
L’Islanda, la terra del ghiaccio e del fuoco!
C’è un motivo se l’Islanda è il Paese meno popolato d’Europa: il suo territorio è inospitale!
Terreni di pietra lavica, pozze d’acqua bollenti, vulcani attivi, ghiacciai, nebbia pioggia e venti fortissimi, senza contare intere parti di territorio interno dove, se ti fermi, sei perduto. In inverno, poi, il territorio si riempie di neve e ghiaccio, quando la luce del giorno dura poche ore.
E allora perché mi sento di dirvi che, almeno una volta nella vita, dovete assolutamente visitare questa remota isola?
Sarà forse per il fascino delle storie leggendarie che si tramandano dai tempi antichi e ben si ambientano tra scenari che sembrano usciti da romanzi distopici. Sarà per i panorami che ti regalano orizzonti sconfinati lungo le coste di fiordi e insenature che sembrano uscite dalla tela di un pittore. Sarà per i tramonti, gli schiamazzi dei puffin, gli scherzi dei delfini, il saluto elegante di una megattera, il cielo dipinto di striature rosse, verdi e viola nelle notti di aurora boreale, gli occhiali bagnati dall’acqua vaporizzata delle immense cascate, le lunghe strade senza incontrare nessuno, le passeggiate per i monti o sui ghiacciai, il tifo di incoraggiamento dalla riva per un iceberg che prova a prendere il largo, la discesa nelle grotte e nei vulcani e, alla fine della giornata, sarà per quel bagno rilassante nelle acque calde di un cratere che ti stacca la polvere di dosso e ti rigenera con la carezza che solo la natura ti sa dare.
Ogni viaggiatore ha la sua esperienza di Islanda e quindi è difficile spiegare cosa sia: l’Islanda è tutto questo e anche di più. È la terra del ghiaccio e del fuoco, di Odino e di Thor, ma è anche la casa di tanta gente che sa accoglierti con il calore unico della gente del nord Europa.
È la terra dalle estati col sole che fa finta di tramontare ma torna subito a splendere, oppure degli inverni in cui aspetti le 5 o 6 ore di luce per convincerti che è un nuovo giorno ma ti ritrovi presto avvolto dalle tenebre sotto un immenso cielo stellato.
L’Islanda è soprattutto natura, cordiale o inospitale come solo lei sa esserlo, ma è anche tradizioni, sapori e cultura.
È un viaggio da fare in punta di piedi per esplorare un mondo che non ti aspetti e che cambia a ogni chilometro. È fermarsi ogni tanto e cogliere gli attimi per rielaborarli e ricordarli per sempre una volta tornati a casa.
L’Islanda è più di un semplice viaggio: è una terapia che ti riconcilia col mondo e ti costringe a pensare che forse, questo mondo, va preservato prima che sia troppo tardi.
Il territorio islandese
La definizione di “terra del ghiaccio e del fuoco” non viene dagli sceneggiatori di qualche saga televisiva, ma rispecchia alla perfezione l’origine e la vita di questa terra posta in posizione isolata, quasi ai confini del mondo abitabile.
L’Islanda è posta sulla dorsale sottomarina che va dalla Scozia alla Groenlandia ed è circondata da un grandissimo altipiano sottomarino che ha una profondità media di circa 200 metri. Questa caratteristica, abbinata alla temperature mite della Corrente del Golfo, la rende quel bacino ittico teatro di battute di pesca eccezionali e degli spettacolari avvistamenti di grandi cetacei che portano in visita migliaia di turisti ogni anno.
L’isola, in realtà, esiste a causa del movimento delle due placche continentali eurasiatica e nordamericana: da una fessura lunga 40,000 km si è generata questa terra che per metà appartiene a un continente per metà all’altro. Questo fenomeno si può intuire osservando le foto satellitari che rivelano la posizione dell’isola esattamente sulla spaccatura orientata da sud-ovest a nord-est. Le stesse spaccature si possono vedere sulla terraferma con lo stesso orientamento: questo si verifica perché in realtà l’Islanda è fondale sottomarino emerso dalle acque.
Ci sono diversi punti, sulla terra e sotto il mare, in cui è possibile vedere entrambe le placche continentali, una di fronte all’altra e, in alcuni casi, si può addirittura toccarli contemporaneamente.
Le eruzioni vulcaniche hanno fatto emergere l’Islanda circa 20 milioni di anni fa, rendendola una delle terre emerse più giovani del pianeta… e non pensiate che sia tutto finito: ci sono ancora circa 130 vulcani attivi che ne cambiano quotidianamente l’aspetto (leggete il box in pagina sull’isola di Sursey). Ora vi è chiaro il perché sia denominata “la terra del fuoco“?
Una curiosità: circa un terzo della lava fuoriuscita dalla crosta terrestre dal Medioevo si è solidificata come terreno d’Islanda
Per scoprire perché ci sia anche “la terra del ghiaccio” si può anzitutto considerare la corrente polare che proviene dalla Groenlandia. Si porta dietro immense montagne di ghiaccio che arrivano fino alla costa nord dell’Islanda e vi restano fino all’estate contribuendo all’abbassamento delle temperature. Sui pianori dell’interno si elevano grandi massicci montuosi di roccia vulcanica che raggiungono i 2000 metri e originano espansioni di ghiaccio. Da esse si generano i fronti dei grandi ghiacciai perenni (se un tempo l’Islanda era coperta da una coltre di ghiaccio, oggi il surriscaldamento ha dato origine a immense lagune). Nel sud dell’isola è presente il più grande ghiacciaio d’Europa, il Vatnajökull, che si estende per circa 8.500 kmq. Se messi tutti insieme, i ghiacciai d’Islanda coprono circa 13.000 mq di superficie (l’ottava parte dell’intera isola).
I luoghi da scoprire
Premesso che, se no siete mai stati in Islanda, il modo più semplice per conoscere tutti gli scenari tipici di questa splendida terra è quello di percorrere tutto il Ring e fermarsi ogni 10 minuti, ci sono alcuni luoghi che meritano di essere messi in un itinerario. Ve li elenco di seguito, ma prendetela come una lista della spesa: ognuno ha i suoi gusti e il viaggio perfetto è quello che ci fa stare bene, quindi è diverso per ogni persona.
Sicuramente atterrerete a Keflavik, quindi mettete in conto di esplorare la regione, da una visita alla capitale Reykjavik, a un’immersione tra le calde acque della Blue Lagoon (Bláa Lónið), la spa più famosa d’Islanda. Ma la bellezza di quest’area è proprio il territorio: le coste frastagliate che combattono quotidianamente con le onde del mare, le pozze fumanti delle zone geotermiche, i crateri dei vulcani, i fari, i borghi di poche case e, per non farci mancare nulla, il Brú Milli Heimsálfa che letteralmente è il ponte tra due continenti: potrebbe sembrare un banalissimo canyon, ma in realtà è una spaccatura della crosta terrestre su cui si può tranquillamente camminare: qui si possono vedere la due placche continentali (euroasiatica e nordamericana) allontanarsi di 2 centimetri ogni anno.
Seguendo il Ring verso est si può esplorare la regione del sud, dal triangolo d’oro fino alla laguna glaciale. Non si può non fare una visita alparco nazionale del Thingvellir, importante per la storia dell’isola per la nascita del primo parlamento islandese (il cosiddetto Alþingi) e dove il 17 giugno 1944 venne proclamata la Repubblica d’Islanda. E ancora, in questa regione sarà possibile vedere il geyser di Geysir, così antico, grande e potente da aver dato il nome a questo fenomeno geotermico in tutto il pianeta. Ma ciò che vi lascerà di stucco saranno le tantissime cascate, ognuna diversa e tutte spettacolari. Fino ad arrivare ai ghiacciai di Eyjafjallajökull e Vatnajökull e alla laguna glaciale di Jökulsárlón, sul fronte meridionale di quest’ultimo.
Si prosegue verso est, nella zona dei fiordi orientali. Mettetvi comodi, se siete in auto, perché per attraversare un fiordo dovrete percorrerlo tutto incrociando piccoli borghi col loro porticciolo, che sono stati punti di sbarco nella Seconda Guerra Mondiale o villaggi di pescatori. In estate è facile incappare in feste e festival ed è altrettanto facile lasciarsi trasportare dall’entusiasmo. I fiordi di questo lato d’Islanda, a mio modestissimo parere, i più belli e scenografici, sono una fonte di paesaggi indimenticabili da cartolina, dove i fotografi troveranno pane per i loro denti.
E cammina cammina, si arriva al nord, dove la natura non smette di stupire per la varietà di forme e colori e per la testimonianza di come possa essere dirompente con le sue eruzioni, le erosioni dei venti e delle acque, e il cammino inarrestabile dei ghiacci e delle nevi. Nella provincia di Mývatn c’è un lago dalle acque azzurre nel quale è possibile osservare migliaia di esemplari di uccelli migratori. Vicino al lago c’è il bagno termale più bello dell’isola (secondo me, anche migliore della Blue Lagoon), il Jarðböðin við Mývatn.
Akureyri, a nord, è la seconda città più grande del Paese e si trova al termine del Eyjafjörður, il fiordo più lungo d’Islanda. Non riesco a trovare troppi motivi per andarla a visitare, se non per fare benzina, trovare un bagno e usarla come punto di partenza per recarsi a Husavik e Hauganes dove potrete imbarcarvi per le più belle escursioni della vostra vita, tra balene di ogni specie e dimensione, pulcinelle di mare e delfini.
Questa è anche la terra della Cascata degli Dei (Goðafoss), spettacolare, maestosa… e anche un po’ spaventosa per la mancanza totale di protezioni!
La regione del Westfjords è lontana dai sentieri battuti dal turismo di massa e offre ancora paesaggi selvaggi e cascate mozzafiato. I piccoli villaggi sono un vero e proprio tuffo nel folklore e nelle tradizioni. Scoprite Ósvör, Bolungarvík o il capoluogo della regione, Ísafjörður.
Tornando verso Reykjavik restano da vedere la regione i fiordi dell’ovest, sede della storia geologica dell’Islanda sin dall’inizio della sua formazione. Per questo motivi vi scoprirete tantissimi paesaggi diversi, scorci, oasi di uccelli marini, sorgenti geotermiche, piccoli borghi che vivono a contatto con la natura, fino all’imponente vulcano e ghiacciaio Snæfellsjökull. Sulle coste di questa regione nidificano le più varie specie di uccelli ed è possibile osservare il rapace più famoso d’Islanda: l’aquila dalla testa bianca.
Látrabjarg è il punto più occidentale del continente europeo.
Resta solo la regione centrale dell’Islanda, la terra degli altopiani lontani e inospitali. La lontananza è data dalla difficoltà di raggiungerli se non con mezzi professionali e la fama di inospitabilità, forse, è solo uno stato mentale: in nessun altro posto dell’isola come in questo sarete faccia a faccia con la natura e con la sua forza di plasmare il territorio. Qui vedrete laghi ghiacciati accanto a sorgenti di pozze calde dove fare il bagno, grandi ghiacciai accanto a valli coperte di fiori color magenta, rocce bianche erose dal vapore accanto a sabbie nere donate dai vulcani.
Questa panoramica è solo la punta dell’iceberg (e non ho usato a caso questa metafora) di quanto potreste vedere in Islanda, ma descriverla tutta sarebbe impossibile e vi toglierebbe il gusto dell’esplorazione, quindi buon viaggio!
ATTENZIONE!
Dogana:
- Pur non essendo membro dell’UE, dal 2001 l’Islanda aderisce ai trattati dell’Area Schengen, quindi per varcare la dogana è sufficiente la Carta d’Identità valida per l’espatrio senza dover richiedere alcun visto, a patto che il documento abbia validità per tutto il tempo del soggiorno.
- È consentita l’importazione di massimo 3kg di generi alimentari e comunque per un valore complessivo inferiore a 25.000 corone islandesi (circa 150€). In ogni caso non si possono introdurre nel territorio carne cruda e derivati (tipo salumi), uova e formaggi.
- Ogni viaggiatore può portare con sé un solo telefono cellulare per uso personale.
In Auto:
(per quanto riguarda gli importi delle multe, consulta i valori aggiornati alla data del tuo viaggio)
- Si sconsiglia di superare il limite di velocità anche in aree remote: grazie a una serie di radar è facile prendere molte che sono decisamente salate. Se si paga la multa in loco, viene applicata una riduzione del 25%.
I limiti in città sono pari a 50 km/h mentre fuori città sono di 80 km/h su strade sterrate e 90 km/h su strade asfaltate. - L’uso delle cinture di sicurezza è obbligatorio per tutti i passeggeri del veicolo.
- La quantità massima consentita di alcol nel sangue è 0,5 ppm. Per la guida in stato di ebbrezza è prevista una multa da 24.000 corone a 47.000 corone o la privazione della patente di guida da un mese a vita.
- Le luci di marcia diurna sono necessarie tutto l’anno.
- Guidare al di fuori di strade e tracciati è illegale a meno che il terreno sia ghiacciato e coperto di neve.
Ambiente:
Il governo islandese ha pubblicato un documento per preservare la natura che regola gli standard di condotta sul territorio.
- Durante stagioni di riproduzione o durante periodi di rivegetazione sensibile i proprietari dei terreni possono vietare l’accesso ai turisti. Verificare sempre i cartelli sui sentieri.
- Alcune piante spontanee del territorio islandese sono protette e non possono essere danneggiate, tagliate o colte.
- Il territorio islandese si presta a escursioni e safari: è necessario mantenere un comportamento tale da preservare la vegetazione, la fauna e il terreno (specialmente le rocce che sono spesso preda di cercatori di souvenir). In particolare, si richiede di non rimuovere pietre e non costruire tumuli.
- L’immondizia va portata con sé quando si lascia un luogo: è vietato lasciarla in giro o sotterrarla.
- È vietato accendere fuochi sul terreno con vegetazione.
- Si chiede di mantenere pulite le acque di sorgenti, fiumi e pozze d’acqua.
Può essere utile, prima di partire, leggere le raccomandazioni sul comportamento pubblicate dall’Ufficio del Turismo islandese.
La scheda dell’Islanda
- Nome originale: Lýðveldið Ísland
- Simbolo internazionale: IS
- Nome italiano: Repubblica d’Islanda
- Lingue ufficiali: Islandese e danese
- Nome degli abitanti: Islandesi
- Capitale: Reykjavík
- Governo: Repubblica parlamentare
- Moneta: Corona islandese
- Festa nazionale: 17 giugno (si commemora la fondazione della Repubblica d’Islanda nel 1944 e l’indipendenza dalla Danimarca)
- Popolazione: 393.686 abitanti (dati 2023)
- Superficie: 102.819 Kmq
- …di cui acque: 2,7%
- Fiume più lungo: Þjórsá (230 km)
- Ghiacciaio più esteso: Vatnajökull (8.100 kmq)
- Coste:
- oceano Atlantico (costa est e costa sud)
- mar di Groenlandia (costa nord)
- stretto di Danimarca (costa ovest)
- Estensione costiera: circa 6500 km
- Isole principali:
- Arcipelago delle Westman (Vestmannaeyjar) – isola di Heimaey
- Arcipelago delle Western Isles – isola di Flatey
- Membro UE: NO ma aderisce agli accordi di Shangen
- Membro ONU dal: 19 novembre 1946
- Membro NATO dal: 24 agosto 1949
La bandiera islandese
La bandiera ha uno schema molto a quella danese, detta Dannebrog ma si differenzia per i colori che rappresentano tre caratteristiche importanti per la nazione:
- Il blu è il colore del cielo, intenso e pulito, anche se nei mesi invernali le ore di luce diminuiscono.
- Il bianco è il colore accecante della neve e dei ghiacciai, che ricoprono gran parte del territorio anche in estate.
- Il rosso richiama la lava dei vulcani che ha formato gran parte delle terre emerse dando forma all’Islanda.
La bandiera islandese è diventato ufficialmente il vessillo della Repubblica nel 1944, anche veniva utilizzata in modo non ufficiale già da qualche anno.
L’origine del nome “Islanda”
Esiste un manoscritto, chiamato Landnámabók, che narra la scoperta e la conquista dell’Islanda. C’è scritto che a battezzarla fu Naddoður, un navigatore vichingo. Inizialmente il nome scelto era “terra della neve” (Snaeland), ma in seguito il vichingo Flóki Vilgerdarson utilizzò un termine norreno più simile a “terra del ghiaccio“, da cui si generò il nome Ísland“.
Terra del ghiaccio è anche la traduzione dell’odierno nome inglese “Iceland“.
Siti utili
- Siti del Turismo Islandese: visiticeland.com e visiticeland.com
- Sito dell’Icelandic Road and Coastal Administration (IRCA) per le strade e la viabilità: road.is
- Sito del turismo per l’Islanda del Nord esiste un sito specifico del turismo: northiceland.is
- Sito del turismo per l’Islanda del Sud: south.is
- Sito del turismo per l’Islanda dell’Est: VisitAusturland
- Sito del turismo per l’Islanda dell’Ovest: vesturland.is
- Sito del turismo per la regione del Wstfjord: westfjords.is
- Sito del turismo per la regione di Reykjanes: visitreykjanes.is
- Sito del turismo per le isole Vestmannaeyjar: visitvestmannaeyjar.is
L’organizzazione territoriale
Il territorio islandese è suddiviso amministrativamente in municipalità, contee e regioni. Queste ultime sono chiamate landsvæði e sono 8:
- Austurland (Terra dell’Est) con capoluogo Egilsstaðir
- Höfuðborgarsvæðið (Regione della capitale) con capoluogo Reykjavík
- Norðurland eystra (Terra del Nord-Est) con capoluogo Akureyri
- Norðurland vestra (Terra del Nord-Ovest) con capoluogo Sauðárkrókur
- Suðurland (Terra del Sud) con capoluogo Selfoss
- Suðurnes [Reykjanes] (Penisola meridionale) con capoluogo Keflavík
- Vestfirðir (Fiordi occidentali) con capoluogo Ísafjörður
- Vesturland (Terra dell’Ovest) Borgarnes
Dove i diritti ci sono già
Che siano paesaggi mozzafiato o un atteggiamento accogliente e inclusivo, l’Islanda è avanti anni luce rispetto tante altre parti dell’Europa (non dico del mondo perché sarebbe ovvio: persino l’Italia, fanalino di coda su tantissimi fronti, sembra moderna rispetto al contesto mondiale).
In Islanda non si tratta di trovare posti in cui le persone queer sono “tollerate”, perché siamo già oltre questi atteggiamenti palliativi: l’integrazione di ogni identità di genere è un fatto così radicato nella mentalità della popolazione da essere una cosa normale. Una coppia dello stesso sesso che si tiene per mano mentre passeggia al mercato non desta alcun interesse, nessuna occhiata e nessun sorriso… scivola nell’indifferenza semplicemente perché rientra nella normalità.
Il cammino non è stato facile, ma il popolo islandese è riuscito a fare più che aprire la mente: ha messo nero su bianco diritti e doveri dei cittadini… di tutti i cittadini, rendendoli parte della propria costituzione, ovvero della legge fondamentale di un Paese. Gran parte del merito va al cosiddetto Samtökin ‘78, ovvero The National Queer Organization, un gruppo di attivisti che dal 1978 ha lavorato costantemente per dare visibilità a chi non ne aveva (qui la pagina web ufficiale).
Come mi ha detto un gruppo di ragazzi in un pub di Reykjavik: «In Islanda non si tratta più di lottare per i diritti, perché i diritti ci sono. Si tratta di limare piccole cose ma oramai ci possiamo permettere di trasformare le parate del Pride in una festa anziché in una marcia di protesta».
So che c’entra poco con il turismo e con i viaggi, argomento di cui tratto nelle pagine di Lallero, ma lasciatemi raccontare il cammino di questo popolo in questo ambito, perché è stato pioniere su moltissimi fronti e, per tanti versi, è da ammirare per il coraggio e la visione.
Le leggi che condannavano le persone omosessuali, colpevoli del crimine della devianza sessuale, a essere rinchiuse in centri di riabilitazione vennero abolite solo nel 1940 e il primo coming out pubblico di una celebrità si ebbe solo nel 1975. Fu Hörður Torfason, autore e cantautore, che, travolto dallo scandalo, anziché fuggire in Danimarca fondò il già citato Samtökin ‘78. Grazie all’incessante lavoro su tutto il territorio, nel 1996 l’Islanda fu la prima nazione al mondo a riconoscere legalmente i matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Dal 2000 il governo rese legale l’adozione per le famiglie omogenitoriali e altre leggi in materia di figli, gravidanza e adozioni vennero rese effettive dal 2006 in poi. L’Islanda ottenne l’ennesimo primato mondiale quando elesse Jóhanna Sigurðardóttir ovvero, per prima volta al mondo, un Primo Ministro apertamente gay.
Dal 2010 le persone possono sposarsi senza la necessità di definire il proprio sesso nei documenti matrimoniali: la famiglia diventa unica e universale senza doversi mettere delle etichette.
Ma si sa… in ogni luogo e in ogni tempo la religione rappresenta l’elemento di discernimento più difficile da risolvere: seguo il cuore o il magistero? La grande svolta arriva nel 2015 quando la Chiesa d’Islanda accoglie il matrimonio omosessuale nelle proprie chiese.
Oggi in Islanda i pregiudizi contro i gay sono inesistenti al 99,9%, ma la storia ha insegnato che la lotta non si ferma quando solo qualcuno sta bene e quindi si prosegue per salvaguardare i diritti di altri gruppi minoritari con poca o nessuna voce in capitolo.
Ed è così che siamo arrivati al Pride islandese, o Reykjavík Pride, che da antica marcia di protesta diventa oggi un evento nazionale per celebrare l’amore, la gioia e la ricchezza della diversità. in quesi giorni di agosto, la strada Skólavörðurstígur, che porta dalla chiesa di Hallgrímskirkja a Laugavegur, si tinge con i colori dell’arcobaleno.
Surtsey: l’isola più giovane
Nell’arcipelago delle Vestmannaeyjar, a sud dell’Islanda, c’è l’isola di Surtsey, che non sarebbe nulla di speciale, a parte il fatto che non esisteva prima del 1963, quando dei pescatori si accorsero che l’acqua del mare stava ribollendo a causa di un’eruzione vulcanica che durò ben quattro anni. Nel 1967, quando il mare smise di agitarsi, in quel punto c’era una nuova isola di 2,7 kmq.
Le fu dato il nome di Surtur (Surtr), il gigante di fuoco della mitologia norrena, uno dei “Figli di Múspell”, che all a venuta del Ragnarök avrà il compito di incendiare quel che resta del mondo.
A causa delle erosioni, oggi l’isola si estende per soli 1,4 kmq ed è un vero e proprio laboratorio biologico a cielo aperto (motivo per cui non sono ammessi turisti) in cui è possibile studiare in tempo reale come nasca la vita su una terra appena nata. A oggi, sembra che la prima forma di vita sia l’alga Anabaena variabilis.
C’è anche un mistero legato a quest’isola, legato alla scoperta di resti fossili, che sono teoricamente inconcepibili per una roccia appena formatasi da lava fusa.
Surtsey è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
La religione
La Costituzione islandese sancisce la libertà di religione benché esista una “religione di stato” che è il luteranesimo, professato secondo la Chiesa Nazionale d’Islanda (Þjóðkirkjan) a cui aderisce quasi il 60% della popolazione.
Esistono altri gruppi minori come l’Islam, il Buddhismo, l’Ebraismo e l’Induismo, ma è da evidenziare come esistano anche movimenti di protesta che si autoproclamino religione (come la chiesa Zuista) o fedeli di culti norreni pre-cristiani (come l’Ásatrúarfélagið).
In questo contesto, una gran parte della popolazione islandese è atea (circa il 10%), specialmente tra le fasce giovanili (oltre il 40% degli under 25) o non dichiarata. Questo fatto è importante dal punto di vista amministrativo perché nella dichiarazione dei redditi si chiede di dichiarare l’appartenenza religiosa al fine di distribuire quote percentuali delle imposte alle chiese del territorio. Se non viene indicato nulla, i soldi vengono incassati dallo Stato.
Facciamo nomi e cognomi!
Cominciamo col dire che i nomi propri islandesi seguono regole precise che, vi chiedo scusa, non ho capito: se foste più bravi di me, sono pronto a pubblicare la vostra spiegazione. Fatto sta, però, che devono essere scelti da una lista ufficiale oppure i genitori dovranno fare richiesta a una commissione per ottenere il permesso di usare un nome diverso.
Per quanto riguarda i cognomi, se mai vi capiterà di presentarvi a dei nuovi amici islandesi, vi sembrerà che i suoni siano molto simili tra di loro… che siano tutti cugini?
Il motivo, in realtà, è che non vengono utilizzati veri e propri cognomi, bensì dei patronimici, ovvero dei genitivi che hanno come radice il nome del padre e che terminano in uno dei due suffissi son (che vuol dire “figlio”) o dóttir (che significa “figlia”) secondo le seguenti regole:
- son si utilizza per i maschi dopo il patronimico del padre
- dóttir si utilizza per le femmine dopo il patronimico del padre
Quindi, se ho capito bene, Ásberg figlio di Jon si chiamerà Ásberg Jonsson. Allo stesso modo, Alexandra figlia di Jon (non ci è dato sapere se sia lo stesso Jon di Ásberg) sarà chiamata Alexandra Jonsdóttir.
Questo modo di comporre i nomi, anche se concettualmente chiaro, mi mette un po’ a disagio, perché non potrò mai chiamare un tizio per cognome, in quanto il patronimico dice di chi è figlio e il suo sesso, ma non lo identifica univocamente (nell’esempio precedente, non posso chiamare il signor Jonsson e la signora Jonsdóttir, sia perché non è il loro cognome, sia perché gli sto dicendo che sono entrambi figli di Jon… che non so chi sia!!). D’altro canto, se non ho confidenza con lui/lei, non mi sembra carino chiamarli solo per nome. E allora devo usare ogni volta tutto il blocco nome + patronimico?
No! Questa cosa non mi è per niente chiara.
Vale la pena tornare in Islanda per approfondirla!
Gli aeroporti islandesi sono gestiti da ISAVIA (sito ufficiale: isavia.is da cui è possibile accedere ai siti di tutti gli aeroporti del Paese). I principali aeroporti civili sono:
- KEF – Aeroporto internazionale di Keflavík (Reykjavik)
- RKV – Aeroporto nazionale di Reykjavík
- AEY – Aeroporto nazionale di Akureyri
- EGS – Aeroporto nazionale di Egilsstaðir
- IFJ – Aeroporto nazionale di Ísafjörður
- VEY – Aeroporto nazionale diVestmannaeyjar (Westman Island Town)
- HZK – Aeroporto di Húsavík
- HFN – Aeroporto di Hornafjörður (Höfn í Hornafirði)
La compagnia di bandieranislandese è Icelandair, che ha come hub principale l’aeroporto di Keflavík. La compagnia principale low cost è Play Airline, anch’essa di base a Keflavik. Le rotte da e per l’estero sono gestite nell’aeroporto di Keflavik, che ha un collegamento con l’aeroporto di Reykjavik (distante 50 km) per proseguire sulle rotte interne che collegano la capitale con diverse parti del territorio e con le principali isole.
Le strade dell’Islanda non sono molte e per 2/3 sono strade non asfaltate, quindi se ci si vuole spingere in posti meno turistici, potrebbe essere necessaria un’auto a trazione 4×4 oppure una moto con pneumatici e assetto speciali per non trovarsi in mezzo ai guai.
La strada principale è il cosiddetto “Ring“, che in islandese si chiama Hringvegur, e permette di percorrere tutta la costa della nazione descrivendo un anello chiuso. È lunga 1.339 km e, per quasi tutta la sua estensione, presenta una corsia per senso di marcia quindi, in prossimità dei maggiori centri abitati o dei principali siti turistici, la circolazione potrebbe essere più lenta.
Lungo il suo percorso si incontrano la maggior parte delle attrazioni naturalistiche del Paese e le principali città.
Le piste bianche sono segnalate con la lettera F seguita da un numero. La F sta per Fjallvegir, cioè strada di montagna in islandese. Come detto sopra, il transito è riservato a veicoli da fuoristrada (non è un consiglio: è la legge, quindi attenti).
Le altre lettere per riconoscere le strade sono:
- S – Strada Principale (Stofnvegur)
- T – Strada Secondaria (Tengivegur)
- L – Strada Rurale (Landsvegur)
- H – Strada Provinciale (Héraðsvegur)
Gli spostamenti in bus sono molto comuni tra centri abitati e la scelta è ampia: in ogni zona abitata troverete un servizio pubblico e compagnie private per i trasporti urbani, tra città sul territorio nazionale e pullman turistici per escursioni o spostamenti.
A Reykjavík, la compagnia che si occupa del trasporto urbano è Strætó bs con una ventina di mezzi. Per conoscere linee e trasporti, consultate il sito ufficiale.
Lungo le coste islandesi ci sono 86 porti, molti dei quali di piccole dimensioni e dedicate a poche tratte specifiche o al servizio turistico (è molto diffuso il Whale Watching).
I porti principali sono: Reykjavík, Akureyri, Keflavík, Hornafjörður, Ísafjörður, Raufarhöfn, Seyðisfjörður, Straumsvík e Vestmannaeyjar.
Forse a causa delle condizioni climatiche e della struttura del suolo, l’Islanda non è dotata di ferrovie, tramvie o metropolitane.
Girare l’Islanda in bicicletta è difficile ma non impossibile per chi è ben allenato: lunghe distanze, territori poco popolati, strade sterrate e il clima pronto a cambiare all’improvviso. DI sicuro è gratificante, perché ti porta a visitare luoghi e scoprire paesaggi unici in un’atmosfera di pace, lontani dall’inquinamento di auto, luci e rumori.
La strada principale Route 1, Hringvegur (Ring in ingòese), per quanto sia comoda è abbastanza trafficata dalle automobili e dai mezzi turistici: le piste ciclabili sono rare e i ciclisti devono condividere la strada con veicoli a motore, quindi è consigliato utilizzare strade alternative che portino su altipiani più tranquilli, come il sentiero attraverso Kjölur.
Poiché le distanze sono grandi, è consigliato impegnarsi in un viaggio in bicicletta solo se si è adeguatamente preparati e se si ah una buona attrezzatura (camere d’aria, materiali per le riparazioni, mappe, GPS e strumenti di comunicazione).
L’islandese è complicato, sia per la pronuncia, sia per l’attitudine a costruire parole lunghissime in cui ogni pezzo che si aggiunge vuol dire qualcosa in più, fino a costruire una descrizione figurativa di quello ciò che si vuole dire.
Ad esempio, uno dei vulcani più famosi, si chiama Eyjafjallajökull (provateci pure, ma non lo pronuncerete mai come dovrebbe essere) è l’unione di tanti pezzi che, letteralmente, vogliono dire:
- Eyja = isola
- Fjall = montagna
- Jökull = ghiacciaio
E quindi il nome nella sua interezza vuol dire: Il ghiacciao sulla montagna con le isole (intendendo le isole Vestmann non troppo distanti).
Con lo stesso meccanismo scoprirete che Reykjavik è la Baia del fumo, Dettifoss è la Cascata delle acque che precipitano e Kirkjubaejarklaustur vuol dire La fattoria con il convento e la chiesa.
È una lingua del ceppo germanico, ma ha avuto un’evoluzione che l’ha complicata ulteriormente rispetto ai ceppi dell’Europa centrale andando ad aggiungere tanti accenti e due lettere… strane: ð e Þ. Quindi, ricapitolando, avrai la mia totale ammirazione se imparerai l’islandese, ma il mio consiglio è di scambiare qualche parola per compiacere il tuo interlocutore e poi passare immediatamente all’inglese (che parlano molto bene praticamente tutti) prima di metterti nei guai!
Ecco di seguito qualche parola e qualche frase in islandese per strappare un sorriso alle persone che incontrerete (in alcuni casi vi sembrerà di pronunciare nomi di divinità norrene) o per comprendere pezzi di nomi scritti sui cartelli:
- Sì – Já / No – Nei
- Ciao – HÆ(la pronuncia è molto simile all’inglese Hi, ma con tanti fiato in più)
- Buona giornata – Góðan daginn
- Buona sera – Gott kvöld
- Buona notte – Góða nótt
- Destra – Haegri
- Sinistra – Vinstri
- Arrivederci – Bless
- A presto – Bráðum
- Grazie – Takk
- Grazie mille – Takk fyrir
- Prego – Ekkert ad thakka
- Come ti chiami? – Hvað heitir þú?
- Mi chiamo… – Eg heiti…
- Sono qui in vacanza – Ég er hér í fríi/á ferðalagi
- Non ho capito – Ég skildi ekki
- Dov’è il bagno? – Hvar er klósettið?
- Lei parla inglese? – Talar þú ensku?
- Aiuto! – Hjálp!
- Mi scusi, Mi dispiace – Því miður
- Mi sento male – Mér líður illa
- Come va? – Hvernig gengur?
- Non mi sento bene – Mér líður ekki vel
- Mi fa male la schiena – Mér er illt í bakinu
- Ho mal di gola – Ég er með hálsbólgu
- Farmacia – Apótek
- Ospedale – Sjúkrahús
- Ristorante – Veitingastaður
- Acqua – Vatn
- Latte – Mjólk
- Pane – Brauð
- Caffè – Kaffi
- Birra (chiara) – (Ljóshærður) Bjór
- Vino – Vin
- Vino bianco – Hvítvín
- Vino rosso – Rauðvín
- Posso avere una birra alla spina, per favore? – Má ég fá mér kranabjór vinsamlegast?
- Posso vedere il menù? – Má ég sjá matseðilinn?
- Salute! – Skál!
- Buon appetito! – Verdi ther ad godu
- Il conto, per favore? – Reikninginn, takk ?
- Quanto costa? – Hvað kostar það?
- Nord – Norður
- Sud – Suður
- Est – Austur
- Ovest – Vestur
- Passaporto – Vegabréf
- Bagaglio – Farangur
- Automobile – Bíll
- Taxi – Leixubíll
- Barca – Skip
- Aereo – Flugvél
- Aeroporto – Flugvöllur
- Porto – Höfn
- Cascata – Foss
- Laguna – Lón
- Ghiacciaio – Jökull
- Lago – Vatn
- Baia – Flói
Ringrazio Simona e Cristiana per la foto della via Skólavörðustígur con i colori arcobaleno.