La chiesa più importante di Cracovia
Anche se formalmente la Basilica di Santa Maria (in polacco, Kościół Mariacki) è seconda per importanza alla Cattedrale sul colle del Wawel, per gli abitanti di Cracovia è il vero centro della città. Se vi chiedete perché sia “storta” rispetto alle forme geometriche precise della piazza che la circonda, la risposta è semplice: quando venne costruita, nella sua prima forma più modesta, la piazza non esisteva ancora!
Esatto: Santa Maria venne edificata nel 1222, prima ancora che Cracovia ricevette dignità di città dal Diritto di Magdeburgo (la raccolta di norme per i comuni medievali tedeschi che, dal 1261 rappresentò la più importante legiferazione per l’evoluzione delle autonomie dei comuni ai tempi del Sacro Romano Impero).
A quel tempo, quindi, si seguirono le norme architettoniche per le chiese che volevano il presbiterio rivolto a est.
Chiaramente, la chiesa originale non aveva nulla a che vedere con quella odierna e i resti di quella prima costruzione, ricordo del passaggio dei Tartari, sono ancora sotto il livello stradale.
L’imponente basilica che troneggia oggi in un angolo della Piazza del Mercato venne edificata a partire dal XIV secolo a opera di un mercante, Mikołaj Wierzynek, che fondò l’attuale presbiterio mantenendone l’inclinazione originale. Successivamente venne realizzato il corpo della struttura a tre navate in stile gotico con l’ingresso a ovest, caratterizzato dalle due torri di diversa altezza (se non avete ancora letto l’articolo sulla leggenda dei due fratelli rivali, è il momento per farlo). Infine, tra il XV e il XVI secolo, arrivarono le cappelle laterali e il portico (detto più propriamente “protiro”) davanti all’ingresso.
Le realizzazioni successive, avvenute nell’arco di due secoli, fecero sì che al progetto gotico iniziale si fondessero altri stili che sono tutt’ora visibili, tra cui l’art noveau e il barocco, dando vita a una rappresentazione unica nel suo genere tra architettura e arte sacra.
Diario di Viaggio
Cracovia val bene una messa!
Rispetto alla prima volta che visitai Cracovia, nel 2023 ho trovato una sorpresa: per entrare a Santa Maria c’era bisogno di acquistare un biglietto.
Premesso che, in quanto romano, trovo sconveniente far pagare per entrare in un luogo di culto dal momento che il nostro patrimonio artistico-religioso è aperto gratuitamente a tutti i visitatori del mondo, il problema principale è stata l’atmosfera.
La bellezza di una chiesa, per come concepisco io questi luoghi, si apprezza soprattutto nel silenzio e nella preghiera e non solo apprendendo i segreti delle opere dalla voce (quasi sempre troppo alta) di una decina di guide che ti girano intorno. Spesso mi piace sedermi sulle panche per vedere come si accostano al Mistero i locali, oppure resto a guardare un quadro nella luce naturale del giorno filtrata dalle finestre più o meno colorate della chiesa oppure, ancora, ascolto i canti eseguiti dal coro di turno mentre il pulviscolo in controluce danza al ritmo di un alleluja.
E tutto questo mi piacerebbe farlo senza essere scavalcato da gruppi di persone che devono assolutamente procedere compatte come una testuggine romana.
Per farla breve, il risultato della visita nel mio ultimo viaggio non mi aveva soddisfatto.
Per fortuna, quando sono in vacanza in una città d’arte, ho l’abitudine di alzarmi presto per andare a scattare foto o girare video prima che i luoghi d’interesse si riempiano di folla. Spesso è il modo per osservare la città che prende vita mentre le squadre di pulizia occultano le prove dei bagordi della notte precedente. Vedo i ristoranti e i bar che si riforniscono o semplicemente la vecchietta che cambia i fiori all’edicola della Madonna sul bordo della strada.
A Cracovia, mentre ero intento a fare foto panoramiche di una Piazza del Mercato semideserta, ho notato un po’ di persone vestite in abiti da ufficio che entravano sporadicamente dentro Santa Maria e ho deciso di avvicinarmi. La chiesa era aperta per la messa del mattino e l’orario di apertura al pubblico non era ancora iniziato.
Ho deciso di mettere via la reflex e di seguirli. Mi sono seduto in una delle panche di legno sul fondo e ho partecipato alla messa in polacco: alla fine puoi non capire le parole specifiche, ma la liturgia è quella!
Sono stato molto contento di quei 40 minuti (la durata della funzione) in cui ho potuto vedere tanto. C’erano persone di tutte le età e, nonostante fossimo nella principale cattedrale di Cracovia, l’atmosfera era quella di una parrocchia di periferia dove tutti si conoscono e un sorriso e una stretta di mano non si negano neanche allo straniero che probabilmente è entrato per curiosità.
Dopo quel piacevole momento comunitario, mentre uscivo, ho guardato il custode che era pronto per iniziare un’altra giornata a tenere a bada le folle. Avrei voluto chiedergli di scattare delle foto ma avevo paura di approfittare di quell’accoglienza improvvisata. Fu lui a farmi un cenno di assenso minando con la mano lo scatto.
E fu così che, grazie a una messa alle 7 del mattino, uscii di lì con un bel ricordo e la foto della cattedrale vuota come non l’avevo mai vista!
Non sai dove posare gli occhi
La chiesa è lunga un centinaio di metri e larga circa 40, divisa su tre navate di cui la più grande è quella centrale.
I fedeli utilizzano l’ingresso centrale sul lato ovest, anche perché quando c’è poco afflusso la messa viene celebrata nella prima cappellina di destra subito dopo il portone.
I due ingressi laterali sono utilizzati per canalizzare i flussi dei turisti.
Gli interni sono ricchi di opere, affreschi e decorazioni in legno, tanto da non sapere dove posare gli occhi per la quantità di particolari, ma ciò che colpisce subito appena si entra e gli occhi si abituano alla luce, è il meraviglioso soffitto stellato di un blu intenso con stelle dorate realizzate dall’artista Jan Matejko.
L’altare è stato definito “uno dei più belli d’Europa” e si deve all’arte di Veit Stoss che impiegò ben 12 anni a realizzarlo: il polittico che si erge sullo sfondo contiene più di 200 immagini che vogliono rappresentare scene della vita della Madonna così come sono state descritte nei Vangeli. Per imprimere maggiore realismo all’opera, Stoss disegnò le figure sui sette pannelli lignei prendendo come modelli persone vere di Cracovia e quindi riproducendo i tratti del suo popolo.
A rivelarlo sono alcuni segni particolari, come mani consumate dal lavoro o l’alta percentuale di calvizie dei personaggi.
L’opera misura 13 metri di altezza per 11 di larghezza e venne consacrata con l’altare nel 1849.
Durante l’occupazione tedesca del 1940 il complesso dell’altare venne portato in Germania ma fu restituito alla Polonia nel 1946.
Meno d’impatto ma comunque da ammirare sono le cinque pale d’altare dipinte dal veneziano Giambattista Pittoni che adornano gli altari disposti lungo la navata centrale. Si tratta dell’Annunciazione, l’Adorazione dei Magi, la Madonna col Bambino e san Filippo Neri, Maria Maddalena e San Sebastiano.
Un monito dal passato
Girando intorno alle mura esterne della basilica vi capiterà di imbattervi in alcune catene di ferro appese al muro (kuny): quello è il luogo in cui venivano legate le persone che ricevevano una pena per reati come il furto o l’adulterio, oppure anche solo per essere stati sorpresi ubriachi per le vie di Cracovia.
Le gemelle diverse
Guardando la facciata della basilica, la prima cosa che colpisce sono le due torri asimmetriche: la più alta misura 81 metri, mentre quella bassa solo 69. Il perché siano diverse resta un mistero, che però ha alimentato la leggenda dei due fratelli rivali che fecero a gara per costruire la torre più alta fino al tradimento di uno dei due (leggete di più in questo articolo!).
La torre più alta è detta “hejnalica” o anche “torre di avvistamento” perché dalla sua sommità la vedetta poteva dare l’allarme in caso di avvicinamento dei nemici. In quel caso avrebbe suonato l’Hejnal, appunto, ovvero il segnale di pericolo con la tromba. A partire dal tardo medioevo, la torre fu presidiata da una sentinella che suonava l’Hejnal all’apertura e chiusura delle porte della città e, successivamente, ogni ora. Questa melodia è diventata una caratteristica della città e uno dei suoi simboli, e viene ancora oggi suonata verso i quattro angoli della Terra ogni ora, ma se foste curiosi di sapere perché il suono della tromba si blocca improvvisamente, devo rimandarvi a questo articolo sulle leggende di Santa Maria.
Sulla torre più bassa alloggiano cinque campane udibili anch’esse ogni ora poco prima dell’Hejnal. La campana più antica, del XV secolo, prende il nome di Pół-Zygmunt e si narra che venne portata a mano da un certo Stanisław Ciołek senza che nessuno lo aiutasse.




