destinazione, venne celebrato il matrimonio e, com’è dovere dei nuovi regnanti, si mise in viaggio per la Polonia per presentarsi al popolo. Giunti presso un villaggio alle porte di Cracovia, il suo sguardo cadde su un cristallo di sale nel terreno e ordinò repentinamente di scavare in quel punto. Ne emerse un giacimento immenso di sale in cui, ben presto, fu ritrovato l’anello di fidanzamento che Kinga aveva gettato in Ungheria.

Se dobbiamo cercare qualcosa di vero nelle leggende, tralasciando la smaterializzazione degli anelli, Kinga era santa Cunegonda e l’enorme giacimento di sale trovato era proprio la miniera di Wieliczka.

Santa Cunegonda viene venerata anche con l’appellativo di angelo dei minatori di Cracovia.

Sito ufficiale

Se foste avvezzi al polacco, oltre ad avere tutta la mia stima per il modo in cui riuscite a pronunciare 5 consonanti di seguito, potete reperire tutte le informazioni relative alla visita alle miniere e all’acquisto dei biglietti direttamente dal sito web istituzionale: kopalnia.pl.

Per fortuna, esiste anche una serie di pagine speculari con traduzione, tra cui quella italiana: minieradisalewieliczka.it.
Tranquilli: anche de il dominio è totalmente diverso, il sito è lo stesso!

Il lago salato sotterraneo
Il lago salato sotterraneo
Statua dedicata a Niccolò Copernico
Statua di sale dedicata a Niccolò Copernico
Rievocazione in sale della leggenda dell'anello di Santa Kinga
Rievocazione in sale della leggenda dell'anello di Santa Kinga
Gallerie della miniera con canali di raccolta delle acque
Gallerie della miniera con canali di raccolta delle acque
La cappella di Santa Kinga
La cappella di Santa Kinga

Una miniera che diventa attrazione

Il primo giacimento venne scavato nella seconda metà del XIII secolo dando il via all’industrializzazione dell’area di Wieliczka. Il sale divenne fonte di reddito per lo stato: si stima che un terzo delle entrate provenissero proprio da questa industria, tanto da richiedere una regolamentazione del mercato, che arrivo nel 1368 con lo Stato di Saline di Cracovia promulgato da Casimiro III. Alla fine del XV secolo, i pozzi erano diventati quattro su un unico livello di gallerie.
La fama crebbe!
Nel 1493 ci fu un ospite particolare che volle vedere questa meraviglia che stava crescendo, l’astronomo Nicolò Copernico (nel percorso della visita vi troverete faccia a faccia con la sua statua in ricordo di quel momento).
Si stima che, nei 3 secoli successivi, la produzione crebbe tanto che la regione intorno a Cracovia si trovò sprovvista di legna, in quanto veniva utilizzata tutta per i processi di estrazione e raffinazione del sale.

Quando ci fu una delle storiche spartizioni della Polonia, nel 1772, la miniera finì sotto il controllo degli Asburgo che vi investirono parecchio in sistemi innovativi: dalle macchine a vapore per l’estrazione e il trasporto, alla costruzione di una vera e propria ferrovia sotterranea. Crearono linee di trasporto per decentralizzare la lavorazione del sale estratto, in modo da accedere a maggiori risorse sul territorio.
In breve, Wieliczka, divenne la miniera più grande e più importante dell’Impero: per alzare le possibilità di guadagno, dalla seconda metà del 1800 le visite vennero aperte anche per i turisti, che potevano seguire un percorso guidato utilizzando anche delle carrozze su binari, trainate da cavalli. Col tempo vennero organizzate nuove attrattive, come la gita in barca sul lago salato.

Grazie ai registri con le firme dei visitatori, si sa che all’inizio del XX secolo c’era un afflusso di un centinaio di visitatori a settimana.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, la miniera tornò nelle mani della Polonia. La prima azione fu quella di riconvertire tutti i nomi degli ambienti in lingua polacca oppure di sostituire i personaggi storici a cui erano state fatte delle dediche con personaggi storci polacchi.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il processo di estrazione e la richiesta di vista erano tali da rischiare di compromettere l’integrità della miniera stessa. Gran parte degli spazi e delle risorse venivano impiegati nel processo di lisciviazione (quando il sale viene estratto grazie all’acqua che vi scorre in superficie) con cui si estraeva il sale da cucina.
In questi anni si arrivò alla profondità massima di 327 metri.

Nel 1996 si decise di fermare la produzione industriale di sale.

L'ultima cena incisa nel sale
L'ultima cena incisa nel sale
Una foto dei miei genitori... ci sta, dai!
Una foto dei miei genitori... ci sta, dai!
Abside e altare della cappella di Santa Kinga
Abside e altare della cappella di Santa Kinga
Particolare delle impalcature a protezione delle vie di passaggio
Impalcature a protezione delle vie di passaggio

Wieliczka oggi

Come accennato sopra, la miniera si autofinanzia anche con i proventi delle visite. Per questo l’organizzazione per l’accoglienza dei turisti ha raggiunto livelli di efficienza e professionalità molto elevati. Tutti i tour, chiaramente, sono accompagnati da una guida e si susseguono continuamente visite con lingue diverse a rotazione. C’è da dire che il ritmo è un po’ incalzante e spesso, se si resta indietro a fare le foto, si rischia di essere travolti dal gruppo successivo.
Se volete essere sicuri dell’orario di ingresso, vi consiglio di prenotare in anticipo, altrimenti potete usare la biglietteria di fronte all’ingresso e attendere fino al vostro orario.
Se soggiornate a Cracovia, esistono molti tour che comprendono trasporto fino al sito e biglietto d’ingresso, ma se volete risparmiare qualcosa e non avete urgenze particolari, potete utilizzare la ferrovia e organizzare la visita per conto vostro.

La visita si svolge nel pozzo chiamato “Daniłowicz” e si addentra per 3 livelli: il primo impatto, secondo me, è il più pesante: 380 gradini da fare tutti d’un fiato per scendere di 64 metri e arrivare al livello I. Tra i 90 e i 110 metri visiterete il livello II e, infine, a 135 metri troverete il III e ultimo livello del percorso. Non è necessario essere atleti professionisti: se si supera l’impatto dei circa 800 gradini totali, il resto è una passeggiata per un totale di circa 3,5 km.

Durante il percorso, oltre a percorrere e toccare con mano le gallerie scavate per l’estrazione del sale, si passerà per alcune installazioni storiche che mostrano le tecniche utilizzate nel corso degli anni, oltre alle condizioni di vita dei minatori. Molte statue sono ricavate dalla roccia mineraria, mentre la quasi totalità delle strutture è realizzata in legno e corda.
Nella parte finale del percorso di arriva al grande lago salato sotterraneo, che è sede di un gioco di luci e musica molto suggestivo.

La cappella di Santa Kinga di Polonia è grande in modo spettacolare, se si pensa a dove è stata realizzata. Può ospitare fino a 500 persone e tutti gli elementi dell’arredo, compresi i quadri e le statue sacre, sono realizzati in sale. Qui c’è anche una statua molto somigliante di Giovanni Paolo II.
La chiesa sotterranea di Wieliczka è conosciuta anche come la “cattedrale di sale sotterranea della Polonia“, e si stima che venga visitata annualmente da circa 800.000 persone.
Nel 1978 questo sito venne iscritto nella Lista dei Patrimoni dell’Umanità dall’UNESCO.
Nel 1994 il Presidente della Repubblica di Polonia la insignì del rango di Monumento Nazionale.

Poco distante, sul percorso, si arriva alla cappella utilizzata per i matrimoni.
Al livello III, nella grotta del lago Wessel, è presente anche un Centro di Cura e Riabilitazione, per curare malattie di carattere respiratorio.

Dopo un punto di ristoro sotterraneo, ci si ricongiunge col gruppo per tornare in superficie attraverso dei caratteristici ascensori che sembrano più dei montacarichi a due piani. Il percorso per l’uscita passa per uno store molto fornito di prodotti a base di sale e gadget della miniera da acquistare come souvenir.

Fate poco i fenomeni!

Al termine della visita, per il numero di gradini saliti o discesi, per il tempo trascorso sotto terra e per la quantità di cunicoli e gallerie in cui sarete passati, potrebbe venirvi la tentazione di andare a raccontare che avete visitato tutta la miniera in lungo e in largo. Desistete!
Avrete visto a malapena il 2% dell’intera struttura!

La Miniera, infatti, è articolata su 9 livelli che raggiungono una profondità di 327 metri e si snoda per 245 km di gallerie. Si stima che siano stati scavati 9 milioni di metri cubi di cava.

Per i più avventurosi, c’è anche una visita più in stile “minatori”, per gruppi più piccoli, all’interno del Pozzo Regis ma, non avendola fatta, preferisco consigliarvi di cercare le informarvi sul sito ufficiale della miniera.

La Torre di Gradazione

Non distante dalla miniera c’è la Torre di Gradazione, che offre un ambiente salubre in cui si respira un aerosol salino naturale (dovrebbe aiutare per i problemi respiratori e le allergie). Verificate se ce l’avete incluso nel biglietto e, nel caso, dedicategli una mezz’ora di relax.
La torre può ospitare fino a 50 persone.

Se aveste poco tempo, non state a perderci il sonno (negherò di averlo scritto, sappiatelo!).

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