Un castello, una cattedrale e, chiaramente, un drago!
Se la Piazza del Mercato è il centro della vita di Cracovia, la collina del Wawel è il luogo più importante per la sua storia: se navigate lungo la Vistola ve la troverete davanti, come una roccaforte a difesa della città in allerta lungo la riva sinistra di un’ansa del fiume. Le mura a strapiombo e le torri dicono allo straniero di non pensare nemmeno a sferrare un attacco, perché la difesa sarà serrata… e se non bastasse, alla base delle mura, sul lungofiume, appena fuori da una grotta che si apre nelle mura stesse, ecco le fiamme sputate dalla bocca del drago che dice a tutti chi è che comanda da queste parti!
Se ancora non la conosceste, vi consiglio di leggere le leggende legate al drago di Cracovia.
Ma ecco che, scrutando oltre i merli e le torri, si intravede dell’altro tra spesse mura e alte guglie: è il tesoro custodito sulla collina. Qui infatti hanno la propria sede la Cattedrale di Cracovia e il Castello del Wawel.
Se nella Cattedrale furono incoronati la maggior parte dei reali di Polonia, a partire dal 1320 con Ladislao I il Breve, è dal Castello che hanno esercitato il proprio potere sul regno fino al giorno che la città perse il suo status di Capitale a favore di Varsavia (nel 1596). Nonostante lo spostamento del governo, le incoronazioni sul Wawel continuarono fino al 1734, con Augusto III il Sassone e Maria Giuseppa d’Austria.
Non potete immaginare una visita a Cracovia senza un passaggio sul Wawel, quantomeno per affacciarvi dalle sue mura e immaginare come doveva apparire, in tempi antichi, la vista sulla città che, attraversata dalla Vistola, si estendeva in tutte le direzioni facendo di questo colle di 228 metri slm il centro del mondo polacco.
Siti di riferimento
Per conoscere gli orari di apertura, le informazioni sulle visite e acquistare i biglietti, il sito di riferimento è wawel.krakow.pl. Commutate sull’inglese e troverete un ampio menu per accedere sia alle visite tradizionali, sia alle mostre temporanee. Una cosa che ho trovato comoda è che non siete obbligati a visitare tutto e tutto nello stesso momento: è possibile acquistare biglietti per questa o quella parte del castello (stanze ufficiali, appartamenti privati, armeria e tesoro della corona, Wawel perduta, arte orientale, grotta del drago) scegliendo persino orari diversi per ciascuna di esse.
Se non riusciste a organizzarvi prima di arrivare, c’è una biglietteria molto efficiente per acquistare le visite al momento con tempi d’attesa non eccessivi.
Quello che invece non potete permettervi è di arrivare impreparati per la Cattedrale: la biglietteria è di fronte all’ingresso della chiesa e la fila è sempre molto lunga. Per questo vi consiglio caldamente di programmare la vostra visita tramite il sito katedra-wawelska.pl in cui potete trovare tutte le informazioni importanti ma mantiene alcune pagine solo in polacco: per procedere all’acquisto del biglietto dovrete cliccare sul pulsante in alto a destra “Kup bilety” e procedere in maniera intuitiva. Alternativamente, potete farvi aiutare dalla reception del vostro hotel una volta arrivati in città, ma potreste dover aspettare una data diversa per via delle numerose prenotazioni.

Il Castello del Wawel
In polacco si chiama Zàmek na Wawelu e sembra più un palazzo rinascimentale che un castello, se non fosse stato posizionato su una collina fortificata. Eppure fu la sede reale per gli anni gloriosi in cui Cracovia era il centro della vita polacca ed europea.
Oggi è il simbolo indiscusso dell’identità polacca e vanta il primato di primo edificio a essere entrato nella lista dei patrimoni dell’umanità redatta dall’UNESCO.
La prima versione del palazzo, realizzato dalla famiglia Piast, Duchi di Polonia, nell’VIII secolo era in stile gotico ma la forma attuale tradisce una serie infinita di aggiunte e modifiche alla struttura originale.
Intorno all’anno 1000, Mieceslao I edificò una chiesa attigua al castello intitolata a Santa Maria Egiziaca, che divenne poi la Cattedrale grazie alle ristrutturazioni del XII secolo.
La trasformazione in un vero e proprio Palazzo del potere avvenne tra l’XI e il XII secolo, ma fu solo l’inizio dei passaggi che servirono ad arrivare alla forma e allo stile attuale. Fu Ladislao I, incoronato nel 1320, a rendere il Wawel, col proprio regno, il simbolo della monarchia nazionale, mentre la forma e la dimensione definitiva fu definita durante il regno di Casimiro III il Grande.
A seguito di un grande incendio, nel 1499, re Alessandro Jagellone approfittò della ricostruzione per dare al castello uno stile rinascimentale, grazie al lavoro dell’architetto fiorentino Francesco della Lora. I lavori terminarono nel 1536, per poi essere distrutto gran parte del lavoro in un altro incendio. Per il restauro vennero ingaggiati nel tempo nomi come Bartolomeo Berrecci, Nicola Castiglione e Matteo l’Italiano, che terminarono i lavori nel 1549.
La gloria non durò molti anni perché, nel 1596, Sigismondo III Vasa spostò la capitale a Varsavia, facendo perdere al castello del Wawel la centralità che aveva. Dal punto di vista religioso, invece, la Cattedrale che nel frattempo era diventata monumentale, rimase il luogo di culto più importante della Polonia. Per questo, fino al Novecento, vi furono incoronati e sepolti la maggior parte dei reali della Polonia.
Dal 1038 al 1596 il Castello del Wawel fu il cuore del potere monarchico polacco.
La visita può essere spezzata in più momenti seguendo la divisione proposta dalla biglietteria museale:
- la Tesoreria Reale e l’Armeria,
- le Camere di Stato,
- gli Appartamenti Reali Privati,
- il Wawel Perduto,
- la mostra di Arte Orientale
- la grotta del drago
L’ultima, chiaramente, è una piacevole passeggiata (se per voi una scala a chiocciola di un centinaio di scalini è un’esperienza piacevole) nelle grotte scavate tra la roccia calcarea sotto il castello per rivivere una delle leggende popolari più amate di Cracovia, ovvero la storia del drago del Wawel.




La Cattedrale di Cracovia
Sebbene il cuore di ogni visitatore venga rapito dalla chiesa di Santa Maria, nella Piazza del Mercato, il principale luogo religioso di Cracovia è situato sulla collina del Wawel ed è la basilica arcicattedrale dei Santi Stanislao e Venceslao o, semplicemente, la Cattedrale del Wawel. Oltre a essere la sede della “cattedra del vescovo della diocesi” è anche il santuario nazionale polacco, il luogo in cui venivano incoronati i sovrani polacchi e, la sede della sepoltura di molti di essi. A livello ecclesiastico, è considerata la chiesa madre dell’arcidiocesi di Cracovia (se ancora non vi fosse chiaro il significato di “cattedrale”, vi invito a visitare questa pagina).
Nata inizialmente come parte integrante del Castello reale, assunse progressivamente una propria dignità di edificio separato.
Anche se i primi documenti relativi alla sua costruzione risalgono all’anno 1000, la forma particolare della cattedrale suggerisce che sia stata rivisitata, trasformata e arricchita in diversi momenti successivi. Al secondo tempio, ad esempio, restano in lascito la cripta di San Leonardo e il basamento della Torre delle Campane d’Argento, risalenti all’inizio del XII secolo. Fu solo nel XIV secolo, però, che la pianta assunse le forme che ritroviamo ancora oggi, anche se le varie cappelle arrivarono nel corso dei secoli successivi, ciascuna con lo stile proprio del suo tempo di costruzione. In totale sono 19.
Una di queste, da non perdere assolutamente, è la cappella di Sigismondo che è considerata uno dei reperti d’arte più importanti della città. Molti testi d’arte la definiscono infatti «il più bell’esempio del Rinascimento toscano a nord delle Alpi». Realizzata tra il 1519 e il 1533, presenta stucchi, dipinti e sculture realizzate dai più rinomati artisti dell’epoca, come Bartolomeo Berecci (che ne fu architetto), Santi Gucci ed Hermann Vischer. Al suo interno riposano le spoglie di re Sigismondo I Jagellone detto il Vecchio, di re Sigismondo II Augusto e della regina Anna Jagellona.
Altra tappa obbligata è la Cappella della Santa Croce, dedicata a re Casimiro IV Jagellone, la cui lapide riporta la sua immagine scolpita in marmo da Veit Stoss. Ma non è il solo protagonista della cappella: infatti una lastra d’ottone nel pavimento ricorda sua moglie, la regina Elisabetta d’Asburgo, conosciuta come “la madre dei re”, dal momento che quattro dei suoi figli divennero re e sette delle loro figlie contrassero matrimoni reali imparentandosi, di fatto, con tutte le dinastie regnanti d’Europa.
Il centro della chiesa è occupato da un altare a baldacchino che conserva il sepolcro di San Stanislao, vescovo, martire e patrono della città, morto nell’XI secolo. Il reliquiario d’argento è decorato con scene della vita del santo ed è sorretto da quattro angeli sotto una cupola dorata.
Visitando il deambulatorio, alle spalle del presbiterio (la zona dell’altar), è collocato il Cristo crocifisso nero, che risale al XIV secolo e che è considerato miracoloso (si narra che la stessa regina Edvige si ritirasse qui in preghiera).
L’intera chiesa è costellata di sarcofagi contenenti le spoglie dei sovrani polacchi: il più antico è quello di Ladislao I di Polonia detto il Breve del 1333. Molto altri sono nelle cripte, che si possono visitare acquistando un biglietto a parte, che comprende anche la Torre di Sigismondo. Sulla sommità di quest’ultima c’è la campana più famosa della Polonia, ovvero la “Zygmunta“, o campana di Sigismondo, dal peso di circa 11 tonnellate e un diametro di 2,5 metri. I suoi rintocchi, nella storia, hanno accompagnato la festa per la nascita dei figli dei sovrani e i funerali di questi ultimi. Fino al 2000 deteneva il record di campana più grande della Polonia.
Entrando dall’ingresso principale dovrete salire dei gradini: alzate gli occhi al cielo e vedrete sopra di voi delle ossa legate a una catenella. Oggi la magia di pensare che si tratti delle ossa del drago di Cracovia è stata offuscata dalla logica della scienza, che ha stabilito si tratto di ossa di balena e rinoceronte lanoso, ma se voleste conoscere le origini di questa leggenda e sapere il perché di questa presenza, leggete la pagina che ho preparato sulle leggende del Wawel.
Strapiena!
Diario di Viaggio
La Cattedrale del Wawel è uno di quei luoghi che apprezzi di più alla seconda visita: è così ricca di statue, fregi, iscrizioni, marmi e opere di molteplici colori, che è difficile decidere dove poggiare gli occhi, su cosa indugiare e trovare un momento per sedersi e contemplare, complice anche la perenne folla di visitatori.
Ho visitato questo posto la seconda volta a 10 anni di distanza dalla prima e la sensazione era costantemente una: “ma questa cosa c’era anche l’altra volta o è stata aggiunta di recente?”.
Sono certo che sia gli storici, sia gli esperti d’arte, possano trovare migliaia di ragioni per definire questa cattedrale un capolavoro ma da umile viaggiatore, che inserisce questa visita nel già fitto programma di una giornata, non posso non registrare un caos mentale che – mi spiace dirlo – non mi ha permesso di godere pienamente di questa meraviglia alla prima occasione.
Il mio consiglio, quindi, è di dedicargli il giusto tempo: va bene prendere una guida, se volete che qualcuno vi illustri i dettagli, ma i veri particolari dovrete scoprirli voi lasciando il giusto tempo ai vostri sensi di esplorare. Non riuscirete a scoprire tutto, questo ve lo garantisco, ma scoprirete molto e quel molto vi resterà impresso. Per il resto, esistono i viaggi di ritorno!




