Il museo più famoso di Madrid
Progettato da Juan de Villanueva, il Museo del Prado è principale museo di Madrid, famoso in tutto il mondo per la quantità e l’importanza delle opere esposte. Personalmente, mi ero ripromesso di dedicargli una mattina e sono riuscito a entrare poco dopo l’apertura nella speranza di trovare meno gente… la realtà è stata che il pomeriggio giravo ancora tra le gallerie e il flusso di persone non ha mai accennato a diminuire. Ciò nonostante, le dimensioni dell’edificio e l’organizzazione degli spazi espositivi erano tali da non aver mai sofferto la sensazione di affollamento, se non davanti alle opere più famose.
Fu inaugurato nel 1819 con lo scopo di esporre la già importante collezione disponibile: oggi degli oltre 8500 quadri e 700 sculture di proprietà del museo, sono esposte circa 1000 opere per una varietà di stili, epoche e artisti che lascia frastornati annullando ogni percezione del tempo tra i corridoi e le sale. Per fortuna, i biglietti permettono di restare dentro il museo fino all’ora di chiusura. Vi sconsiglio, comunque, di entrare nel pomeriggio: il Prado è un po’ come il TARDIS e dentro si rivela più grande di quanto si percepisca esternamente!
Probabilmente è per questa grandezza (e prova fisica) che è una buona idea abbinare la visita al museo con quella al Parque del Retiro: dopo aver girato ore tra i quadri, non è una cattiva idea andarsi a riposare sul bordo del laghetto dell’Estanque.
Per informazioni su orari di apertura, chiusure straordinarie, esposizioni e mostre temporanee e biglietti, potete consultare il sito ufficiale del Museo del Prado. Una volta aperta la pagina in spagnolo, in alto a destra trovate la scritta “EN” per cambiare in lingua inglese. C’è anche la possibilità di entrare gratuitamente dopo una certa ora, ma credo sia una possibilità che si adatta molto poco a una museo come questo: considerate che sono periodi di tempo ridotti e che il tempo della fila per l’ingresso gratuito si allunga velocemente.
Un consiglio personale, per non lasciarsi sopraffare dalla mole di cose da vedere, è quella di prepararsi prima, anche sommariamente, sui grandi artisti esposti per darsi una priorità di visita: siete più interessati a un artista o a un periodo storico? A una forma di arte o a un soggetto particolare? Queste poche riflessioni potrebbero fornirvi una guida per strutturare in modo efficiente la vostra visita.
E se a un certo punto doveste scoprire di avere un languorino, niente paura: il museo è dotato di un bar e un ristorante self service che offrono prodotti freschi e – devo dire, “stranamente” rispetto a quanto normalmente avviene in un museo – senza il ricarico di prezzi eccessivi.
Se non avete un’idea precisa, il museo propone 3 percorsi tipici: 15 opere in 1 ora, 30 opere in 2 ore, 49 opere in 3 ore oppure percorsi a tema. Se siete amanti del fai-da-te e vi piace perdervi, vi consiglio comunque di prendere l’audioguida che è disponibile anche in lingua italiana. Vi sconsiglio, invece, il tour guidato: la completezza delle informazioni e la possibilità di fare domande non compensa, a mio avviso, la mancanza di opportunità di restare incantati davanti a una tela e fermarsi in contemplazione perdendosi un po’ tra i tratti e le pennellate. Tranquilli: normalmente il museo chiude alle 20.00!
Paseo del Arte
Il Paseo del Arte (Passaggio dell’Arte) è un tratto di strada che collega i 3 musei d’arte più importanti di Madrid: il Prado, il Reina Sofía e il Thyssen-Bornemisza.
Se aveste intenzione di visitarli tutti e 3 nell’arco della stessa visita, sappiate che è disponibile un tipo di biglietto chiamato “Paseo del Arte PASS” che vi permette di ottenere uno sconto sul totale. Potete verificare disponibilità e prezzi in questa pagina.
Se al Paseo del Arte aggiungiamo il Parque del Buen Retiro, il complesso paesaggistico viene ribattezzato Paseo de la Luz (Passaggio della Luce) che, nel 2001, è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

L’esposizione
Naturalmente, per quanto riguarda la pittura spagnola, il Prado contiene la collezione più completa al mondo. Attraverso percorsi che seguono una linea temporale che parte dall’XI secolo, è possibile incontrare un’infinità di artisti: ve ne elenco alcuni con un po’ di titoli che dovrebbero riecheggiare nelle vostre menti per averle viste almeno una volta in qualche libro d’arte o di storia:
- Diego Velázquez: ci sono più di 30 opere tra cui l’iconico Las meninas, l’Incoronazione della Vergine o il Trionfo di Bacco
- Francisco Goya: tante opere, tra cui le emblematiche La maja vestida e La maja desnuda, Duello rusticano e Saturno che divora i suoi figli, ma il dipinto che vi lascerà senza parole, se non altro perché vi troverete di fronte a qualcosa che avete visto innumerevoli volte nei libri di storia, è il Due maggio 1808, ovvero la celebre scena dei madrileni che alzano le braccia di fronte alle truppe francesi durante la Guerra d’Indipendenza Spagnola.
- Joaquín Sorolla: ammetto che non lo conoscevo, ma vedere i suoi quadri dal vivo è stata una delle più belle scoperte del Prado. Dai Bambini sulla spiaggia (Chicos en la playa) al Due di maggio (Dos de mayo), da Dicono ancora che il pesce è caro! (¡Aún dicen que el pescado es caro!) ai numerosi ritratti.
- Jusepe de Ribera: Il martirio di San Filippo
- Luis de Morales: la Madonna del latte
- Juan Vicente Macip: l’Ultima Cena
- Murillo: tra i tanti, il Cristo Crocifisso e la Sacra famiglia col cagnolino.
Il mio preferito, lo confesso su queste pagine, è Dominikos Theotokopoulos, greco di nascita ma spagnolo di adozione, passato alla storia con lo pseudonimo El Greco: ho avuto modo di ammirare e apprezzare opere di questo artista a New York e a Londra, ma solo al Prado ho fatto indigestione dei suoi capolavori (prometto che prima o poi andrò a Toledo nel museo a lui dedicato). Qui è possibile ammirare opere che non lasciano indifferenti, come l’Annunciazione, l’Adorazione dei pastori, Il Battesimo di Cristo, La Resurrezione e l’affascinante San Andres y San Francisco, di cui non sapevo neanche l’esistenza prima di entrare qui.
Perdonatemi se mi sono dilungato su questo pittore rispetto agli altri, ma mi ha portato via quasi un’ora di visita per la spettacolarità della sua arte vista di persona!
Anche l’elenco di opere di artisti italiani non scherza: anche in questo caso, vi faccio una lista non esaustiva con alcune opere da non perdere:
- Beato Angelico: l’Annunciazione
- Sandro Botticelli: il trittico di Nastagio degli Onesti, tipo un fotoromanzo del 1483
- Correggio: Madonna col Bambino e san Giovannino e Noli me tangere
- Caravaggio: Davide e Golia
- Daniele Crespi: la Pietà
- Mantegna: Morte della Vergine
- Raffaello: tra gli altri, Sacra Famiglia con l’agnello, Sacra famiglia sotto la quercia e Visitazione
- Tiziano: tra gli altri, La gloria, Baccanale degli Andrii e Danae
- Paolo Veronese: Disputa di Gesù con i dottori del Tempio, Mosè salvato dalle acque
Oltre a questi spoiler, troverete degli esponenti della scuole olandese e fiamminga e della scuola tedesca, ma su questi non mi dilungo e vi lascio esplorare. Ve ne segnalo solo uno tra tutti perché vederlo da vicino è stata un’esperienza di quelle che ti segnano e ti fanno crescere: del fiammingo Hieronymus Bosch sono esposte diverse opere tra cui i trittici del Giardino delle delizie e del Carro di fieno.
Il telefono non vi servirà
Diario di viaggio
So che è frustrante per chi appartiene a generazioni dai Millenials in poi, ma all’interno del museo del Prado non è possibile scattare foto. Dal momento che anche parlare al telefono mentre qualcuno sta cercando di contemplare un quadro non sarebbe buona educazione, da buon esponente della Generazione X che si vanta di aver appreso un uso consapevole della tecnologia (forse perché l’ha vista evolversi e quindi conosce il “piano B” in caso di sua assenza), ho subito pensato di lasciare il telefono nel bagaglio al guardaroba.
La direzione del museo, però, mi ha dato un’alternativa interessante: visto che non mi sarebbe servito all’interno, perché non lasciarlo a caricare? Solo che la Spagna, come l’Italia, non è il nord Europa, dove se ti scordi un cellulare in giro scatta la ricerca massiva sul territorio finché non te l’hanno restituito (se non aveste letto le mie riflessioni sull’atteggiamento di fiducia che trovai a Oslo, potete andate a leggere il diario di viaggio di questa pagina).
E allora, qualcuno ha ben pensato di inserire i cavi di ricarica a disposizione in altrettante cassettine da chiudere con una combinazione che decidi tu al momento… una sorta di cassaforte di ricarica per smartphone!
E quando terminerai la visita, tornerai a prenderlo e lo troverai carico e pronto ad accompagnarti in nuove avventure!
Lo so che non è una cosa così straordinaria, ma non è neanche dovuta; e ogni volta che qualcuno pensa a me in modo gratuito, io sono felice!
Giusto per evitare di sembrare il secchione di turno, per quanto mi fossi preparato alla visita, non ero assolutamente pronto a recepire (e a riconoscere) la mole culturale e umana presente nel Prado. Se vi ho elencato qui a fianco autori e opere, non è perché dovevo riempire una pagina ma perché per me “ora” hanno un significato diverso dal momento che sono legati a un’esperienza di visita. Chiaramente, per capire ciò che stavo guardando, mi sono messo con santa pazienza ad ascoltare l’audioguida che ho trovato estremamente ben fatta!
I 9 euro meglio spesi di questa visita!
No, dai… anche il caffè era buono! 🙂