Vivi il fascino tutto nordico della città di Reykjavik

Reykjavik

La capitale della Repubblica

by Nemo

Come raccontarvi Reykjavik?

Mettiamola così: la parte più difficile è capire dove inserire la “Y” e dove la “J”. Capito questo, sarà la stessa Reykjavik  rendervi tutto facile! La capitale più a nord del mondo vi sta aspettando per stupirvi con la calma tipica dei Paesi del nord, il tempo che sembra andare più piano che altrove, la pace e la schiettezza dei pescatori che chiacchierano al porto, la fierezza delle tradizioni popolari, l’allegria delle famiglie che si recano alle piscine termali la domenica, ma anche l’accoglienza e l’ecletticità dei giovani che animano le strade del centro fino a tarda notte, i colori dei murales sulle facciate delle case, l’odore degli hot dog e i prezzi salati dei ristoranti di classe, l’arte per le strade, l’architettura visionaria e la tanta tanta musica che non ti abbandona mai.

Reykjavik mi ha stupito, devo ammetterlo: è stata l’ultima città dell’Islanda che ho visitato, dopo aver fatto il giro dell’isola percorrendo i 1.300 km della Ring Road e quello che avevo visto fino a quel momento mi aveva quasi fatto pentire di averle dedicato ben 3 giorni… e invece è stato un buon tempo. Come mi piace dire, è stato quel “tempo opportuno” (il Kairos degli antichi greci) necessario a ripensare al viaggio fatto fino a quel momento per trasformarlo in “esperienza” con gli elementi che la città ti offre. Visitare Reykjavik è stato un po’ come ripercorrere le tappe del mio viaggio e capirle meglio.
Vuoi o non vuoi, tutti passeranno per di qua, anche perché l’aeroporto di Keflavík, a pochi minuti dalla città, è l’unico che offra voli internazionali da e per le nostre latitudini.

Circa il 65% degli islandesi vive qui ed è raro passeggiare senza incontrare qualcuno. C’è da dire che io ci sono stato in estate, ma per essere al passo con questa mole di persone (rispetto allo standard dell’isola, chiaramente) la città ha dovuto diventare moderna ed efficiente, fino a superare molte altre città d’Europa nei campi dei diritti, dell’ecologia, della sostenibilità, dell’arte e della cultura. Proprio per quest’ultimo aspetto, l’UNESCO l’ha inserita dal 2011 nella lista delle “città letterarie” e qui si svolgono due rinomati festival internazionali di letteratura, di cui uno dedicato alla letteratura per ragazzi. Tra gli autori originari di queste terre va citato almeno Halldór Laxness, a cui venne assegnato, nel 1955, il Premio Nobel per la letteratura.

Storicamente, l’insediamento urbano iniziò con delle fattorie e quindi con la pastorizia e con la lavorazione della lana. Poi si passò alla pesca e, dagli anni venti iniziò un periodo prospero per la città che avviò l’esportazione su larga scala di  stoccafisso e merluzzo. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, grazie soprattutto al contributo dell’America (che in cambio ottenne spazi per le proprie basi militari) venne realizzato l’aeroporto internazionale di Keflavik dando il via all’era del turismo. Il 17 giugno 1944 venne proclamata a Þingvellir la Repubblica d’Islanda e come capitale venne confermata Reykjavík, che oggi è il cuore pulsante dell’intera nazione, per la politica, la cultura, l’amministrazione, il turismo.

Vi si trovano le Università, gli uffici del governo e i principali servizi, oltre a musei, gallerie d’arte, ristoranti alla moda, chiese ed edifici di interesse artistico e architettonico, come il Teatro dall’Opera e centro polifunzionale Harpa.

La scheda della città

  • Regione: Höfuðborgarsvæðið
  • Superficie: 273 km²
  • Abitanti: 139.875 (dati 2023)
  • Densità: 512.36 ab./km²
  • Altitudine: da 0 a 8 m s.l.m.
  • Nome abitanti: Reykjavíkingur
  • Codice postale: 101–155
  • Time Zone: UTC+0
La cattedrale di Hallgrímskirkja
La cattedrale di Hallgrímskirkja
Murales per le vie del centro
Murales per le vie del centro
La statua dedicata ai pescatori al porto
La statua dedicata ai pescatori al porto
La mappa del Porto Vecchio
La mappa del Porto Vecchio
Street art di (G)Reykjavik
Street art di (G)Reykjavik

Etimologia del nome

Il nome Reykjavik deriva da termini islandesi che stanno a significare “baia dei fumi” o “baia fumosa” (il termine “vik”, che troverete su diversi cartelli stradali girando per il Paese, vuol dire proprio “baia”).
Sembra che questo appellativo fosse stato scelto nientemeno che dall’esploratore norvegese Ingólfur Arnarson, che vi costruì la sua fattoria nell’874, divenendo a pieno diritto il primo colonizzatore permanente dell’Islanda. Egli notò i “fumi”, ovvero i vapori che uscivano dal terreno per effetto geotermico e battezzò così l’insediamento urbano che sarebbe diventato la città principale della nuova terra, tutta da scoprire.

Vivi il fascino tutto nordico della città di Reykjavik

Sólfar

C’è chi la scambia per nave vichinga e chi la associa alle imbarcazioni con cui Thor e compagni navigavano il Bifrǫst per raggiungere la terra da Ásgarðr, la dimora degli dei della mitologia norrena.
Nulla di tutto ciò: il Sólfar è un’opera d’arte collocata sul lungomare di Reykjavik, sulle sponde dell’Oceano Atlantico, realizzata dall’artista islandese Jón Gunnar Árnason che nel tempo è diventata uno dei simboli della città.

Lo scultore la descrisse come un’ode al sole, per far nascere in chi la vede la voglia di navigare verso luoghi inesplorati verso la speranza e la libertà. Per questa ragione è conosciuta anche con il nome di “Sun Voyager“.
Purtroppo, Jón Gunnar morì di leucemia nel 1989, un anno prima che la statua venisse collocata nella sua attuale posizione.

Se voleste fare delle foto suggestive di quest’opera, vi consiglio di trovarvi in zona al tramonto. Capirete perché per qualcuno è la barca che porta le anime nell’aldilà.

Il Clima

Il clima di Reykjavík è detto subpolare oceanico, nel senso che è caratterizzato da inverni freddi ed estati molto fresche… “molto fresche” vuol dire che ad agosto non ho mai messo i calzoncini corti e almeno una felpa era sempre d’obbligo. Ciò nonostante, tornai in Italia con una bella tosse.
Come avviene nel resto d’Islanda, il tempo è instabile: i cambiamenti climatici repentini sono all’ordine del giorno e ti puoi far sorprendere da una pioggia improvvisa quando meni te l’aspetti, per tornare col sereno poco dopo. Il vento, invece, è abbastanza costante.
La neve arriva normalmente da ottobre a marzo, ma raramente è “aggressiva”: è più facile che ceda il passo alla pioggia.

L’Islanda, anche se di poco, è al di sotto del Circolo Polare Artico, quindi Reykjavik non gode dei fenomeni della notte polare o del sole di mezzanotte, Ciò nonostante, i giochi di luce tra chiarori e crepuscoli, sono molto particolari con giornate molto più brevi in inverno e molto più lunghe in estate.

La fama nel mondo

Oltre al record di essere la capitale più a nord del pianeta, Reykjavik si fece conoscere al mondo intero per due eventi storici:

  • nel 1972 vi si svolse la finale del campionato mondiale di scacchi tra Bobby Fischer e Boris Vasil’evič Spasskij;
  • nel 1986 , nel tentativo di avviare un percorso che portasse alla fine della Guerra Fredda tra USA e URSS, vi si incontrarono i presidenti Ronald Reagan e Michail Gorbačëv.

Altro motivo (meno felice) di fama è dato dagli allarmi eruzione che non di rado vengono diramati in tutta Europa. Per fare un esempio, alla fine del 2023 si sono verificate delle eruzioni fissurali vicino al paesino di Grindavik, a pochi chilometri da Reykjavik. La particolarità di queste eruzioni, come dice il nome, è che non interessano la bocca di un vulcano (la tipica montagna) ma seguono delle fessure con direttrice da sud-ovest a nord-est. Questo perché qui si trovano diverse faglie della dorsale medio atlantica (tra le placche continentali che hanno uno sfogo in superficie). Non è un caso particolare, comunque: l’origine stessa dell’Islanda si deve alle eruzioni vulcaniche in quanto è terreno emerso dalle acque!

Girare per la città

Visitare Reykjavik è davvero piacevole: si può arrivare pressoché ovunque passeggiando tra strade comode e uno splendido lungomare. Dalla costa c’è sempre chi butta un occhio verso l’Oceano Atlantico sperando di vedere la pinna o la coda di una balena danzare nella “baia dei fumi”. Il lungomare ti porta sotto allo spettacolare complesso dell’Harpa Concert Hall e, oltre, al vecchio porto dove ci si può imbarcare per un safari fotografico di whale watching.

La città è divisa in 10 distretti, ma difficilmente vi allontanerete da quelli centrali se resterete solo qualche giorno.
Il centro è caratterizzato dal laghetto del Tjörnin, una piccola oasi che d’estate è un luogo per passeggiate e relax e d’inverno si trasforma in una pista di ghiaccio per pattinatori.

Sulla sponda nord c’è la sede del Parlamento, o Alþingi (dalle parole islandesi þing=assemblea e all=generale). La sede originale, nel Parco Nazionale Þingvellir, venne fondata nel 930 e questo ne fa uno dei parlamenti più antichi del mondo.
Una curiosità da nerd è che, per restare in tema con la natura vulcanica del Paese che rappresenta, la struttura è stata costruita con diabase (in inglese dolerite), ovvero una roccia “sublavica”, ovvero che si forma dal magma man mano che sale in superficie: il nome stesso deriva da questa sua caratteristica di insinuarsi (salire) attraverso le altre rocce, infatti deriva dal greco διὰ = attraverso e βάσις = che sale.
Sopra alle 4 finestre più esterne si possono vedere raffigurate altrettante figure della mitologia norrena (i Landvættir) che, secondo le storie islandesi, furono domate da Ingólfur Arnarson in persona. Si tratta di un dragone, un avvoltoio, un toro e un gigante.

Accanto al Alþingishúsið c’è la Cattedrale di Reykjavík , detta anche “il duomo” (Dómkirkjan í Reykjavík) che ha un aspetto semplice, ma è la chiesa più antica di Reykjavik ed è la sede del Vescovo d’Islanda e la chiesa madre della Chiesa d’Islanda. Anche se la maestosa Hallgrmskirkja può sembrare la chiesa più importante della città, in realtà questo primato spetta alla Dómkirkjan, che venne costruita nel 1787 su progetto dell’architetto danese Johannes Wiedewelt che, si narra, ne orientò la porta d’ingresso in direzione della prima fattoria di Ingòlfur Arnarson.

Alþingishúsið, il parlamento islandese
Alþingishúsið, il parlamento islandese
La Cattedrale Luterana di Reykjavik
La Cattedrale Luterana di Reykjavik

Qui venne firmato nel 1874 l’atto di fondazione del Regno d’Islanda e venne suonato per la prima volta l’inno nazionale. Vi consiglio di provare a spingere la porta e, se la trovate aperta, entrare a dare un’occhiata: la struttura il legno e gli interni luminosi valgono una visita.

Il parlamento e la chiesa sono legate tra loro a doppia mandata, infatti dal 1845, ogni anno , tutti i membri del Parlamento si recano nella vicina Cattedrale per prendere parte a una funzione dedicata all’apertura dei lavori.

Il presbiterio e l'altare della chiesa.
Il presbiterio e l'altare della chiesa.
Il fianco della cattedrale di Hallgrímskirkja
Il fianco della cattedrale di Hallgrímskirkja
L'interno della Hallgrímskirkja
L'interno della Hallgrímskirkja

In lontananza, oltre i tetti delle case, non si può non vedere la chiesa luterana moderna di Hallgrímskirkja, con la sua caratteristica forma che si ispira a Svartifoss, la cascata che si getta dalla parete di basalto nero nel Parco Nazionale di Skaftafell. L’architetto era Guðjón Samúelsson, a cui si deve anche il progetto della chiesa di Akureyri, che nelle forme la ricorda molto, anche se in proporzioni molto più ridotte.
La torre in cemento è alta 74,5 metri ed è visibile praticamene da tutta Reykjavik e anche oltre i confini della città. Per questo ne è forse il simbolo più rappresentativo e più amato.
Al suo interno è presente un gigantesco organo composto da 5.275 canne raggruppate in 72 registri che pesa circa 25 tonnellate ed è alto 15 metri. Il nome (facile da pronunciare, no?) deriva da quello del poeta Hallgrímur Pétursson.
Sulla piazza antistante l’ingresso c’è la statua di Leifur Eriksson, l’esploratore vikingo della saga di Erik il Rosso che, secondo la leggenda, arrivò in America 500 anni prima di Cristoforo Colombo.

Per quanto riguarda la religione cattolica, non molto distante dal Parlamento c’è anche la Cattedrale di Cristo Re (Landakotskirkja) che ospita, appunto, la cattedra del vescovo della diocesi di Reykjavik (che poi è l’unica dell’Islanda): qui potrete partecipare a messe in islandese, inglese, polacco e… latino.

Lo spettacolare impatto dell'Harpa sul lungomare
Lo spettacolare impatto dell'Harpa sul lungomare

L’Icelandic Symphony Orchestra e l’Icelandic Opera si incontrano in una delle costruzioni più avvenieristiche di Reykjavik: l’Harpa Concert Hall and Conference Center. Realizzato nel 2011, è la sede dei principali eventi della capitale, musicali e non solo: dall’esterno non si direbbe che la superficie interna è di 28.000 mq.
La singolare forma, che si ispira a un caleidoscopio, è soprannominata “quasi parallelepipedo“, perché delle 4 facciate, 3 sono disegnate in 2 dimensioni, mentre la quarta si sviluppa in profondità grazie a delle celle poliedriche a 12 facce esagonali. Il riflesso del mare che lo circonda fa il resto della magia.
Per saperne di più sulle scelte architettoniche e vedere qualche foto degli interni, vi rimando al sito ufficiale.
Nel 2013 l’edificio ha vinto il premio Mies van der Rohe, una competizione biennale riservata all’architettura contemporanea.

Se vi va di fare una passeggiata e di spingervi un po’ fuori dal centro in direzione della Reykjavik University (è l’università privata più grande d’Islanda, spesso indicata solo con la sigla RU),  vi suggerisco di salire sulla collina di Öskjuhlíð, un luogo che, oltre a offrire uno splendido panorama sulla città a 61 metri slm e bei sentieri per passeggiate, ospita il Perlan, uno stranissimo edificio composto da 6 cisterne circolari sormontate da un’immensa cupola a specchi.
La terrazza esterna permette di spaziare con la vista su Reykjavik e dintorni, mentre per un’esperienza alternativa, c’è il ristorante nella cupola con vista a 360 gradi. L’idea originale dell’architetto Jóhannes Kjarval era quella di poter ammirare l’aurora boreale attraverso le vetrate della cupola.

Ma il Perlan è anche altro: nei suoi spazi è possibile esplorare diverse mostre dedicate al territorio e alle meraviglie d’Islanda corredate da spiegazioni, esperimenti, reperti unici e audiovisivi in alta definizione:

  • Ice Cave and Glaciers Exhibition ti permette di camminare dentro i tunnel scavati in un vero ghiacciaio.
  • Áróra è un’esperienza immersiva in un planetarium che proietta filmati in 8k a 360° delle Northern Lights esplorandone miti, leggende e rivelando la scienza dietro all’esperienza.
  • Lava Show parla dei vulcani e, in particolare, dell’eruzione del Geldingadalir, iniziata nel 2012.
  • Forces of Nature ti fa conoscere le meraviglie geologiche e ti spiega perché è nostro dovere rispettare sempre l’ambiente naturale.
  • Látrabjarg cliff è l’esplorazione della più grande scogliera d’Europa dove nidificano uccelli: 14 km di estensione per un’altezza di 450 metri.
  • The Ocean è un viaggio in alta definizione attraverso la conoscenza di uno degli ambienti più straordinari della natura.
  • Water in Icelandic Nature è una mostra a tema “acqua” curata dal Museo di Storia Naturale d’Islanda.
  • Timeline of Iceland esplora le ere geologiche islandesi attraverso reperti e ricostruzioni.
  • Polar bears è la mostra che parla degli orsi polari.
  • RIP, OK Glacier è una delle mostre più sconvolgenti: parte dalla constatazione della morte di un ghiacciaio decretata nel 2014, per affrontare le controversie del cambiamento climatico e lasciare un monito tutt’altro che timido nel visitatore.

Potete trovare maggiori informazioni sulle esposizioni in questa pagina.

Con le statue all'ingresso del Perlan
Con le statue all'ingresso del Perlan
Schermi interattivi per esperienze didattiche immersive
Schermi interattivi per esperienze didattiche immersive
Nel ghiacciaio del Perlan
Nel ghiacciaio del Perlan
Una simulazione della morte del Vatnajökull, il ghiacciaio più grande d'Europa
Una simulazione della morte del Vatnajökull, il ghiacciaio più grande d'Europa

Arrivare in aereo

Reykjavik ha un aeroporto, ma non è quello da cui arriverete voi se avete preso un volo internazionale. Il principale aeroporto islandese, infatti, è quello di Keflavik, che dista circa 50 km dalla città. Il Reykjavik Domestic Airport, invece, ospita principalmente voli charter e voli privati, oltre a coprire rotte verso destinazioni nazionali, le Isole Faroe e la Groenlandia.

Per raggiungere il centro città dall’aeroporto di Keflavik, se non si è noleggiata un’auto, ci sono diversi bus che effettuano la tratta, in alcuni casi anche con fermate in corrispondenza dei principali hotel. Le compagnie principali sono Flybus e Airport Direct. Per entrambe è possibile acquistare il biglietto in anticipo visitando questa pagina, al solo scopo di trovare posto all’orario desiderato.

 

Muoversi a Reykjavik

Come ho già avuto modo di dire, Reykjavik non è grandissima e, con il giusto tempo a disposizione, si può visitare bene anche a piedi. Magari, in inverno, sarà un po’ meno piacevole per le temperature, la pioggia o il ghiaccio per terra, ma le distanze restano accettabili.

Un’alternativa è la rete di autobus pubblici della città, che porta il nome di Strætó. Il bus, oltre che efficiente, è anche piuttosto economico: in questa pagina potete trovare le tariffe dei biglietti. Potete pagare anche a bordo, ma è necessario avere l’importo esatto perché potreste non ricevere il resto. Se deciderete di utilizzare il bus con una certa frequenza, potreste valutare l’acquisto del Day Pass, disponibile nei tagli da 24 e 72 ore con una certa convenienza nelle tariffe.

Ci sono anche i carnet da 10 corse, chiamati Klapp Ten: sono cartacei e una volta terminate le 10 corse vanno gettati. La Klapp Card, invece, è una sorta di tessera elettronica sulla quale caricare biglietti o abbonamenti. Sul sito Visit Reykjavik, infine, potete trovare la City Card, ovvero la carta turistica che combina viaggi illimitati sui mezzi del trasporto pubblico e vari sconti per accedere a musei, gallerie, piscine, tours, servizi ed esercizi commerciali. Sono disponibili i formati da 24, 48 e 72 ore.

Se invece voleste essere più autonomi, in estate c’è la possibilità di affittare le biciclette e gli scooter (in realtà, anche in inverno, ma ve lo sconsiglio energicamente per le temperature, le condizioni atmosferiche, la scarsa luce e il fondo stradale spesso ghiacciato).

Il posto migliore

Secondo una recente ricerca che prendeva in considerazione il numero di servizi e la qualità degli stessi, Reykjavik è considerata la città migliore in cui vivere per le persone LGBTQIA+.  Non so dirvi se sia effettivamente la migliore in assoluto, ma vi assicuro che l’inclusività e la naturalezza con cui si fa dell’accoglienza universale una caratteristica insita nel DNA della città, si percepisce in modo tangibile camminando semplicemente per strada. Chiaramente, la mia visione è relativa, dal momento che rispetto a qualsiasi città italiana è piuttosto facile vincere sui temi di accoglienza e servizi rivolti alla comunità queer o alle famiglie omogenitoriali. Nel 2015, ad esempio, la Chiesa d’Islanda ha autorizzato i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Legalmente, i diritti delle persone gay sono sanciti dalla stessa costituzione d’Islanda.

Nel cuore della città, la strada principale considerata il centro della vita queer è Laugavegur, dove si concentrano bar, ristoranti, pub e night club.

Il Reykjavik Pride Festival o, come si dice in islandese, Hinsegin dagar, è un festival che si tiene ad agosto quando l’intera nazione si riunisce per le strade della capitale per celebrare i diritti di tutti e partecipare a eventi, inaugurazioni di gallerie, passeggiate naturalistiche, festival danzanti e molto altro. L’evento più atteso ogni anno a conclusione della settimana di festeggiamenti è la Parata dell’orgoglio di Reykjavik.

Kolaportið

Se siete di passaggio nella zona del porto e vi va di perdervi tra bancarelle fitte che vendono di tutto, vi consiglio di “immergervi” nel Kolaportið, un grande capannone che ospita un mercato delle pulci molto caratteristico (sembra quasi autogestito). Ci troverete cose nuove, cose antiche… e cose vecchie, nel senso che probabilmente qualcuno sta svuotando casa. È il posto ideale in cui trovare oggettini da riportare a casa come souvenir senza spendere troppo.
Non mancano gli stand gastronomici dove si vende, ad esempio, il merluzzo essiccato da mangiare come snack o dove si può assaggiare lo hákarl, il famoso squalo fermentato islandese.
Se aveste bisogni di informazioni, orari o altro, questo è il sito ufficiale, ma vi anticipo che dovrete destreggiarvi con l’islandese perché non c’è la versione inglese.

Diario di viaggio

Le regole dei bagni termali


A Reykjavik, come nel resto dell’Islanda, la tradizione di concludere la giornata rilassandosi nei bagni o nelle piscine pubbliche è molto viva tra la popolazione e può far svoltare la giornata a te, viaggiatore, che hai macinato chilometri a piedi o in auto e vorresti solo andare a riposare sapendo che domani dovrai rimetterti in movimento per il piacere di scoprire e fare nuove esperienze.
Le piscine sono sempre frequentate senza troppe distinzioni di sesso o di età. Alcune sono più scenografiche e altre più semplici, alcune sono riscaldate grazie ai vapori geotermici canalizzati dal terreno e altre sono corredate da servizi che aumentano il comfort e arricchiscono l’esperienza. Accanto al relax gli islandesi non mancano di sfruttare le proprietà curative delle acque termali, come scoprirono già gli antichi vichinghi che, dopo una battaglia, si immergevano nelle terme per curare le ferite. Nelle acque sorgive islandesi, infatti, si possono trovare diversi minerali come silicio e zolfo, ma anche alghe che possiedono proprietà lenitive sulla pelle.
Le prime piscine pubbliche furono costruite proprio a Reykjavik: Sundhöllin è la piscina pubblica più antica d’Islanda e permette di stare a mollo nell’acqua calda osservando Hallgrímskirkja.

Quello che dovete sapere, però, è che ci sono delle prassi da rispettare (al punto che alcune di esse sono impresse sulle magliette vendute nei negozi di souvenir, tanto sono ripetute nelle piscine):

  • togliere le scarpe prima di entrare negli spogliatoi: a volte ci sono degli armadietti o delle scarpiere all’ingresso, mentre i altre strutture vi chiederanno di mettere le vostre scarpe in un sacchetto e portarle con voi
  • lasciare gli abiti negli armadietti e dirigersi alle docce per lavarsi completamente nudi (in alcune piscine e in alcune terme, per i più timidi, c’è un numero limitato di docce con separé)
  • solo dopo la doccia è possibile indossare il costume per recarsi alle vasche
  • in alcune piscine ci sono ambienti separati per uomini e donne
  • le piscine sono un luogo in cui rilassarsi e quindi sono vietati gli schiamazzi e le fotografie (in quelle più turistiche è possibile portare con sé lo smartphone a proprio rischio, ma per le foto è sempre consigliabile rispettare la privacy degli altri ospiti)
  • è buona norma cambiare vasca dopo un po’ che si è entrati, considerando che le temperature possono essere diverse e quindi si può raggiungere una certa temperatura in modo graduale
  • non si possono portare bevande dall’esterno: per questo, in alcune piscine, è disponibile il bar anche con servizio in acqua

La cosa che mi ha fatto sorridere è che ci fosse bisogno, nelle piscine più turistiche come la Blue Lagoon o i bagni Myvatn, di “controllori” nello spogliatoio per assicurarsi che gli ospiti facessero effettivamente la doccia nudi. La cosa divertente è che gli islandesi, nella loro precisione, avevano messo dei cartelli in cui spiegavano le parti del corpo a cui prestare più attenzione nella pulizia: i capelli, le ascelle, i piedi e… sì, proprio lì!
Sembrava quasi che non volessero dare neanche la scusa di poter dire “nessuno mi ha detto che dovevo lavarmi anche lì!”.

Un altro elemento divertente è l’efficienza con cui gli inservienti raccolgono gli asciugamani usati… quindi mi raccomando: tenetevi stretto il vostro anche quando entrate in doccia, perché se passa l’omino vi ritrovate a vagare nudi per lo spogliatoio alla ricerca di un nuovo telo!

Siti Utili

Il sito ufficiale per visitare Reykjavik è:

Qui potrete trovare un elenco di luoghi e attrazioni da visitare, attività da fare, consigli per mangiare e dormire, itinerari consigliati e la possibilità di acquistare la City Card.

Per un elenco dei musei di Reykjavik vi consiglio di partire da questa pagina mentre per gli eventi e le feste della città vi consiglio di visitare questa pagina.

Per orientarvi tra le linee di autobus urbani, ecco il sito ufficiale di Strætó, che contiene anche un comodo pianificatore del viaggi: inserite le località di partenza e di arrivo e avrete l’elenco dei mezzi pubblici da prendere:

Se volete vedere come viene dipinta Reykjavik sul sito delle città della letteratura, vi consiglio di sbirciare la pagina ufficiale ad essa dedicata tra le città designate dall’Unesco:

Se volete prenotare in anticipo la vostra visita al Perlan o saperne di più su orari ed esposizioni, ecco il sito ufficiale della struttura:

Foto di Simona B.
Foto di Simona B.
La legenda delle balene che si possono avvistare nella baia
La guida alle balene che si possono avvistare nella baia
Veduta della città da una nave che entra nella baia
Veduta della città da una nave che entra nella baia
Faro Höfði sul lungomare di Reykjavik
Faro Höfði sul lungomare di Reykjavik

1 comment

I bagni termali - Lallero 2025-07-03 - 15:38

[…] Ingólfur Arnarson costruì la prima fattoria nella costa sud-ovest, chiamò il nuovo insediamento Reykjavik, ovvero “baia dei fumi” proprio per l’attività geotermica e i vapori che […]

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