La Madrid de los Austrias
Il quartiere centrale di Madrid, che potremmo associare al centro storico più genuino, viene detto “Madrid asburgica“, ovvero “Madrid de los Austrias“, o semplicementr “Austrias“.
Il posto migliore da cui partire per la visita una volta arrivati è proprio la Plaza Mayor!
Il sottotitolo che ho assegnato a questa pagina dice tutto della sensazione che si ha entrando in questa piazza da uno degli archi d’accesso: è come introdursi in uno scrigno d’altri tempi ben protetto.
Questo quadrilatero di 129 metri per 94 (alla percezione visiva è quasi un quadrato) fu scelto come luogo per le funzioni pubbliche dopo l’elezione di Madrid a capitale del Regno, nel 1561. Il progetto architettonico venne affidato a Juan Gómez de Mora, che utilizzò il classico stile dei palazzi in mattoni rossi e tetti di ardesia che caratterizza il tempo degli Asburgo. Juan Gómez utilizzò lo spazio precedentemente occupato dal più popolare mercato della città alla fine del XV secolo, Plaza del Arrabal.
Lo spazio ben si prestava a radunare folle per spettacoli di ogni genere, eventi mondani e culturali, tornei ed eventi sportivi, incoronazioni, cerimonie religiose, ma anche per i giudizi e le pubbliche esecuzioni (in particolare, negli anni dell’Inquisizione).
I portici permettevano di muoversi all’interno della piazza, da un lato all’altro, anche in caso di maltempo.
Ancora oggi, la cosa più naturale che viene da fare quando si accede per la prima volta a Plaza Mayor, è farsi un per giro di tutto il perimetro per lasciarsi ispirare da bar, ristoranti, botteghe e negozi vari. Normalmente, il giro finisce nel punto da cui era partito senza aver acquistato nulla, perché è innegabile che questo sia un luogo ultra-turistico, con conseguente adeguamento dei prezzi. Vi basterà uscire da uno degli archi e perdervi per le viette limitrofe per riappacificarvi con la capacità di Madrid di offrirvi esperienze culinarie eccezionali a prezzi più abbordabili.
Se, però, aveste un languorino, c’è una cosa che posso consigliarvi: per 5€ o anche qualcosa di meno (bisogna saper cercare), nella piazza si può gustare il tipico “bocadillo de calamares“, un panino eccezionale farcito con anelli fritti di calamari. Se fatto bene, è tutt’altro che secco, come si potrebbe pensare. Ok, non sarà il tipico spuntino estivo, ma vi assicuro che con un bicchiere di tinto de verano di fianco, ha assolutamente senso!
A dicembre, la piazza si trasforma in un mercatino di Natale con bancarelle che vendono articoli e prodotti in tema con la festività.

Verso il 1590, Diego Sillero disegnò e realizzò l’edificio sul lato nord, chiamato “Casa de la Panadería“. Il nome deriva dal fatto che per un periodo venne utilizzato come Tahona General, ovvero la panetteria principale della città: qui si stabiliva il prezzo ufficiale del pane in maniera tale che tutti potessero comprarlo, compresi i ceti meno nobili. Era quindi la sede principale della gilda dei panettieri.
In verità, dell’edificio originale, oggi restano il basamento e il piano terra. Successivamente, vennero realizzati anche degli appartamenti destinati ai reali che, dalla balconata al primo piano, seguivano con il popolo gli spettacoli della piazza.
Oggi vi è ospitata la sede del Centro di Turismo di Madrid.
Oltre alla destinazione d’uso, negli anni, variarono anche le decorazioni sulla facciata, fino ad arrivare ai dipinti che oggi attirano l’attenzione da ogni angolo della piazza per la loro bellezza: furono realizzati nel 1992 da Carlos Franco e rappresentano i segni zodiacali e delle figure allegoriche riferite al tempo e alla temperatura.
Il palazzo di rimpetto è la Casa de la Carniceria, ovvero la macelleria che aveva anche la funzione di magazzino cittadino per questo genere.
A proposito di altezze dei palazzi, comunque, l’occasione per rimodellarne il numero di piani e renderla armonica fu data dal disastroso incendio del 1790, a seguito del quale l’architetto Juan de Villanueva, ebbe il permesso di ridurre l’altezza dei palazzi per uniformarli e creare lo scrigno chiuso che vediamo oggi: tutte le facciate presentano 2 piani di altezza e sono occupate da 237 balconi disposti in file ordinate.
Per entrare e uscire dalla piazza, Villanueva creò 9 archi d’accesso, tra cui spicca per particolarità l’arco de Cuchilleros collocato a sud-ovest, così chiamato perché nella via a cui introduceva c’erano diverse botteghe di artigiano specializzati nella produzione di coltelli che venivano acquistati principalmente dai macellai della vicina Carniceria.
Se osservate i palazzi di questa via, dato l’elevato dislivello che devono coprire la scalinata e la strada in discesa fino a Cava de San Miguel, noterete che le facciate sono inclinate: questo escamotage architettonico permise di creare dei contrafforti che stabilizzassero le costruzioni.
Così come in piazza della Puerta del Sol, al centro c’è la statua di un re a cavallo, solo che stavolta non si tratta di Carlos III ma di Filippo III detto “il Pio“, terzo re di Spagna. La statua risale al 1616, opera del Giambologna e del suo discepolo Pietro Tacca, ma arrivò qui solo nel 1848.
Il Granduca di Toscana, infatti, la donò ai reali di Spagna ma fu collocata nel parco di Casa de Campo. Fu la regina Isabella II (come sta scritto sul basamento della statua) a volerla nella piazza principale di Madrid.
Un nome sofferto
La scelta del nome di questa piazza fu travagliato.
Come scritto sopra, originariamente, ai tempo del mercato più popolare della città, il nome era Plaza del Arrabal.
Nel 1812 ci fu un decreto regio che prescriveva che tutte le piazze principali delle città spagnole dovessero chiamarsi Plaza de la Constitución. Solo due anni dopo, però, venne ribattezzata Plaza Real.
I due nomi si alternarono per diversi anni: il nome Plaza de la Constitución fu ristabilito e poi ritolto dal 1820 al 1823, dal 1833 al 1835 e dal 1840 al 1843.
Nel 1873 si passò a chiamarla Plaza de la República fino al 1876, quando Alfonso XIII la volle ribattezzare Plaza de la Constitución.
Alla fine della guerra civile spagnola si recuperò il nome popolare Plaza Mayor che sopravvisse fino a oggi.