Il Castello nella TOP-30 dei monumenti italiani
Dove l’avevate già visto? Forse sull’effige della moneta italiana da 1 centesimo di Euro. Forse in qualche video dedicato a Federico II, imperatore del Sacro Romano Impero, o forse nelle panoramiche dei luoghi più belli d’Italia!
Castel del Monte è uno dei 30 monumenti nazionali più visitati, ed è stato proclamato patrimonio UNESCO dal 1996 poiché è indiscutibilmente un capolavoro dell’arte medievale: secondo la commissione, possiede un valore universale eccezionale per la perfezione delle sue forme, l’armonia e la fusione di elementi culturali venuti dal Nord dell’Europa, dal mondo Musulmano e dall’antichità classica. Ma questo lo vedremo meglio nel seguito ripercorrendo tutte le teorie.
Per ora, ci basti dire che questa fortezza dalla forma enigmatica e maestosa, collocata su una collina di fronte ad Andria, ti regala un’emozione appena la vedi all’orizzonte e più ti avvicini, più prendono vita le leggende e le fantasie legate a questo magico luogo!
La storia di una meraviglia italiana
Siamo nell’altopiano delle Murge, a 17 km da Andria: qui, nel 1240, Federico II di Svevia volle edificare una fortezza che avrebbe fatto storia, non fosse altro che per le numerose teorie legate al suo aspetto: non c’è nulla di ciò che ci si aspetta da una fortezza militare, dalle alte torri al fossato. E invece, ci si ritrova di fronte a forme ottagonali, proporzioni e simmetrie in cui nulla è lasciato al caso.
Federico II era un sovrano “illuminato”, ovvero aperto alla conoscenza e all’approfondimento delle materie umanistiche: appassionato di matematica, poesia, filosofia, astronomia, era solito accogliere e mettere insieme studiosi non solo italiani, ma anche greci, arabi ed ebrei che presso la sua corte si confrontavano e ampliavano gli orizzonti culturali dell’Italia Meridionale che, sotto il suo regno, conobbe momenti di altissimo profilo all’insegna della tolleranza e della fraternità tra i popoli. A testimonianza di questo umanesimo policulturale, Castel del Monte fu realizzato con criteri legati alla matematica e all’astronomia che, per certi versi, sono ancora ignoti.
Sul promontorio sorgeva l’abbazia di Santa Maria del Monte, e probabilmente da essa il Castello prese il nome che oggi conosciamo. L’incarico di edificazione fu affidato a Riccardo da Montefusco, anche se la leggenda vuole che sia stato lo stesso imperatore a disegnare la pianta dell’edifico.
Il numero 8
Il numero 8 e la forma dell’ottagono tornano in tutto il progetto:
- L’edificio è a pianta ottagonale, ovvero il castello ha 8 lati.
- A ogni spigolo si innesta una torretta, per un totale di 8 torri, a sua volta ottagonale
- C’è un muro esterno con 8 lati e un muro interno con 8 lati: le pareti che collegano i 2 ottagoni disegnano 8 stanze.
- All’interno c’è un chiostro ottagonale.
- Ogni piano ha 8 finestre.
- Il diametro di ogni torre è di circa 8 m (7,90).
- Il diametro dell’intero castello è di 40 m (5x8=40).
- Le torri sono alte poco meno di 24 m (3x8=24).
- Parliamo dei fregi e degli ornamenti:
- otto fiori quadrifogli sulla cornice sinistra sul portale di ingresso,
- altri otto sulla cornice inferiore,
- otto foglie sui capitelli delle colonne nelle stanze,
- otto foglie sulla chiave di volta,
- otto foglie di vite sulla chiave di volta della prima sala del piano terra,
- otto foglie di girasole sulla chiave di volta di un’altra sala,
- otto foglie ed otto petali su quella della quinta sala,
- otto foglie di acanto sulla chiave di volta dell’ottava sala,
- otto foglie di fico sulla chiave di volta dell’ottava sala al piano superiore.
Altre particolarità
- La struttura è composta principalmente da tre diversi materiali, la cui disposizione non è casuale ma è studiata per l’effetto cromatico che ha nell’osservatore:
- la pietra calcarea, che dona alla costruzione una colorazione che va dal bianco al rosato, a seconda del periodo del giorno in cui si osserva;
- il marmo bianco o con leggere venature, era il materiale di cui era costituito tutto l’arredo e le decorazioni;
- la breccia corallina, che dona un’importante nota di colore alla struttura.
- In alcuni resoconti scritti esistono indicazioni circa l’esistenza di una vasca ottagonale, o fontana, al centro del cortile, costituita da un unico blocco di marmo.
- Al di sotto del piano di calpestìo del cortile è presente una grande cisterna per la raccolta delle acque piovane.
- L’intera costruzione sarebbe intrisa di forti simboli astrologici e la sua posizione sarebbe stata studiata per fare giochi di ombre nel solstizio e nell’equinozio.
- L’8 aprile e l’8 ottobre (ottobre in quel tempo era considerato l’ottavo mese dell’anno), un raggio di sole che entra dalla finestra nella parete sudorientale illuminerebbe una porzione di muro dove prima era scolpito un bassorilievo.
- Sulle due colonne che fiancheggiano il portale di ingresso sono accovacciati due leoni: quello di destra guarda verso sinistra e viceversa, rivolti verso i punti dell’orizzonte in cui il sole sorge nei due solstizi d’estate e d’inverno.

Significati dell’ottagono
- Per fare un ottagono si ruota di 45° un quadrato rispetto a un altro e si uniscono i punti di intersezione che giacciono lungo una circonferenza: si tratta della figura che unisce il quadrato, simbolo della terra, e il cerchio, che rappresenta l’infinità del cielo; quindi segnerebbe il passaggio dell’uno all’altro.
- Il numero otto è fra i simboli più antichi: questo è il numero della rosa dei venti, ma anche della Torre dei Venti ateniese e, ancora, dei petali del loto.
- Nella simbologia cristiana l’ottavo giorno rappresenta la trasfigurazione e il Nuovo Testamento. Dopo i sei giorni della creazione e dopo il settimo, il sabato, l’ottavo annuncia l’eternità, la resurrezione di Cristo e quella dell’uomo.
- Sette sono i giorni della Creazione secondo la Genesi, sette i giorni della settimana e l’ottavo è il giorno in più, l’eternità.
- ll numero 8, simboleggiato dall’ottagono, rappresenta l’equilibrio cosmico nonché lo spirito universale per gli islamici.
- Ruotato di 90 gradi, l’otto diventa il simbolo dell’infinito.
Informazioni logistiche
Il sito ufficiale di Castel del Monte è casteldelmonte.beniculturali.it.
Raggiungere Castel del Monte è molto facile:
♦ IN AUTO
Dall’autostrada A14 Adriatica, si prende l’uscita “Andra-Barletta” e con 15 minuti di strada tra le campagne si arriva al castello che è ben presto visibile su una collina per orientare la rotta.
Se si vuole parcheggiare comodamente, con pochi euro c’è un parcheggio custodito in prossimità dell’ingresso del sito, altrimenti è possibile lasciare la vettura gratuitamente (ma un po’ a rischio) lungo la strada statale 170 ai piedi della collina e fare la salita (facile) a piedi.
♦ IN TRENO e BUS
In alternativa, si può arrivare in treno ad Andria e da lì prendere il bus n.6 che porta a Castel del Monte: a me risulta che il servizio di trasporto locale sia attivo dal 1° aprile al 1° novembre dalle 9.00 alle 14.00 (andata) e dalle 14.30 alle 19.00 (ritorno), mentre dal 1° novembre al 1° aprile il servizio è attivo solo il sabato e la domenica.
Prima di avventurarvi vi consiglio di chiamare per informarvi:
- InfoPoint del Castello: 327-9805551
- Recapito ASA (Autolinee Servizi Andriesi): 0883-292155
Il Castello è aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 17.45 con ingressi contingentati a orari prestabiliti, quindi è d’obbligo la prenotazione, che può essere effettuata su questo sito ufficiale di COOPCULTURE.
Un po’ di vergogna nazionale
Come molte delle storie italiane, c’è voluto un po’ di tempo perché l’orgoglio nazionale prendesse il sopravvento e Castel del Monte fosse un monumento da preservare come parte della nostra storia e immagine da esportare nel mondo.
Negli anni fu adibito ad alcune feste di nozze e successivamente alla funzione di carcere.
Fu devastato e bombardato.
Vi fu impiantato un mulino e divenne una panetteria.
Venne spogliato degli arredi e delle decorazioni di marmo e divenne un ricovero per pastori, briganti e profughi politici.
Purtroppo, solo nel 1876 lo Stato Italiano acquistò il castello per 25.000 lire, in condizioni pietose e precarie. Si dovette attendere il 1879 per avviare i lavori di restauro.
La mancanza di parti e di suppellettili è uno dei motivi per cui ancora oggi si fanno delle ipotesi riguardo alla destinazione d’uso dell’edificio.


Le ipotesi più accreditate
E adesso arriviamo alla parte più bella della storia: a cosa serviva mai questo edificio? Qualche ipotesi si regge più sulla natura filantropica di Federico II, qualcuna sul suo potere imperiale, qualcuna sul suo desiderio di far arrabbiare il papa e altre sul suo desiderio di prendere il meglio dai suoi viaggi e ricrearlo nel suo Regno.
Vediamole insieme:
- Federico II venne incoronato con una corona ottagonale che oggi è conservata a Vienna… che il castello dovesse essere un monito e un monumento al tempo stesso? Che l’imperatore volesse rimarcare il proprio potere ricreando su grandissima scala la forma ottagonale della corona adagiata sul monte di fronte alla città?
- Federico II era un filantropo che si circondava di uomini di cultura: a causa dei forti simbolismi di cui è intriso, il Castello potrebbe essere una sorta “tempio del sapere“? Lo stesso progetto è un insieme di raffinate conoscenze matematiche, geometriche ed astronomiche. Inoltre, ricorda un “pozzo“, che era un simbolo del sapere e della saggezza.
- Sebbene sembri tutto perfetto e simmetrico, ci sono delle imperfezioni… delle lievi asimmetrie, in particolare nella disposizione delle decorazioni e delle porte interne: possibile che un maniaco della perfezione come Federico II non se ne sia accorto? Un’ipotesi, quindi, è che il castello e le sue sale fossero stati progettati per essere fruiti attraverso una sorta di “percorso obbligato“, forse legato a criteri astronomici.
- Potevano mancare le teorie complottiste? In particolare, nessuno aveva ancora parlato del Santo Graal: ricordo addirittura un fumetto di Martin Mystere ambientato in questa fortezza. Qualcuno sostiene che qui fu nascosto il Graal e altri che la forma stessa del Castello richiami la coppa che ha raccolto il sangue di Cristo. A onor del vero, con buona pace delle leggende, questa ipotesi è la meno accreditata perché tra Federico II e i templari non correva buon sangue.
- Ma arriviamo a una recente ipotesi che ha tratti storici molto convincenti e affonda le radici nel contrasto tra l’imperatore e il papa: Federico II non aveva mai accettato l’invito del papa a intraprendere la crociata per la liberazione di Gerusalemme perché non aveva alcun interesse a inimicarsi i Mussulmani. Questo gli valse la scomunica da parte di papa Gregorio IX. Fu così che si vede costretto a intraprendere la sesta crociata, detta la crociata degli scomunicati e, il 18 febbraio 1229, sottoscrive con il sultano d’Egitto al-Kamil un trattato, riprendendosi Gerusalemme senza spargimenti di sangue ma solo con la sua abile politica diplomatica.
In questo viaggio scopre l’architettura e la filosofia degli hammam arabi e sembrerebbe che il modello del centro benessere possa essere applicato proprio a Castel del Monte.
Diversi sono gli elementi della costruzione che porterebbero in tale direzione: i molteplici e ingegnosi sistemi di canalizzazione e raccolta dell’acqua, le numerose cisterne per la conservazione, la presenza delle più antiche stanze da bagno della storia, la particolare conformazione dell’intero complesso, il percorso interno obbligato (che coincide con una precedente ipotesi) e la forma ottagonale, tipica di alcuni dei più famosi hammam.