Rilassati tra le calde acque della Laguna Blu.

Le terme islandesi

Relax tra acque calde e rocce laviche

by Nemo

Quando ghiaccio e fuoco si incontrano nascono le terme!

Quante volte abbiamo detto che l’Islanda viene detta anche la terra del ghiaccio e del fuoco?
Vi rimando all’introduzione per una spiegazione più dettagliata, ma qui vi basti pensare che l’attività vulcanica, i grandi ghiacciai con le loro lagune e la grandissima mole di acqua che bagna tutto il Paese dando vita a fiumi, laghi e cascate prima o poi si incontrano e quello che nasce è una caratteristica geotermica quasi unica al mondo.
Vi basti pensare che Geysir, il geyser nel Circolo d’Oro più grande e più vecchio d’Islanda, dà il nome a tutti i geyser del mondo per la sua anzianità e la sua possenza.
Già dai tempi dei primi coloni questo fenomeno non sfuggì all’attenzione dei futuri islandesi: quando Ingólfur Arnarson costruì la prima fattoria nella costa sud-ovest, chiamò il nuovo insediamento Reykjavik, ovvero “baia dei fumi” proprio per l’attività geotermica e i vapori che uscivano spesso e volentieri dal terreno. Dall’osservazione del fenomeno al suo sfruttamento per farne le terme, il passo fu quasi obbligato!

Oggi l’acqua termale che esce dal terreno a temperature altissime grazie all’azione riscaldante del magma sotterraneo arriva addirittura nelle case e spesso deve essere raffreddata per poter essere utilizzata sia per la vita quotidiana, sia per lo svago. Per questo, nelle città e nella stragrande maggioranza dei paesi e dei villaggi è facile trovare un centro termale o semplicemente una piscina dove gli islandesi sono soliti andarsi a rigenerare dopo una giornata di lavoro.
Anche per il turista è una caratteristica da sfruttare perché un bagno nelle acque calde delle terme, spesso sature di alghe benefiche sia per la pelle che per tutto il corpo, è la degna conclusione di una giornata di viaggio tra una tappa della propria visita e la successiva.

Il mio consiglio, quindi, è di cercare sempre le terme o le piscine più vicine al vostro hotel per capire se farle diventare un piacevole diversivo serale. Eccovi una piccola carrellata delle principali stazioni termali: alcune andrebbero viste anche solo per la loro particolarità o la loro importanza nel territorio come una delle tante attrazioni che scoprirete lungo il percorso.
Ne ho provate molte per poter scrivere questo articolo di Lallero e riferirvi esperienze fatte in prima persona… è stato un duro lavoro, ma qualcuno doveva pur farlo!

Come comportarsi nei bagni ternali

Per non fare gaffe, vi prego di apprendere le prassi da rispettare quando si entra nel complesso delle terme:

  • togliere le scarpe prima di entrare negli spogliatoi: a volte ci sono degli armadietti o delle scarpiere all’ingresso, mentre i altre strutture vi chiederanno di mettere le vostre scarpe in un sacchetto e portarle con voi;
  • lasciare gli abiti negli armadietti e dirigersi alle docce per lavarsi completamente nudi (in alcune piscine e in alcune terme, per i più timidi, c’è un numero limitato di docce con separé);
  • solo dopo la doccia è possibile indossare il costume per recarsi alle vasche;
  • in alcune terme ci sono ambienti separati per uomini e donne, quindi controllate prima di creare spiacevoli incidenti diplomatici
  • le piscine sono un luogo in cui rilassarsi e quindi sono vietati gli schiamazzi e le fotografie (in quelle più turistiche è possibile portare con sé lo smartphone a proprio rischio, ma per le foto è sempre consigliabile rispettare la privacy degli altri ospiti)
  • è buona norma cambiare vasca dopo un po’ che si è entrati, considerando che le temperature possono essere diverse e quindi si può raggiungere una certa temperatura in modo graduale
  • non si possono portare bevande dall’esterno: per questo, in alcune terme, è disponibile il bar anche con servizio in acqua

Una cosa che mi ha fatto sorridere è che ci fosse bisogno, nelle terme più turistiche come la Blue Lagoon o i bagni Myvatn, di “controllori” nello spogliatoio per assicurarsi che gli ospiti facessero effettivamente la doccia nudi. La parte divertente è che gli islandesi, nella loro precisione, avevano messo dei cartelli in cui spiegavano le parti del corpo a cui prestare più attenzione nella pulizia: i capelli, le ascelle, i piedi e… sì, proprio lì!
Sembrava quasi che non volessero dare neanche la scusa di poter dire “nessuno mi ha detto che dovevo lavarmi anche lì!”.

Un altro elemento divertente è l’efficienza con cui gli inservienti raccolgono gli asciugamani usati… quindi mi raccomando: tenetevi stretto il vostro anche quando entrate in doccia, perché se passa l’omino vi ritrovate a vagare nudi per lo spogliatoio alla ricerca di un nuovo telo!

Precisiamo…

Solo per evitare che mi mandiate qualche accidente, voglio essere chiaro: le sorgenti termali, per quanto ritoccate per gestire i flussi di massa dei turisti, sono naturali. In Islanda troverete SPA meravigliose totalmente realizzate dall’uomo per incanalare e amministrare l’acqua termale e le vere e proprie sorgenti naturali, che vi “costeranno” una passeggiata o un’escursione per poter raggiungere i luoghi in cui è possibile immergersi senza pericolo.

Al contrario, le piscine sono delle strutture realizzate prevalentemente nelle città e nei villaggi che, molto spesso, perdono la poesia del concetto di terme, ma non sono meno rilassanti e, soprattutto, fanno parte della quotidianità della popolazione islandese. Frequentare questi luoghi, quindi, vi può dare uno spaccato più reale della vita degli abitanti dei posti che visiterete.

Bagno ristoratore nella Blue Lagoon aspettando il sole di mezzanotte
Bagno ristoratore aspettando il sole di mezzanotte dopo un giorno di viaggio.

Blue Lagoon (Bláa Lónið)

Partiamo con la più famosa, a sud della capitale e a pochi chilometri dall’aeroporto.
Per la sua posizione può essere facilmente programmata all’inizio del viaggio, dopo l’atterraggio oppure alla fine, quando sarete tornati a Reykjavik e vi concederete un’escursione di qualche ora. Qualcuno la inserisce persino come tappa dell’ultimo transfert da Reykjavik all’aeroporto il giorno della partenza.

Siamo nel bel mezzo a una distesa di terreno generato dal magma (è il territorio di Grindavík, nella zona in cui si fronteggiano le placche continentali eurasiatica e nordamericana dando vita a frequenti eruzioni, come quella spettacolare di gennaio 2024). Il paesaggio è così particolare, che la produzione del Trono di Spade lo scelse per ambientare i territori “oltre la Barriera”. Qui troverete una piscina di circa 5.000 metri quadri, con acque che assumono le sfumature del blu per la presenza di alghe, silicio e zolfo e che raggiungono temperature fino a 38° grazie a un sistema di raffreddamento che mitiga le acque sorgive di una vicina centrale geotermica (quindi è naturale fino a un certo punto…).

La struttura, oltre alla piscina termale vera e propria, è dotata di molto altri comfort, come un ristorante, un bar con servizio diretto in acqua, un’area relax, un centro massaggi e un negozio che vende creme e altri prodotti per la cura della pelle. Mentre fai il bagno e sorseggi la tua bibita preferita, puoi attingere da un chiosco di argille varie per un trattamento viso.

Gli accessi per fascia oraria sono limitati e, visto che è la SPA più famosa d’Islanda, la prenotazione è d’obbligo. Personalmente, vi consiglio le ore serali, almeno in estate, in modo tale da potervi gustare lo spettacolo del sole di mezzanotte.
Il mio parere personale è che, almeno una volta, la Laguna Blu va vista e vissuta ma, a dispetto della sua fama, non è quella in cui sono stato meglio: nel nord ci sono altri stabilimenti più rilassanti, grazie soprattutto alle loro dimensioni più intime, a strutture più spartane e in armonia con la natura e al fatto che non sembrino un’industria del benessere.
Se mi concedete una battuta, questa è un po’ la Disneyland delle terme.

Per informazioni e prenotazioni, visitate il sito ufficiale.

Rilassati tra le calde acque della Laguna Blu.
Scorcio della Laguna Blu

Mývatn Nature Baths (Jarðböðin við Mývatn)

Questa è la sorella più piccola della Blue Lagoon, ma a me è piaciuta molto di più. Situata nell’Islanda settentrionale, poco distante dall’omonimo lago, i Bagni Myvatn si presentano come una sequenza di grandi crateri di acqua tra l’azzurro e il biancastro nei quali bisogna entrare prestando un po’ di attenzione.

In questo caso, non ci sono muretti in acqua, ma le stesse pietre laviche a cui appoggiarsi: forse è un ambiente meno comodo, ma più reale. Per stendersi o sedersi, ci sono i tavolini e le sdraio nelle piattaforme fuori dall’acqua.
L’atmosfera sembra più naturale e, date le dimensioni più piccole, c’è anche meno gente. Parliamo sempre di una delle terme più grandi d’Islanda, quindi se volete l’intimità ancora non ci siamo!

Lasciati gli spogliatoi, oltre alla vasca termale che è il luogo principale di relax (anche in questo caso c’è la possibilità di farsi servire una bevanda mentre si è a mollo), ci sono una sauna, un bar e un ristorante. Il personale, gentilissimo, contribuirà a quell’atmosfera familiare che ti farà subito prendere in simpatia questo luogo.

C’è da notare che è decisamente più economica della Blue Lagoon, anche se le attrezzature sembrano un po’ più datate. L’acqua è tra i 36° e i 40°. Rispetto a questo aspetto, devo dire che c’erano diverse oscillazioni di temperatura a seconda del punto in cui passavi. A mio avviso questa era la garanzia che l’esperienza era un po’ più “naturale” rispetto alla Laguna Blu.
Sembra, inoltre, che a causa della sua composizione chimica, batteri e vegetazione indesiderata non possano prosperare quindi è superfluo aggiungere cloro o qualsiasi altro disinfettante.

Per informazioni e prenotazioni, visitate il sito ufficiale.

Krauma

Siamo nella regione dell’Ovest e stiamo percorrendo il Ring in direzione antioraria dopo aver visitato il vulcano Grábrók. Essendo scesi nel cratere a piedi, siamo pieni di polvere e di certo non vogliamo arrivare a Reykjavik in questo stato! Quindi, giriamo a sinistra sulla strada n.50 e percorriamo circa 17 chilometri prendendo come riferimento una colonna di vapore che si alza nel mezzo dei campi.
Il vapore arriva da Deildartunguhver, una zona geotermale con pozze d’acqua che ribollono fino a 100°, motivo per cui si possono guardare ma non ci si può avvicinare per pericolo di ustione. Con i suoi 180 litri al secondo si tratta della sorgente di acqua calda più potente d’Europa. Parte dell’acqua viene utilizzata per il teleriscaldamento, con una conduttura di 34 km verso Borgarnes ed una di 64 km verso Akranes. Una piccola parte di acqua bollente viene deviata verso i vicini bagni termali di Krauma.

Scordatevi le grand piscine o i crateri delle due precedenti destinazioni: Krauma è una piccola SPA molto elegante (con i nostri canoni la definiremmo di lusso, ma vi assicuro che è in linea con gli standard islandesi dell’architettura moderna) con una sauna e diverse vasche fuori dalle quali è indicata la temperatura.
In questo modo è possibile fare un percorso di vasca in vasca aumentando gradualmente la temperatura. Chiaramente, il servizio bibita è direttamente a bordo vasca (ma voi l’avete capito che quando parlo di “bibita” in questo articolo, intendo “birra ghiacciata”, vero?).

La relaxation room è una stanza con vetrate alle pareti dove stendersi e rilassarsi guardando il panorama. Ecco… forse il panorama è l’unica pecca che appunterei a questo luogo: intorno ci sono solo campagne, monti e colonne di vapore che escono dal terreno!

Per informazioni e prenotazioni visitate il sito ufficiale.

Sky Lagoon

Attaccata a Reykjavik (al punto che, se non ve lo dicono, crederete di essere ancora nella capitale), a sud dell’aeroporto cittadino, c’è la città di Kópavogur, che per quanto piccola è la seconda città islandese per numero di abitanti. Sembra che qui ci sia la più grande comunità italiana d’Islanda e la recentissima Sky Lagoon.
Questa piccola SPA è stata costruita in un luogo incantevole, proprio sulla punta della penisola di Kópavogur e vanta una vasca di acqua termale in cui si può camminare tra le rocce laviche (che inoltre la circondano) fino a un bordo a sfioro lungo 70 metri che offre una suggestiva veduta dell’oceano verso l’esterno del Skerjafjordur.
Anche se così vicina al centro abitato, è un ottimo luogo in ci attendere il sole di mezzanotte in estate o l’aurora boreale in inverno. Completano la struttura una sauna con vista mare, un bagno turco, una piscina fredda e lo Smakk Bar dove gustare cucina locale.

La SPA offre un percorso benessere chiamato il Rituale dei Sette Passi oppure il semplice accesso alla laguna.
C’è anche il pacchetto con il transfert da e verso Reykjavik (sono circa 15 minuti in auto dal centro).
Per informazioni e prenotazioni, visitate il sito ufficiale.

GeoSea – Geothermal Sea Baths (Geosea – sjóböð)

Quando passerete per Husavik, sia che vediate le balene, sia che vi consolerete con in Fish & Chips al porto, il modo per scaricare la tensione è restare un po’ in ammollo ai Bagni GeoSea, poco fuori dalla capitale del whale watching.
A differenza delle altre, l’acqua non viene da fonti geotermiche, ma è l’acqua del mare riscaldata, e quindi è salata. Questo significa che anche questa piscina possiede proprietà lenitive e curative, ma vengono dai minerali contenuti nell’acqua salata e dal sale stesso.

Incorniciata tra le montagne, la vista è diretta verso il fiordo di Skjalfandi e, in lontananza, l’isola di Flatey.
La posizione verso il mare, la vicinanza al Circolo Polare Artico e lo scarso inquinamento luminoso dell’area la rendono un buon posto per aspettare l’aurora boreale al caldo delle acque termali (nei mesi d’inverno, chiaramente).

C’è anche un bar ristorante in cui mangiare uno spuntino.
Per informazioni e prenotazioni, visita il sito ufficiale.

Bagni Vok (Vök Baths) a Egilsstadir

Qui andiamo sul design nordico e sulle strutture create per fondersi con la natura causando il minimo impatto. Non sta a me stabilire se ci siano riusciti, ma di sicuro l’effetto è straordinario.
Siamo sulle sponde meridionali del lago Urriðavatn, raggiungibile tramite la Ring Road dopo aver lasciato Egilsstadir in direzione nord.
La peculiarità di queste terme è che le vasche a sfioro riempite con acqua delle vicine sorgenti geotermiche “galleggiano” sulle acque del lago. Sono unite alla piscina più grande realizzata sulla terraferma grazie a una passerella di legno.
Per i più forti e temerari, quindi, l’esercizio è alternare nuotate nel lago freddo freddo freddo a relax nelle piscine calde calde calde.
Il corpo centrale della SPA è dotata anche di bagno turco, bar (per la consueta birra a mollo, oramai mi conoscete) e bistrot per uno spuntino veloce prima di rimettersi in viaggio.
Una particolarità di queste terme è la possibilità di prepararsi un té attingendo l’acqua calda dai rubinetti che la prelevano direttamente dalla sorgente senza che debba attraversare alcun trattamento depurativo o alcun processo di riscaldamento.

Per informazioni e prenotazioni, visitate il sito ufficiale.

Forest Lagoon ad Akureyri

Per dovere di cronaca, vi devo premettere che non ho potuto provare questa meraviglia poiché, quando sono passato per Akureyri, era ancora in costruzione e sarebbe stata inaugurata solo l’anno successivo.
Già dal primo sguardo, però, ho capito che si trattava di quella stessa concezione islandese delle SPA che avevo già trovato in altre strutture immerse nella natura, ovvero l’integrazione con l’ambiente e l’utilizzo di materiale naturale come il legno e le rocce stesse. Siamo nella foresta di Vadlaskogur a 5 minuti di auto dalla capitale del nord ed è una tappa comodissima per chi sta percorrendo la Ring Road e vuole fare uno stop in relax da queste parti.

Le piscine a sfioro, circondate dagli alberi, si affacciano sull’Eyjafjordur, il fiordo più lungo della regione del Norðurland, anche se il panorama è dominato dalla vicina città e dalla strada panoramica che taglia il fiordo. <oltre alle piscine esterne ci sono la sauna, l’immancabile vasca fredda e un ristorante.
Se doveste passare la motte da queste parti, sappiate che la struttura chiude a mezzanotte, quindi è un buon posto dove rigenerarsi dopo un giorno di viaggio prima di una salutare dormita.

Per informazioni e prenotazioni, visitate il sito ufficiale.

I benefici delle terme

Abbiamo detto che, nel corso della storia, i popoli che si trovarono ad avere a che fare con le pozze termali ne apprezzarono i benefici sia igienici che legati all’aspetto della salute. La tradizione islandese afferma che era già una prassi per gli antichi vichinghi immergersi nelle acque termali naturali per curare le ferite dopo le battaglie.

Con la scienza e la chimica moderna e la possibilità di condurre analisi affidabili sulle acque termali, si verificò la presenza di minerali e alghe che avevano il merito di produrre gli effetti riscontarti. Ancora oggi, accanto al relax delle SPA, si parla di “cure termali” poiché gli effetti curativi sono stati ampiamente dimostrati.

Per fare qualche esempio, le temperature delle stazioni geotermiche possono migliorare la circolazione sanguigna o alleviare i dolori ai muscoli e alle articolazioni.
La silice è importante per la cura della pelle: in Islanda, ad esempio, molte persone affette da psoriasi o da eczema si immergono nelle acque termali che hanno effetti calmanti e lenitivi sulla pelle. Per questo aspetto sono molto famose le terme della Laguna di Myvatn.

La particolare posizione dell’Islanda sulla faglia tra le placche continentali fa sì che dal terreno sgorghi acqua termale ricca di minerali come silicio, zolfo e alghe (che si generano nei crateri dei vulcani che diventano grandi vasche) dalle proprietà rigeneranti e terapeutiche.
Come negli altri paesi nordici, l’acqua termale viene utilizzata sia esternamente, immergendovisi, sia internamente al corpo, bevendola.

Per riassumere, i benefici principali delle terme sono:

  • alleviare i dolori muscolari e articolari;
  • agire in modo benefico sulla circolazione sanguigna,
  • rigenerare gli strati esterni di pelle, specialmente quella secca;
  • contribuire alla stimolazione del sistema immunitario;
  • depurare l’organismo.

Ma non sono tutte rose e fiori: purtroppo ci sono anche dei pericoli legati alle acque troppo calde, che sono costituiti dai termofili. Un termofilo è un micro-organismo che trova il suo ambiente favorevole proprio alle alte temperature, tra 45 °C e 80 °C. Alcuni di questi possono essere dannosi alla salute portando infezioni, come la meningite o la legionellosi.
Per questa ragione, anche se le sorgenti naturali sono sicuramente le più affascinanti, è bene rivolgersi a strutture controllate e gestite da personale che tratta le acque per filtrarle o igienizzarle a scopi sanitari.

Una storia antica quanto l’uomo

Degli effetti benefici delle terme erano convinti già gli uomini delle caverne: immergersi in queste pozze calde, infatti era una forma di igiene di base.

Oltre agli aspetti igienici, vennero scoperte, col tempo, le capacità antiparassitarie e terapeutiche: i sacerdoti egizi, ad esempio, dovevano lavarsi più volte al giorno per preservare la loro purezza e più tardi, nel “libro dei Re” (2Re 5,14-17) della tradizione ebraica, si narrerà che che Eliseo guarì Naam dalla lebbra con bagni freddi praticati per sette volte nelle acque del Giordano. I primordi della medicina vedono la scuola di Ippocrate studiare l’acqua allo scopo di utilizzarla per fini terapeutici.
Ma le vere e proprie terme cominciarono a prendere forma con gli antichi Greci che cominciarono a dare una tecnica alla pratica del “bagno” distinguendo luoghi naturali da luoghi artificiali e acque calde da acque fredde. Queste tecniche furono riprese e perfezionate dall’Impero Romano, che fece un vanto delle sue magnifiche terme sparse su tutto il territorio, opera di architetti specializzati in questo tipo di costruzione: erano edifici pubblici destinati a diventare un importante luogo di ritrovo per qualsiasi ceto sociale. Che i Romani fossero grandi architetti e abbiano posto le basi delle grandi opere idrauliche è storia (basti restare ammirati dai resti dei grandi acquedotti) e così, dal costruire le terme in prossimità delle sorgenti, si arrivò a realizzarle direttamente nelle città, vicino alle case della gente.

Una delle teorie della nascita della parola “SPA” si rifà proprio alla frase latina “Sanus Per Aquam” che stava a significare “la salute attraverso l’acqua“.

Chiaramente, l’uso dei bagni termali venne in mente in modo naturale a tutti quei popoli che vivevano in territori con fenomeni geotermici perché in una zona vulcanica. Per questo, parallelamente a quanto avveniva in Europa, anche in Giappone la tradizione popolare si rivolse alla pratica del bagno termale e una delle pratiche preferite dai giapponesi divenne quella di terminare la propria giornata in uno dei migliaia di onsen disseminati per l’arcipelago.

Altro riferimento importantissimo nella stria delle terme è nella cultura islamica, che vede la pratica degli hammam. In arabo significa “fonte di calore” e, per i suoi effetti benefici, i musulmani lo chiamano anche “il dottore silenzioso“.

Infine, vorrei rimandarvi al mio articolo sulla fortezza di Castel del Monte, che recenti teorie vorrebbero che fosse un edificio termale ispirato agli himam che Federico II aveva visitato durante la Crociata.

Hot Springs a Hveragerði

Così, per caso…

Diario di viaggio

La fortuna del principiante ha fatto sì che prenotassi la prima notte del mio tour nel villaggio di Hveragerði nell’intima speranza di non dover mai chiedere informazioni su come arrivarci perché non avrei mai saputo pronunciarlo. La tappa era strategica perché, pur essendo a soli 45 minuti di auto da Reykjavik in linea diretta, nel mezzo ho potuti esplorare la penisola di Reykjanes e il Circolo d’Oro.
Capita che io faccia una stupidaggine con l’auto e debba passare la mattina successiva in officina. Per ingannare il tempo, comincio a leggere la storia del villaggio e scopro che nasce negli anni venti in seguito alla realizzazione di serre riscaldate con energia geotermica proveniente “dalle vicini fonti di acqua bollente”. Trovare informazioni su queste fonti geotermiche è facile, perché scopro che è la principale caratteristica di questo posto e come non ne abbia saputo niente fino a quel momento per me resta un mistero, visto che se mi metto a googlare la parola “Hveragerði” esce un mondo di informazioni!

Avendo la mattinata a disposizione, quindi, lascio le valigie in custodia all’officina, mi procuro un pieghevole con le tracce dei sentieri e mi incammino per un sentiero abbastanza facile, con qualche tratto in salito, attraverso la natura islandese verso le Reykjadalur Hot Springs Thermal River. Il nome è altisonante, ma in realtà si tratta di una delle sorgenti termali naturali più famose dell’isola e anche quella più facilmente raggiungibile. In islandese, Reykjadalur vuol dire “valle del vapore“.
Poco meno di 4 chilometri per circa un’ora di cammino tra rocce, sentieri delimitati da corde per evitare di rovinare il muschio con fuoripista selvaggi e pozze d’acqua che emettono fumo.
Capisco di essere arrivato alle Hot Springs quando inizio a camminare su una passerella fatta di assi di legno sulle rive di un fiumiciattolo. Ogni tanto ci sono due “pareti di legno incrociate al centro” che sembrano quasi dei separè antivento, ma un cartello spiega che si tratta di “changing room”… mancherebbero un paio di pareti per essere delle “room”, ma il loro effetto di luogo per cambiarsi i vestiti con un po’ di privacy lo svolgono egregiamente.

Non so spiegarvi a parole l’emozione di entrare così, liberamente, in un fiume caldo e restare immersi fino alle orecchie per evitare di farsi cogliere dai venti freddi delle giornate islandesi. Se non avessi avuto un programma e un’auto da recuperare, ci sarei potuto restare un giorno intero, tanta era la pace di quel luogo. Devo dire che, a causa di un cielo non proprio limpido che minacciava precipitazioni da un momento all’altro, c’era pochissima gente e stento a immaginare queste terme naturali invase dai turisti.
Per quel che mi riguarda, mentre entravo e mi immergevo l’emozione era tale da rendere gli occhi lucidi.

Che dire? Se aveste 3 ore a diposizione, dovete assolutamente farlo!
E per chi sta pensando “se solo non ci fosse da camminare per un’ora!” rispondo che sono proprio quel viaggio e quella fatica che aumentano la bellezza dell’esperienza e ne fanno un ricordo unico!

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