La chiesa dei domenicani
La basilica della Santa Trinità si incontra sulla sinistra a metà della via Grodzka, mentre si cammina dalla Piazza del Mercato verso il Wawel. La bellezza della facciata gotica è un po’ rovinata dal traffico della piazzetta antistante, che oltre alle auto ospita la fermata del tram.
La chiesa risale al 1223, quando venne costruita in stile gotico. Successivamente, tra incendi e razzie di altri popoli, la struttura fu più volte rovinata e restaurata. Un incendio del 1850 la danneggiò gravemente, al punto che i lavori di ricostruzione ne cambiarono un po’ l’aspetto con criteri neogotici. La differenza è che il gotico fu un vero e proprio stile architettonico tipico del Medioevo, mentre il neogotico viene considerato più uno stile estetico che si diffuse nell’Ottocento a partire dall’Inghilterra con l’ambizione di rivalutare l’arte medievale.
La chiesa, comunque, era stata donata ai Domenicani quando si stabilirono a Cracovia e ancora oggi ospita il monastero dell’ordine, rappresentandone la sede principale.
Le donazioni delle famiglie nobili di Cracovia permisero la costruzione delle cappelle che arricchirono le navate laterali.
Un gioiello da visitare assolutamente è la cappella di San Giacinto, che è considerato colui che ha ispirato e avviato l’opra dei domenicani a Cracovia (vedi il box più avanti nella pagina).
Salendo le scale a sinistra dell’altare maggiore, si arriva alla cappellina rialzata al cui centro è posto un reliquiario dorato con le sembianze del santo. Dal ballatoio è possibile fare delle belle foto di tutta la chiesa dall’alto.
L’altare maggiore con il crocifisso alla sua destra, fa da confine al presbiterio che presenta per la sua lunghezza due cori in legno intarsiati che si fronteggiano lungo le pareti dando all’occhio del visitatore la via di fuga per dirigere lo sguardo verso il tabernacolo sopra a cui sono poste le statue della Santissima Trinità.
Ai lati del complesso del tabernacolo, più grandi delle altre per dimensioni, ci sono le statue di Maria e Giuseppe.
Altra meta di pellegrinaggio è la cappella della Madonna del Rosario, a cui è attribuita la protezione della Polonia al tempo della guerra contro i Turchi del XVII secolo. Nella sontuosa cappella raggiungibile tramite la porta a destra rispetto all’altare, è conservato il dipinto miracoloso della Madonna. In realtà si tratta di una copia di un’effigie proveniente dalla Basilica papale romana di Santa Maria Maggiore.
Nel corridoio che porta alla cappella c’è una nicchia con una statua di Gesù un Catene, tipica dell’iconografia dell’Ecce Homo.
Aggiunta al complesso della basilica nel 1614 c’è la Cappella Myszkowski, così chiamata perché fu voluta (e finanziata) da due fratelli: il Gran Maresciallo della Corona Zygmunt Myszkowski e il castellano di Oświęcim, Aleksander Myszkowski. A suo interno ci sono opere attribuite a Santi Gucci, scultore e architetto italiano del ‘500 che da Firenze si trasferì a lavorare in Polonia.
Le leggende su San Giacinto
Come si è detto sopra, San Giacinto è considerato l’ispiratore dell’opera domenicana a Cracovia. La cappella a lui dedicata all’interno della basilica della Santissima Trinità è ispirata a quella di Sigismondo nella Cattedrale del Wawel.
Attorno a questa figura circolano diverse leggende popolari, legate sia all’alchimia che ai poteri di esorcismo.
Una di queste storie afferma che Giacinto utilizzasse l’acqua come cura. Le fiabe della buona notte narrano che di notte, nei dintorni della chiesa, possano udirsi i pianti delle anime dell’inferno che Giustino fece uscire dai corpi posseduti.
La tomba del frate è visitata da molti pellegrini polacchi perché si dice che, chi si accosti all’altare e al sarcofago, possa ricevere le grazie. Affreschi e placche ex-voto raccontano una storia di miracolose guarigioni o di donne sterili che partorirono.










