Colosseo

Il simbolo più famoso di Roma, testimone dei fasti dell'Impero: colossale, come ricorda il suo nome!

by Nemo
ICON - Storie_100

Profezia di Beda il Venerabile
XVIII secolo

Quamdiu stabit Colyseus stabit et Roma

Finché esisterà il Colosseo, esisterà anche Roma

Cum cadet Colyseus cadet et Roma

quando cadrà il Colosseo, cadrà anche Roma

Cum cadet Roma cadet et mundus

quando cadrà Roma, cadrà anche il mondo

A pochi passi dal chilometro zero, nel centro di Roma, c’è il simbolo della città e dell’intera e gloriosa civiltà romana: il Colosseo.
All’anagrafe sarebbe “Anfiteatro Flavio“, perché la sua costruzione iniziò sotto Tito Flavio Vespasiano (imperatore col nome di Cesare Vespasiano Augusto, o semplicemente imperatore Vespasiano) nel 70 d.C. e terminò sotto Tito Cesare Flavio Vespasiano Augusto (per la storia, imperatore Tito) il 21 Aprile dell’80 d.C., entrambi della dinastia Flavia, ma per tutti è conosciuto col nome che gli rende giustizia per essere il più grande anfiteatro romano del mondo… un colosso, insomma, che in latino si dice “colosseum”, da cui, il termine Colosseo in uso dal Medioevo.
Inserito tra le Nuove Sette Meraviglie del Mondo, racconta i fasti di un impero che si credeva invincibile e produceva opere d’arte monumentali: il Colosseo poteva contenere circa 80.000 persone e avevo lo scopo di intrattenere il popolo. Qui si svolgevano, infatti, rievocazioni di battaglie storiche, ma anche spettacoli di caccia o battaglie navali (ebbene si: veniva addirittura riempito di acqua per far navigare le barche contendenti) fino ad arrivare ai celeberrimi spettacoli di lotta tra gladiatori resi celebri dalla cinematografia mondiale.

Insieme al Foro Romano è il monumento (a pagamento) più visitato in Italia.

Un’immensa copertura composta da teli di canapa, detta “velarium” veniva issata sulla sommità per coprire l’arena dalla pioggia durante i giochi. A completamento della struttura, c’erano edifici adibiti per il servizio ai giochi:

  • i ludi, ovvero le caserme per l’allenamento dei gladiatori
  • il sanatorium, dove venivano curati i gladiatori feriti durante i giochi
  • lo spoliarum, dove venivano portati i gladiatori (il nome deriva dalle loro “spoglie”) morti nell’arena.

Oltre alla pratica dei giochi con i gladiatori, presero piede, col tempo anche le venationes, ovvero la caccia e l’uccisione di animali selvatici, spesso esotici, portati dalle varie parti dell’Impero. I gladiatori che affrontavano le bestie venivano detti “bestiarius“. Dopo le venationes si svolgevano le esecuzioni capitali dei cittadini romani di basso rango, gli humiliores, per crocifissione, rogo oppure venivano dati in pasti alle stesse bestie.

La chiesa di Santa Maria della Pietà al Colosseo venne fondata tra il VI e il VII dentro le mura. La piccola struttura è ancora oggi visibile nell’anfiteatro e, dal 1955, è gestita dal Circolo San Pietro, un’associazione di fedeli volontari che opera per conto della Santa Sede nella Diocesi di Roma e ancora oggi la gestisce e vi celebra una messa ogni sabato e domenica.

Passati i fasti dell’impero, il Colosseo subì un lungo periodo di abbandono e una serie di terremoti, tra cui il grande terremoto del 1349, abbatterono diverse parti delle mura, dando il via alla razzia dei marmi per la costruzione di altre opere e palazzi, specialmente tra il XV e il XVI secolo. In effetti, per gli architetti dell’epoca, si trattava di blocchi gratis di marmo travertino pregiato e costoso. Per darvi un’idea della mole di materiale sottratto, dopo i crolli per il terremoto de l’Aquila del 1703, interi blocchi vennero usa t per costruire lo scalo fluviale di porto Clementino sul Tevere.

La razzia terminò grazie alla rivalutazione religiosa del monumento:

  • nel Giubileo del 1675 fu celebrato come il luogo del martirio dei Cristiani,
  • nel 1744 papa Benedetto XIV ordinò la fine dei furti di materiale con un editto
  • nel 1749 fece esorcizzare il Colosseo e lo dichiarò chiesa consacrata a Cristo e ai suoi martiri,
  • nel 1750 ci fu un restauro finanziato dall’elemosina del papa, da cardinali, prelati e principi.

Arriviamo all’epoca moderna, in cui le condizioni della struttura erano gravi a causa del tempo, dei terremoti e dei saccheggi perpetrati negli anni. Un’intero versante rischiava di crollare e, nel 1806, l’architetto Raffaele Stern – incaricato da Pio VII – fece costruire l’attuale “sperone in laterizi” visibile nell’arcata sud, volto a reggere le mura esterne, che fu ribattezzato ironicamente “la stampella“. Fu un intervento veloce per fronteggiare il pericolo di crollo, con il progetto di abbellirlo o migliorarlo in seguito, ma come nella migliore delle tradizioni, rimase così fino ai giorni nostri.
Nel 1815, l’architetto Giuseppe Valadier realizzò l’altro sperone, quello dal lato dei Fori, ma siccome aveva più tempo e non era minacciato dal crollo imminente, riuscì a realizzare un’opera più armoniosa rispetto al monumento originale, utilizzando il marmo travertino.

Come arrivare

Il Colosseo è nel vero centro di Roma, che più centro non c’è! Quindi, se pensate di arrivare in auto e parcheggiare nei pressi, siete dei masochisti.
La via più bella per arrivare al monumento, sia dal punto di vista paesaggistico che folkloristico, è da piazza Venezia percorrendo via dei Fori Imperiali: sarà come passeggiare con Giulio Cesare, strizzare l’occhio all’imperatore Traiano e chiedere direttamente a Tito Flavio Vespasiano come immaginava il colosso che voleva costruire (che poi, poveraccio, nell’immaginario collettivo è rimasto famoso più per i gabinetti che per l’imponente anfiteatro).
La prospettiva che vi si aprirà costeggiando i Fori è unica: vi ritroverete al cospetto del Colosseo in tutta la sua maestosità, giungendo dalla parte dello spettacolare Arco di Costantino.
Intorno a voi il colle Palatino, che aspetta solo di essere esplorato per regalarvi scorci da cui scattare foto ricordo uniche con il simbolo di Roma.

Quindi, come arrivare? Fate voi. Le scelte sono tantissime: dalle biciclette in affitto, ai monopattini, dai tour guidati a una corsa in taxi, dai bus ai tram. Ovunque decidiate di approcciare, non resterete delusi.

Se aveste poco tempo, la via più diretta è la Metro B (la linea azzurra) che da Termini, con sole 2 fermate, vi farà uscire proprio di fronte all’ingresso, grazie alla fermata “Colosseo”.

Una via alternativa, se vi fidate di uno che ha passato diversi anni alla facoltà di Ingegneria di San Pietro in Vincoli, prevede di scendere alla fermata “Cavour”, salire le scalette verso la Basilica di San Pietro in Vincoli – dove potreste fermarvi ad ammirare la statua del Mosè di Michelangelo e le catene di San Pietro – passare davanti alla sede della facoltà di Ingegneria dell’Università “La Sapienza” di Roma – concedendovi una sbirciata al suggestivo chiostro di Giuliano da Sangallo del 1873 – e proseguire verso l’ingresso superiore della fermata “Colosseo” – lungo il bordo del parco del Colle Oppio – fino alla balconata da cui vi si aprirà una vista unica sul monumento più bello del mondo!
Ok, sembra una caccia al tesoro, ma se doveste perdervi, godetevi un caffè al bar dello studente, insieme alle matricole che, in coda alla cassa, ripetono per l’ennesima volta le implicazioni delle equazioni di Maxwell prima di presentarsi all’esame di Elettronica II!

Il Colosseo in cifre

  • Perimetro dell’ellisse: 527m
  • Asse maggiore: 187,5m
  • Asse minore: 156,5m
  • Superficie arena interna: 3.357m2
  • Altezza originaria: 52m
  • Altezza attuale: 48,5m

Link utili

Dal momento che si tratta del monumento più visitato d’Italia, vi consiglio di arrivare preparati acquistando prima i vostri biglietti per evitare code o addirittura essere rimandati a un altro giorno.

Parcocolossei.it Sito turistico ufficiale del Parco Archeologico del Colosseo.

MG-A00246

Curiosità sul Colosseo

  • Visto dall’alto, il Colosseo non è un cerchio ma un’ellisse.
  • Ci sono 80 entrate, di cui 4 hanno i nomi dei punti cardinali.
  • L’ingresso NORD e l’ingresso SUD erano riservati ai nobili.
  • L’ingresso EST, detto anche “porta della vita“, veniva usato dai gladiatori per accedere all’arena.
  • L’ingresso OVEST, detto anche “porta della morte“, veniva usato per portare via i corpi dei gladiatori caduti durante i giochi.
  • Poteva ospitare un numero di spettatori stimato tra 50.000 e 80.000.
  • Si stima che, per la struttura dei suoi corridoi e dei suoi spalti, l’intera arena potesse essere sgombrata in meno di 10 minuti.
  • Il velarium era sostenuto lungo la circonferenza, copriva gli spalti del pubblico e presentava un buco nella parte centrale.
  • Imperatori celebri come Giulio Cesare e Nerone non l’hanno mai visto perché sono morti prima della sua costruzione.
  • Ciò che si vede oggi è circa 1/3 della costruzione originaria.
  • Nell’anfiteatro Flavio vennero uccisi circa 500.000 uomini e oltre 1 milione di animali.
  • A causa delle numerosissime morti nel Colosseo, si guadagnò un posto tra le “7 porte dell’inferno“.
  • Nel 500, per la sua fama di sventura, era frequentato da maghi e fattucchiere che utilizzavano le erbe selvatiche raccolte al suo interno per pozioni magiche.
Lallero.it

I ricordi di un giovane Nemo

Diario di Viaggio


Vi svelo un segreto: il titolo di “monumento a pagamento più visitato in Italia” è abbastanza recente: considerate che fino al 1999, l’ingresso era gratuito (meraviglie di questa splendida città!). Poi, a seguito dell’iscrizione del sito nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, iniziò la fila per la biglietteria.

Come lo so? Considerate che ho frequentato per diversi anni la facoltà di Ingegneria della vicinissima sede di San Pietro in Vincoli laureandomi proprio nel 1999.
Il ritmo delle lezioni e gli orari sparpagliati su tutta la giornata, ci spingevano a restare in zona a studiare anziché andare a casa. Spesso la facoltà era strapiena di gente, specialmente durante le sessioni d’esame, ed era difficile trovare un posticino per concentrarsi sugli appunti.

Quale luogo migliore per mettersi a studiare in tutta tranquillità di un immenso anfiteatro d’altri tempi avvolto in un silenzio quasi irreale, in compagnia dei gatti di Roma? Non era raro, quindi, che i turisti riportassero a casa scorci del Colosseo con annesso studente in apnea nei libri.

Quando dico che, da romano, il Colosseo fa parte della mia storia, dico davvero!

Piccolo commento personale a margine: quando l’ingresso era gratis, non c’era tutta questa fila di gente che attende di entrare, come se la gratuità ne riducesse il valore storico e artistico. Mah! Come mi disse un centurione (di quelli che ti propongono le foto sotto agli archi)

La ggente so’ strani!

La mia pagina