La capitale del petrolio della Norvegia e d’Europa
Sono certo che gli abitanti di Stavanger (non ci provo nemmeno a capire come si chiamano) preferirebbero che la loro città fosse nota per essere la terza municipalità della Norvegia, quella pù a sud e quindi col clima più mite, quella con le spiagge sabbiose e il centro incantevole composto di case in legno bianco, quella che fu capitale europea della cultura nel 2008.
E invece, il titolo più comune che le viene attribuito è quello di “capitane del petrolio della Norvegia e d’Europa“.
Questo appellativo è dovuto al fatto che, nel 1969, Stavanger divenne la base continentale di riferimento per le piattaforme che operano estrazioni petrolifere nel Mare del Nord. La scelta fu condizionata dalla scoperta di un giacimento al largo delle sue coste. Questa svolta storica portò la cittadina a crescere rapidamente e ad attrarre la forza lavoro con un aumento rapidissimo della popolazione e un allargamento dell’area metropolitana.
Oggi, infatti, l’area metropolitana di Stavanger vanta il terzo posto in tutta la Norvegia come estensione di territorio.
Geograficamente, la città è posta sulla costa nella zona dei fiordi meridionali, nella regione del Vestlandet e nella contea di Rogaland. Intorno ad essa ci sono 3 fiordi (Hafrsfjord, Byfjorden e Gandsfjorden) e ben 5 laghi facendone un paradiso naturalistico unico nel suo genere.
Cenni storici
Come sempre, vi do qualche indicazione storica ad altissimo livello solo per capire meglio stili e architetture che incontrerete, mentre vi rimando a testi storici più autorevoli del mio blog qualora vogliate approfondire.
Anticamente, si hanno tracce di una certa “Stafangr”che significa “fiordo di Staff” e si pensa che qui ci fossero insediamenti umani già 10.000 anni fa, probabilmente per la bellezza del territorio e la posizione strategica tra mare e terra. Il passaggio di merci ne fece un importante centro commerciale nel X secolo e infatti l’area è ricca di testimonianze della civiltà vichinga.
L’evento storico più importante che vede protagonista questi territori è la celeberrima battaglia di Hafrsfjord combattuta nell’anno 872, che forse a voi non dirà nulla, ma per i norvegesi fu l’evento che avviò il processo di unificazione dello stato che avrebbe condotto alla creazione del Regno di Norvegia.
Come si narra nella Egilis Saga, re Eiríkr di Hordaland, re Súlki di Rogaland, re Kjötvi il Ricco di Agder e i fratelli Hróaldr il Triste e Haddr il duro di Telemark, sovrani dei rispettivi 4 regni, strinsero un’alleanza necessaria a contrastare l’avanzata di re Harald I Bellachioma (Harfågra) che, da Trondheim stava assoggettando a sé un gran numero di regni minori spingendosi finanche verso la Svezia. La battaglia che ne seguì è considerato l’evento bellico più importante e sanguinoso della storia norvegese e la sconfitta dei 4 regni meridionali permise a re Harald I di diventare così potente da non dover più temere le invasioni degli altri regni minori che, negli anni, si sottomisero uno dopo l’altro portando, alla fine di un lento processo di espansione, all’unificazione del Regno di Norvegia. Il monumento delle Spade nella Montagna, alla periferia di Stavanger, sono il ricordo della storica battaglia.
Tra il 1122 e il 1128, Stavanger venne elevata al rango di “città“, il che le portò anche la nomina a sede vescovile (separandosi da Bergen) e al primo vescovo, Reginald, si deve la costruzione della Cattedrale. La città perse la sede nel 1536 a seguito dello scisma con la Chiesa Protestante. Con la perdita del potere religioso seguirono altre crisi come la peste e gli incendi (l’architettura era prevalentemente in legno, ragion per cui quando visiterete la città vi sentirete spesso ripetere dalle guide “edificio ricostruito a seguito di un incendio”).
Quello che non distrussero gli incendi, lo fecero i bombardamenti alleati durante la Seconda Guerra Mondiale poiché Stavanger fu occupata dalle truppe tedesche.
Economicamente, la storia recente di Stavanger la vede rifiorire all’inizio del XIX secolo grazie al suo carattere portuale e, in particolare, all’industria delle aringhe. Il boom più importante, però, lo diede l’estrazione del petrolio come vi ho già raccontato all’inizio dell’articolo.
La Scheda della città
- Regione: Vestlandet
- Contea: Rogaland
- Superficie: 262,52 km²
- Abitanti: 144.147 (dati 2021)
- Popolazione dell’area metropolitana: 350.000
- Densità: 549,09 ab./km²
- Altitudine: 1 m s.l.m.
- Patroni: San Swithun (Svitino)
- Festa patronale: 15 luglio
- Codice postale: 4001–4099, 4154, 4314, 4600
- Time Zone: UTC+1
Tempo e spazio Norvegia
Stavanger e Bergen distano circa 200 km. Si direbbe, quindi, che in un paio d’ore al massimo si possa viaggiare da una città all’altra… eh, no! In questa regione la costa è talmente frastagliata che per evitare di dover circumnavigare ogni fiordo, baia o insenatura che si incontra, è opportuno prendere dei traghetti o fare strade costiere con limiti di velocità molto ridotti.
Come conseguenza, per percorrere questi 200 km sono necessarie almeno 5 ore!
Visitare Stavanger
Con qualche ora a disposizione, Stavanger può essere visitata a piedi, come la maggior parte delle città Norvegesi.
La prima esperienza da fare è quella di addentrarvi tra le vie della Stavanger vecchia (Gamle Stavanger), a ovest del porto. Vi perderete in un centro storico che conserva il fascino di tempi andati, quando artigiani, pescatori e piccoli uomini d’affari realizzarono queste splendide case in legno in quartieri solcati da stradine di ciottoli illuminate da tradizionali lampade a gas: un’atmosfera d’altri tempi per quella che viene anche soprannominata la “città di legno“. Molti di questi edifici risalgono al XVIII secolo e, con riferimento a quel periodo, sembra siano quelli meglio conservati della Norvegia.
Vi raccontai nei cenni storici di come la città dovette un periodo di prosperità all’industria delle sardine. Col tempo, gli stabilimenti chiusero uno ad uno, ma proprio nel Gamle è rimasta una vecchia fabbrica di inscatolamento del pesce che ospita il museo Norsk Hermetikkmuseum, ovvero il Museo dell’Inscatolamento (per info e prezzi, visitate il sito ufficiale).
Continuando la passeggiata potreste fare una sosta presso la Piazza del Mercato e la Baia del Porto. Durante l’estate sono sede di un mercato alimentare dove si può acquistare frutta, verdura o pesce freschissimo. Proseguendo verso il laghetto del Byparken, troveremo la Cattedrale di Stavanger.
Del perché ci sia una Cattedrale a Stavanger, vi ho già parlato precedentemente. In effetti, non essendo più sede vescovile, si dovrebbe parlare di Duomo di Stavanger, e infatti il suo nome norvegese è Domkirke.
Credetemi se vi dico che vale proprio la pena visitarla, almeno esternamente, per uno almeno di questi motivi:
- Per l’estetica: la sua bellezza imponente e austera campeggia sul Torget, la piazza principale.
- Per chi cerca scorci panoramici unici per le proprie foto: da qui si ha una bellissima visuale del Vågen, il porto.
- Per l’importanza storica: con la cattedrale di Nidaros, è una delle due cattedrali norvegesi più antiche risalenti a prima dello Scisma col Protestantesimo che sono ancora in piedi. Oslo, Hamar e Bergen andarono distrutte a causa dei bombardamenti durante la guerra oppure per gli incendi.
La cattedrale, dedicata a San Svitino di Winchester (che è anche patrono della città), presenta elementi romanici e gotici, segno dei vari rimaneggiamenti perpetrati nel tempo, e l’unico pezzo originale della struttura, così come fu pensato dal vescovo Reinaldo, sono le guglie romaniche. Il resto è stato aggiunto o rifatto.
La facciata principale è molto semplice: in stile gotico e con un solo portale. Una curiosità è che spesso il lato opposto viene confuso con l’ingresso principale poiché è molto più bello e rifinito.
Restando in tema di edifici, il Ledal (o Ladaal) fu costruito tra il 1799 e il 1803 come residenza estiva della famiglia Kielland, mercanti legati alla corte. Viene considerato un edificio storicamente rilevante e rientra sotto il cappello del MUST (vi spiego meglio dopo cos’è) che gestisce le visite. È un modo originale di sbirciare le vita della classe agiata dei primi anni del 1800 e al suo interno ci sono arredi e suppellettili in stile Rococò, Luigi XVI, Impero and Biedermeier. Attualmente, viene usato come residenza estiva della famiglia reale.
Per info e costi, visitate il sito ufficiale.
MUST – La rete dei musei
Se avete qualche ora a disposizione, vi consiglio di fare una visita al MUST. L’acronimo sta per Museum Stavanger.
Se programmate una visita a Stavanger, prima di andare vi consiglio di armarvi di pazienza e fare un giro sul sito museumstavanger.no. Selezionate l’inglese e aprite il sottomenù “Museums“. Vi si aprirà l’elenco completo dei musei cittadini con orari e costi, ma soprattutto con una descrizione di ciò che troverete. In questo modo potrete fare un programma della vostra visita mettendo in conto distanze e tempo a disposizione.
Vi cito alcuni tra i principali musei:
Lungo la banchina del porto, al numero 1 di Kjeringholmen troverete un edificio rivestito in acciaio, il Norsk Oljemuseum, ovvero il Museo del Petrolio (Norwegian Petroleum Museum): con mostre interattive vi guiderà attraverso la storia e le tecniche dell’estrazione petrolifera nel mare norvegese.
⇒ Per info e costi, visitate il sito ufficiale del museo.
Lo Stavanger Maritime Museum è un piccolo museo del porto con modelli di navi e manufatti legati alla storia marittima di Stavanger. La location in cui è ospitato è un vecchio edificio dei mercanti perfettamente conservato. La mostra ripercorre 200 anni di storia legata al mare.
⇒ Per info e costi, visitate il sito ufficiale del museo.
Lo Stavanger Museum non è il Museum Stavanger di cui vi ho parlato sopra, quindi non vi confondete. Questo è stato fondato nel 1877 ed è uno dei più vecchi musei cittadini. L’edificio fu progettato dall’architetto Hartvig Sverdrup Eckhoff e completato nel 1893. La forma attuale è frutto del restauro del 1930.
Il museo ospita tre mostre:
- Exhibitions of cultural history and natural history
- The Norwegian Children’s Museum
- The Norwegian Bird Ringing Centre
Nella prima mostra, le collezioni sono organizzate in maniera tale da presentare la storia di Stavanger e la diversità biologica della regione. Il museo ha anche una collezione medica e una mostra correlata.
Il focus principale della seconda mostra è sulla storia dell’infanzia e sulla cultura dei bambini.
Per la terza mostra bisogna avere un po’ di passione per l’ornitologia. Infatti, dal 1914 qui si procede alla pratica dell’inanellamento degli uccelli, una metodologia di studio che consiste nell’applicazione di un anello metallico sulla zampa (tarso) dell’uccello al fine di identificarlo successivamente per poterne studiare l’evoluzione e le abitudini.
⇒ Per info e costi, consultate il sito ufficiale.
Anche se fa sempre capo al MUST, l’IDDIS è collocato nel cuore della vecchia Stavanger. Il nome completo è The Norwegian Printing Museum and The Norwegian Canning Museum. Iddis è il termine che si utilizza in modo popolare per le etichette sulle lattine: in dialetto locale, “etichetta” divenne “iddikett” e quindi “iddis”. La necessità di etichette e imballaggi colorati per l’industria di Stavanger gettò le basi per l’industria della stampa.
⇒ Per info e costi, consultate il sito ufficiale.
Ultimo, ma non per importanza, vi segnalo in Henrik Ibsens Gate 55, lo Stavanger Kunstmuseums, ovvero il Museo d’Arte di Stavanger. La collezione dello Stavanger Art Museum è composta da ca. 3.000 opere d’arte dal XIX secolo ai giorni nostri, con particolare attenzione all’arte norvegese, incluse quelle del noto pittore locale Lars Hertervig.
⇒ Per info e costi, consultate il sito ufficiale.
Arrivare a Stavanger
L’aeroporto più vicino è quello di Stavanger-Sola, a 11 km dalla città.
Come collegamento con la città c’è il Flybus (verificate orari e prezzi in questa pagina) o la linea 42 (potete verificare orari e prezzi in questa pagina). Per il bus di linea, se non volete acquistare i biglietti alle macchinette della stazione oppure mediante l’APP Kolumbus, sappiate che a bordo viene applicata una piccola maggiorazione di circa 20 NOK (meno di 2 Euro).
La stazione centrale di Stavanger (Stavanger stasjon) è la fine del viaggio panoramico di 545 km della Sørlandet Line, la linea ferroviaria proveniente da Oslo che passa per Kristiansand.
Se volete avere un’idea delle tappe e dei panorami, guardate questo videoracconto di VisitNorway.
Per orari e biglietti potete utilizzare il sito entur.no.
Per gli amanti del Fly & Drive che stanno percorrendo i fiordi lungo le strade costiere, la strada europea da imboccare è la E39, che parte da Trondheim e arriva ad Aalborg, in Danimarca, passando per luoghi strategici della Norvegia, come Molde, Ålesund, Bergen, Kristiansand e, appunto, Stavanger.
La Roccia del Pulpito
Una delle più importanti attrazioni visitate dal turismo internazionale che si reca a Stavanger, non è a Stavanger, ma a 25 km di distanza lungo il Lysefjord. Si tratta della cosiddetta “Roccia del pulpito“, ovvero la Prekestolen in norvegese bokmål o la Preikestolen, in norvegese nynorsk.
Il perché di questo nome è abbastanza ovvio quando finalmente la si vede (più dal fiordo che dalla terra, a dire il vero): si tratta di una falesia a strapiombo sulle acque che sporge rispetto al resto della parete, assumendo la classica forma di un pulpito, o meglio, di un ambone, tipico dell’architettura ecclesiastica.
La piattaforma raggiunge un’altezza di 604 metri e viene visitata da migliaia di persone ogni anno che, oltre a instagrammare una foto spettacolare, spesso e volentieri, forse per l’assenza di ossigeno a quella quota, si spingono ad affacciarsi o a sederi sul ciglio della roccia. Non c’è alcuna protezione, ed è una scelta davvero audace perché, se da un lato è un modo per preservare il paesaggio naturale (in altri luoghi con meno scrupoli avrebbero già installato balconata, corridoio di vetro, ruota panoramica e piattaforma per il bungee jumping), dall’altro rende uno dei siti più visitati dello stato un potenziale pericolo. Mi è sembrato un po’ come dire “se lo fai, ti assumi la responsabilità del rischio“.
So di darvi una delusione, ma io non sono riuscito neanche a montarci sopra, tanto era l’impressione di cadere nel vuoto da un momento all’altro!
Grazie allo Hundvåg Tunnel aperto nel 2020, il tragitto da Stavanger dura circa 40 minuti se si sceglie di viaggiare su ruote. Lasciata la vettura al parcheggio (a pagamento) del rifugio Preikestolen fjellstue, c’è da camminare circa 4 km per salire un dislivello di 334 metri fino al belvedere. Per un’escursione completa, andata e ritorno, vanno mese in conto dalle 3 alle 4 ore e va considerato un medio livello di difficoltà per via del terreno irregolare e di alcuni tratti ripidi. Nei mesi invernali è sconsigliato perché potrebbe esserci neve o ghiaccio rendendolo più difficile.
Il mio consiglio è di mettervi in marcia solo se avete esperienza e un equipaggiamento adatto (qui più che in altri posti, evitate di avventurarvi con sandali o scarpe da ginnastica), se le condizioni meteo lo permettono e, comunque, di affidarvi a escursioni guidate da guide del posto per non incorrere in antipatici imprevisti.
A mia modesta opinione, l’avvicinamento via mare è molto più suggestivo e rende meglio l’idea della precarietà della roccia. Sì, perché avevo dimenticato di dirvi che una particolarità di questa piattaforma è che sta su per scommessa!
Una caratteristica di questo sperone di granito, infatti, è che a parte i 3 lati scoperti a strapiombo, il quarto lato che dovrebbe essere saldamente ancorato alla parete della falesia, presenta una fenditura bella evidente anche nelle foto panoramiche. In realtà sembra che sia del tutto sicuro e che il pulpito resterà attaccato al resto della scogliera per secoli, ma ammetto che un po’ di inquietudine me l’ha data, specialmente vedendo una trentina di temerari che ci camminavano sopra!
Una leggenda della tradizione popolare norvegese narra che quando sette fratelli sposeranno sette sorelle, la scogliera si staccherà dalla falesia cadendo nelle acque del fiordo che genereranno uno tsunami che raderà al suolo la zona. Solo cose belle, insomma.
Per gli amanti delle citazioni cinematografiche, eccovi due scene d’effetto tratte rispettivamente da “Mission: Impossible – Fallout!” e da “Vikings“. In entrambe la Preikestolen è protagonista indiscussa della scena!
L’immagine di copertina è di Adam Bortnowski da Pixabay
(1) Foto di Konstantins Jaunzems da Pixabay – (2) Foto di Z O da Pixabay – (3) Foto di Geir Ormseth da Pixabay