Come raccontarvi la Spagna?
Non so voi, ma quando penso alla Spagna mi vengono subito in mente i tormentoni estivi (con annesso balletto in stile Tik Tok), ma anche i colori, i sapori, i profumi e i sorrisi di chi ama godersi la vita.
In effetti, immagino che ci sarà anche per gli spagnoli una vita ordinaria a cui stare dietro, tra orari, scadenze e traffico, ma andare in vacanza in una località della Spagna, nell’immaginario collettivo, ti fa dimenticare tutte queste cose e riconciliare con la vita!
No, non esagero: il sole, il mare, la buona cucina, la storia, la tradizione, la musica, la gente cordiale ed espansiva sono il biglietto da visita di questa terra, che si fa strada in te al ritmo di flamenco, tapas, paella e movida.
Le città spagnole ti accalappiano con la loro organizzazione, i mezzi di trasporto efficienti e all’avanguardia, la pulizia delle strade, l’attenzione al cittadino e quel sapersi godere la vita per cui resteresti sveglio tutta la notte, se il tuo fisico te lo permettesse!
Ma sai che le energie vanno risparmiate e dosate tra il giorno e la notte, perché oltre al divertimento c’è la storia, l’arte, l’architettura, le chiese antiche e quelle moderne. C’è il riferimento alla monarchia, non emozionante e coinvolgente come quella inglese, ma comunque caratteristica della vita e della cultura di un popolo.
E poi c’è la natura variegata, le spiagge e le montagne, le isole, i fiumi e i laghi: territori preservati per il piacere della scoperta.
In lingua spagnola ufficiale e in galiziano si chiama España,
ma in basco potreste leggerla come Espainia
e in catalano come Espanya.
In Spagna, infatti, oltre alla lingua ufficiale, esistono altre tre lingue (o dialetti) che sono preservate anche dalla costituzione.
Insieme al Portogallo occupa la Penisola Iberica, che traccia il confine occidentale dell’Europa meridionale.
La capitale è Madrid, dove hanno sede anche il palazzo Reale e il palazzo della Zarzuela, che sono le abitazioni della famiglia reale, discendente della famiglia Borbone di Spagna (la storia è ricca, ma se siete interessati, vi consiglio di andare ad attingere da fonti più autorevoli di questo blog).
Il territorio della Spagna si può riassumere così: al centro abbiamo la Meseta, un vasto altopiano che si estende per circa 400000 km² e comprende la città di Madrid. A est è delimitato dai Monti Iberici e dalla Sierra Morena, a nord dai Monti Cantabrici e dai Pirenei, che separano la Spagna dalla Francia. A sud ci sono i Monti Betici, costituiti da diversi gruppi montuoso come la Sierra Nevada.
In Andalusia c’è anche l’unico deserto d’Europa, il Deserto di Tabernas, che avrete sicuramente visto in molti film western di Sergio Leone, ma anche in grandi produzioni come tra cui Lawrence d’Arabia (1962), Cleopatra (1963), e Indiana Jones e l’ultima crociata (1989).
Mete turistiche
Premesso che la Spagna è uno di quei posti da esplorare in lungo e in largo come se non ci fosse un domani e con la certezza che saprà sempre stupirti, ecco alcune delle principali mete turistiche da prendere in considerazione:
- Madrid, la città che non dorme mai! La capitale della Spagna, il centro del potere, la regina della movida. Arte, cultura, divertimento in una sola destinazione.
- Barcellona, la città cosmopolita e sempre viva affacciata sul mare. Famosa per Gaudì, la Sagrada Familia e le Ramblas, è da sempre una delle capitali più giovani e accoglienti d’Europa.
- Siviglia, con i colori, i suoni e i sapori di altri tempi: dalla Cattedrale gotica all’Alcazar reale, luogo delle nozze tra Carlo V e Isabella del Portogallo. Il ritmo del sud sarà scandito dal suono della chitarra spagnola e dai passi di flamenco.
- Valencia, patria della vera paella! La città della storia che si fonde con gli edifici futuristici… e quando sarai stanco ti aspettano le sue spiagge di sabbia fine e dorata.
- Malaga, la capitale della Costa del Sol che diede i natali a Picasso.
- Salamanca, la città storica con due cattedrali che al tramonto sembra risplendere di riflessi dorati.
- Bilbao, nei nordici Paesi Baschi: è detta anche “la città del Guggenheim”.
- Santiago de Compostela, tappa finale di uno dei pellegrinaggi più famosi al mondo. Vi auguro di vivere l’emozione unica di veder ondeggiare sopra di voi l’imponente botafumeiro al cospetto dell’Apostolo Giacomo il Maggiore.
- Le Isole Baleari non hanno bisogno di presentazione. Citiamo tra tutte Ibiza, Maiorca, Formentera e Minorca.
- Le Isole Canarie, con luoghi unici come Tenerife, Fuerteventura, Lanzarote, Gran Canaria e La Palma.
Chiaramente, i posti da scoprire sono tanti e tali da avere solo l’imbarazzo della scelta: il giro della costa del sud, dalla Francia al Portogallo fu uno dei miei primi fly&drive: avevo 16 anni e viaggiavo con la mia famiglia stipata coi bagagli in una Fiat Uno… altro che avventura!
Le origini del nome
Il termine “Hispania” indica, sin dal III secolo, il nome che i romani davano a tutta la penisola, che oggi viene identificata come Penisola Iberica. Il termine “Iberia“, d’altro canto, era stato attribuito dai greci.
Il primo termine vinse sul secondo nell’uso comune, dando il nome alla nazione (Hispania → España), mentre il secondo viene ancora utilizzato per la connotazione geografica della terra, a volte aggiunto come aggettivo per indicare la provenienza di qualcosa (un uso tra tutti è quello del famoso “jamon ibérico“).
In realtà, non è chiarissimo come si arrivi alla parola España. Tra le diverse teorie c’è quella che vede una radice nella parola greca “hesperos“, come veniva chiamata la prima stella che appariva a occidente dopo il tramonto e in effetti, per i greci, la Spagna era la terra più a occidente che si potesse vedere prima dell’oceano sconfinato. Il passaggio potrebbe essere stati Hesperos → Hesperia → Hispania → España.
Qualcuno la lega alla presenza dei conigli o, più precisamente, delle procavie: hi-shphanim, significa infatti isola dei conigli.
Secondo altri, il termine ha origini fenice e significherebbe “isola dei metalli“ o “isola delle forge” (i-span-ya), a causa dell’enorme quantità di miniere in Andalusia al tempo della venuta dei fenici.
L’ultima ipotesi vede protagonista la parola basca “ezpaina” che vuol dire confine, ma anche mare e dà un senso di “terra che divide il mare” o “terra al confine col mare”.
ATTENZIONE!
- La Spagna è in UE, quindi (ipotizzando che tu venga da un altro Paese membro) vi puoi accedere con un documento di identità valido.
- Per la stessa ragione, l’assistenza sanitaria pubblica è garantita presentando la TEAM (Tessera Europea di Assicurazione Malattia) o il suo certificato sostitutivo, a patto che le cure siano giudicate necessarie. Informati prima sui regolamenti comunitari relativi alle modalità di assistenza “diretta” e “indiretta”.
- Quando lascerai la Spagna dovrai dichiarare la valuta se porti con te una cifra che supera i 6.010 euro.
- Se ti metterai alla guida ricorda che è vietato tenere lo smatphone in mano e utilizzare navigatori con rilevatori di autovelox
La scheda della Spagna
- Nome originale: Reino de España
- Simbolo internazionale: E
- Nome italiano: Regno di Spagna
- Lingue ufficiali: Spagnolo
- Nome degli abitanti: Spagnoli
- Capitale: Madrid
- Governo: Monarchia parlamentare
- Moneta: Euro
- Festa nazionale: 12 ottobre (anniversario dell’ arrivo di Cristoforo Colombo alle isole Bahamas nel 1942)
- Popolazione: 48.345.223 abitanti (dati 2023)
- Membro UE dal: 1 gennaio 1986
- Membro ONU dal: 14 dicembre 1955
- Membro NATO dal: 30 maggio 1982
- Superficie: 504.645 Kmq
- …di cui acque: 1,04%
- Fiumi principali: Tago (1008 km), Ebro (928 km), Duero (895 km), Gaudiana (818 km)
- Coste:
- oceano Atlantico (costa settentrionale e nord-occidentale)
- mar Mediterraneo (costa meridionale)
- Estensione costiera: circa 4900 km
- Confini:
- Portogallo (O)
- Francia (N-E)
- Isole principali:
- Baleari (mar Mediterraneo)
- Canarie (oceano Atlantico)
Curiosità
Spesso si indica la montagna più alta della Spagna sia il monte Mulhacén, con i suoi 3.482 m s.l.m., appartenente al massiccio della Sierra Nevada. In realtà, questo non è del tutto vero perché si sta considerando solo il territorio della Penisola Iberica. Se ci spingiamo alle isole Canarie, troviamo il Pico de Teide, a Tenerife.
In realtà si tratta di un vulcano che, con i suoi 3.715 m.s.l.m., è anche la montagna più alta dell’Oceano Atlantico. Ma c’è di più: l’altezza, se si considera come base la piattaforma oceanica, è di circa 7.500 m. Questo ne fa il terzo vulcano al mondo per altitudine assoluta (senza considerare il livello del mare). Se ve lo steste chiedendo, primi due sono alle Hawaii.
L’apertura alla cultura queer
Dal 1939 al 1975 la Spagna ha vissuto un periodo di dittatura militare guidata dal generale Francisco Franco. In questo periodo si parla di Spagna Franchista di Stato Spagnolo. Terminò con la morte di Franco e l’ascesa al trono di Juan Carlos I. Questo passaggio segnò l’inizio di una rinascita della democrazia ma, soprattutto, della libertà di esprimere se stessi come mai era stato permesso.
Fu in questo contesto che la cultura LGBT venne sdoganata e vissuta senza più paura.
Il cammino di progressiva consapevolezza ha portato non solo ad “accettare”, ma a condividere e promuovere nella televisione, nel cinema, nella musica, nell’arte e in tante altre forme culturali, tanto che oggi la Spagna è considerata uno dei luoghi più liberali al mondo in tema di identità di genere.
La definizione “gay friendly” si adatta perfettamente a città come Madrid e Barcellona, dove esistono interi quartieri dedicati al divertimento e alla cultura queer.
La Spagna è stata pioniera anche sul tema dei diritti: tra le prime nazioni al mondo, negli anni ’90, a registrare le unioni civili tra persone omosessuali, ha bandito la discriminazione per l’orientamento sessuale o per la libera espressione dell’identità di genere nel 1996.
Nel 2005 sono stati legalizzati il matrimonio tra persone dello stesso sesso e l’adozione da parte di coppie omogenitoriali.
L’organizzazione territoriale
La Spagna è suddivisa in 17 regioni: Andalusia, Aragona, Asturie, Isole Baleari, Isole Canarie, Cantabria, Castiglia-La Mancha, Castiglia e León, Catalogna, Comunità Valenciana, Estremadura, Galizia, La Rioja, Comunità di Madrid, Regione di Murcia, Navarra e Paesi Baschi. Queste regioni sono definite dalla Costituzione Spagnola del 1978 “comunidades autónomas“, ovvero Comunità Autonome. A ciascuna di esse è lasciato un certo margine di libertà entro i limiti della costituzione stessa. Per ciascuna esistono un governo e un parlamento in grado di emanare leggi territoriali per le competenze che sono state demandate dal governo centrale. In ogni Comunità Autonoma c’è anche un Tribunale Superiore di Giustizia. Immagino che non vi siano sfuggite notizie al telegiornale relativamente ai frequenti contrasti tra il governo centrale e le regioni: in questo caso subentra la Corte Costituzionale dello Stato a fare da mediatore.
Le comunità autonome possono essere organizzate in provincie (sette sono composte da una sola provincia) e comuni o municipi, guidati da un sindaco (l’alcalde) che è al tempo stesso capo del municipio e rappresentante del governo nei municipi.
Ah, dimenticavo: esistono anche due città autonome in Marocco che rientrano nel Regno di Spagna: Ceuta e Melilla.
La religione
La Costituzione Spagnola garantisce la libertà di culto in tutta la Spagna.
Se girate per le strade delle città spagnole, però, non può sfuggirvi la massiccia presenza di chiese cattoliche, anche di notevoli dimensioni. Storicamente, infatti, la Spagna è a prevalenza cattolica: un esempio tra tanti è l’attributo di “Re cattolici” (los Reyes Católicos) che lo stesso papa Alessandro VI diede ai sovrani Isabella I di Castiglia e Ferdinando II d’Aragona.
Oggi, circa il 70% degli spagnoli si professa cattolico (dati 2017 del Centro Spagnolo per la Ricerca Sociologica), c’è circa un 24% di ateismo e la percentuale restante si divide tra le altre religioni (ebrea, mussulmana, protestante, buddhista e indù, per citarne alcune). Nonostante le percentuali significativamente sbilanciate, la Spagna fa un vanto della propria apertura a discapito di ogni discriminazione.
Viaggiare in Spagna
Volare in Spagna è facile: ci sono molti aeroporti e sono tutti ben collegati ai centri abitati di riferimento. La società di gestione che cura la maggior parte degli scali è AENA (Aeropuertos Españoles y Navegación Aérea S.A.).
I principali scali internazionali sono:
- MAD – Aeroporto Adolfo Suárez Madrid-Barajas
- BCN – Aeroporto Josep Tarradellas Barcellona-El Prat
- PMI – Aeroporto Son Sant Joan di Palma di Maiorca
- AGP – Aeroporto di Málaga – Costa del Sol
- ALC – Aeroporto Miguel Hernandez di Alicante-Elche
- LPA – Aeroporto di Gran Canaria
- TFS – Aeroporto Reina Sofia di Tenerife Sud
La compagnia di bandiera spagnola è la Iberia (codice IATA: IB – sito ufficiale a questo link) con sede a Madrid. Per la vicinanza, le tratte Italia-Spagna sono battute da tantissime compagnie, anche low coast, come Air Europa, Vueling, ITA Airwais, RyanAir e WizzAir.
Per quanto riguarda le tratte interne alla Spagna, sul territorio ci sono, oltre ai 7 citati sopra, altri 36 scali, alcuni dei quali molto piccoli e riservati al traffico locale o privato. 7 sono solo alle Isole Canarie.
Forse, per spostarsi internamente, sono più pratici e versatili il trasporto su ruote o rotaie, ma dato che alcune città distano anche 6 ore di treno, in quei casi può convenire volare, visto che, per raggiungere qualsiasi scalo spagnolo da un altro scalo spagnolo, ci vogliono al massimo 2 ore.
Gli aeroporti, specialmente quelli internazionali, sono ben collegati al centro delle città vicine mediante treni e/o metro e/o bus.
La Spagna vanta 16.000 km di rete stradale veloce tra autostrade e scorrimenti veloci: se, come me, siete amanti del Fly&Drive, la Spagna è uno di quei posti che potrebbe darti grandi soddisfazioni. Oltre a una rete di strade che permette di arrivare ovunque, c’è una particolare attenzione alla vivibilità delle città e quindi è molto facile trovare grandi parcheggi per lasciare l’auto una volta arrivati in una delle mete per proseguire con i mezzi pubblici.
Volendo utilizzare superstrade e strade panoramiche o costiere, è possibile girare per la Spagna senza pagare pedaggi. Per tratte più lunghe, però, il consiglio è di valutare l’uso dell’autostrada: si paga un pedaggio ma si guadagna in tempo di viaggio.
Se state pianificando un tour in auto, vi consiglio di visitare il sito ufficiale delle autostrade autopistas.com che, oltre a illustrare la mappa autostradale e le tariffe in vigore, premette di accedere a un simulatore per stimare, da una località di partenza a una di destinazione, i chilometro, il tempo necessario, la spesa per il carburante, la quantità di CO2 generata e l’eventuale pedaggio.
Se decideste di venire in Spagna con la vostra auto dall’Italia, giocoforza, dovrete passare dalla Francia.
Se la vostra direzione è Barcellona o altra località della costa sud, la strada d’accesso sarà la A-9.
Se siete diretti nell’entroterra, quindi verso Madrid, dovrete utilizzare l’autostrada AP-8.
Se poi, una volta visitata la Spagna, decideste di fare un salto in Portogallo, ci sono ben 4 autostrade (A-2, A-5, A-55 e A-62) che vi permettono di passare la frontiera a diverse latitudini.
Per andare e tornare dalle isole avete due possibilità: in aereo o in nave. L’aereo lo abbiamo già visto sopra, e quindi analizziamo il traghetto, su cui potrete imbarcarvi, eventualmente, col vostro mezzo di trasporto (auto, bici, furgone, …).
Nel caso delle Isole Canarie, dovrai imbarcarti a Cadice o Huelva per raggiungere Gran Canaria (Las Palmas), Lanzarote (Arrecife) o Tenerife (Santa Cruz) Da lì è possibile spostarvi sulle altre isole con altri traghetti.
Dati i tempi di percorrenza (il viaggio per Gran Canaria è di quasi 40 ore) e il costo abbastanza elevato (un biglietto singolo da Cadice a Tenerife può costare mediamente sui 200 euro), è bene pianificare prima e con abbondante anticipo se si decide di utilizzare questo mezzo.
Per quanto riguarda le Isole Baleari, i traghetti partono da Barcellona, da Valencia e da Denia per andare verso Ibiza, Maiorca (Palma e Alcudia), Minorca (Ciudadella e Mahon) e Formentera. In questi casi, però, il viaggio è molto più “abbordabile”: da Barcelona a Palma de Mallorca dura circa 7 ore e costa una quarantina di euro a persona (auto esclusa).
Se volete verificare le tratte, gli orari, la disponibilità di posti e le tariffe, vi consiglio di utilizzare un sito “aggregatore” o “comparatore”, ovvero di quelli che confrontano le offerte di diverse compagnie. L’alternativa è dover fare numerose ricerche sui siti di tutte le compagnie che offrono il servizio spevifico (come GNV, Trasmapi, Balearia, Armas e Fred Olsen). Solo per lasciarvi un esempio chiarificatore, un sito comparatore fatto bene è directferries.com.
La Spagna in bicicletta non è solo fattibile, ma è consigliata: i percorsi naturalistici sia sulla costa, sia nell’entroterra offrono esperienze indimenticabili. Vi basti pensare che la Spagna gode della fama di essere il paese con più Riserve della Biosfera e ben 16 Parchi Nazionali. Alcuni percorsi si presentano da soli, come tutte le versioni del Cammino di Santiago. Inoltre gli spagnoli prestano molta attenzione a segnalare bene i percorsi.
In alcune località più frequentate dai cicloturisti si stanno sviluppando gli hotel “byke friendly” che contemplano un ricovero anche per la bicicletta con tanto di officina a disposizione per la manutenzione del veicolo.
Attenti al clima, però: in inverno potrebbe far troppo freddo, mentre in piena estate vi potreste trovare in balia dell’allerta meteo per il troppo caldo.
La Spagna è all’avanguardia per quanto riguarda i collegamenti ferroviari.
Il servizio, infatti, è capillare ed efficiente e permette di scoprire tutto il Paese comodamente in treno. Non a caso è una delle soluzioni più gettonate dai giovani che decidono di visitare la Spagna in modo itinerante ma con un occhio al budget.
Basti pensare che, nei periodi di maggiore frequenza, parte un treno Barcellona-Madrid ogni 20 minuti. Naturalmente, come avviene anche in Italia, la capacità personale di organizzarsi per tempo e cercare le offerte low cost può far pendere l’ago della bilancia verso una scelta piuttosto che l’altra.
A differenza degli aeroporti, che richiedono uno spostamento ulteriore una volta atterrati, le stazioni principali sono quasi sempre in centro città e quindi il costo risparmiato e il tempo aggiuntivo vanno messi in conto quando si fa il confronto.
Il società di stato che gestisce le ferrovie è la RENFE Operadora, che si occupa del trasporto di persone e merci in concorrenza con altre compagnie. L’acronimo RENFE sta per Red Nacional de los Ferrocarriles Españoles, ovvero la società statale fondata in regime di monopolio nel 1941 per ripristinare il trasporto ferroviario di passeggeri e merci sul territorio nazionale dopo la guerra civile spagnola. Venne sciolta e ritrasformata nel 2005.
Il sito ufficiale è renfe.com, tramite il quale è possibile acquistare i biglietti. Mettetvi l’anima in pace: le lingue disponibili sono: castigliano (castellano), catalano (catalán), basco (euskera), galiziano (gallego), valenciano (che poi è una forma di catalano), inglese e francese.
Per darvi un’idea della rete capillare e della facilità di spostamento, vi ho preparato uno schemino con i collegamenti tra le principali città, le distanze e i tempi di percorrenza in treno: vi consiglio di verificare sempre al momento della prenotazione, ma dovrebbe darvi l’idea della facilità con cui si può progettare una vacanza itinerante tra le città della Spagna.
Ecco di seguito qualche parola e qualche frase in spagnolo che potrebbero tornarvi utili per una conversazione improvvisata o per chiedere un’informazione. Considerate che per noi italiani è abbastanza facile farci capire con qualche rudimento linguistico e tanta gestualità: per molti versi gli spagnoli ci somigliano e ho trovato raramente gente non disposta a sforzarsi per comprenderti!
Premesso quindi che non basta inserire una “s” alla fine di ogni frase per parlare spagnolo, vi devo mettere in guardia dai “falsi amici“! Mi riferisco a quei termini spagnoli molto simili, se non uguali, ad altrettanti termini italiani, ma che hanno significati completamente diversi.
Non so se dovrete anche scrivere, ma ricordate che il punto esclamativo e quello interrogativo si inseriscono rovesciati all’inizio della frase che deve cambiare tono.
- Sì – Sí / No – No (e questa è facile, dai!!)
- Ciao – Hola (attenzione: esiste anche la parola “chao“, ma a differenza del nostro “ciao” serve solo per congedarsi!)
- Benvenuto – Bienvenido
- Buongiorno – Buenos días
- Buon pomeriggio/sera – Buenas tardes
- Buona notte – Buenas noches
- A destra – A la derecha
- Sinistra – A la izquierda
- Accanto a… – Al lado de…
- Vicino a… – Cerca de…
- A presto – Hasta pronto
- A dopo – Hasta luego
- A domani – Hasta mañana
- Domani mattina –Mañana por la mañana
- Addio – Adios (commiato, anche informale)
- Per favore – Por favor
- Grazie – Gracias
- Grazie mille – Muchas Gracias
- Prego – De nada
- Come ti chiami? – ¿Cómo te llamas?
- Mi chiamo… – Me llamo…
- Piacere – Encantado/a (non è il nostro “incantato”, quindi non vi montate la testa!)
- Di dove sei? – De donde eres?
- Sono italiano – Soy italiano
- Come stai? – ¿Cómo estás?
- Sto bene, e tu? – Estoy bien, ¿y tú?
- Mi scusi – Disculpe
- Permesso – Permiso
- Dov’è via… – Dónde està la calle…
- Mi sono perso, può aiutarmi per favore? – Estoy perdido/da, ¿me pueda ayudar por favor?
- Non capisco – No entiendo
- Mi scusi, parla spagnolo? – Disculpe, ¿habla español?
- Può ripetere, per favore? – ¿Puede repetir, por favor?
- Può parlare più lentamente? – ¿Puedes hablar más despacio?
- Ristorante – Restaurante
- Ho una prenotazione per un tavolo – Tengo una reservación por una mesa
- Forchetta – Tenedor
- Coltello – Cuchillo
- Cucchiaio – Cuchara de mesa
- Acqua a temperatura ambiente/ fredda con/senza gas – Agua natural/fria con/sin gas
- Vino bianco/rosso – Vino blanco/tinto
- Il conto, per favore – La cuenta, por favor
- Dov’è il bagno? – ¿dónde está el baño?
- Paga in contanti o con carta di credito? – ¿Usted Paga en efectivo o con tarjeta de crédito?
- Aiuto! – ¡Ayuda!
- Potrebbe aiutarmi a…? – ¿Me podriá ayudar a…?
- Non mi sento bene – No me siento bien
- Mi fa male la testa – Tengo dolor de cabeza
- Mi fa male la pancia/schiena – Me duele el estómago/la espalda
- Può dirmi dov’è la farmacia più vicina? – ¿Puedes decirme dónde está la farmacia más cercana?
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Diario di Viaggio
Ordinare una birra
Per qualcuno sarà solo uno dei tanti problemi di traduzione, ma per me è una di quelle cose da sapere bene prima di partire! Se entri in un pub e chiedi una birra (una Cerveza) è un po’ come se un fattore del Texas entrasse in un ristorante a Napoli e chiedesse “maccaroni!”.
Per ordinare una birra devi dichiarare la provenienza, la dimensione e il colore!
La cosa più facile è la tipologia: se non dici nulla, può essere una birra in bottiglia, ma se aggiungi de barril, la stai chiedendo alla spina.
Per il colore è facile e intuitivo: chiara è rubia, rossa è roja, scura è negra (ho sentito dire anche oscura, ma eviterei di imbarcarmi in traduzioni arcane). Attenzione ai falsi amici (linguistici): se vi propongono una Clara, non si tratta di una “birra chiara” una di una bibita estiva a base di birra e gazzosa oppure aranciata.
Per la dimensione ci sono alcune regole, ma questo non ti esime dall’informarti sugli usi linguistici della zona che stai visitando, infatti se a Madrid (e in generale in tutta la Spagna) una birra piccola è una Caña (circa 200 ml), nei Paesi Baschi dovrai chiedere un Zurito (che si aggira sui 150 ml). Se chiedi un Tubo arrivi a 300 ml.
Perché gli spagnoli prediligano formati più piccoli è spiegato dall’abitudine di berla a temperature glaciali per combattere il caldo e dissetarsi (la birra spagnola ha una gradazione alcolica mediamente più bassa della nostra), quindi se chiedi quantità troppo grandi rischi che ti si scaldi nel bicchiere.
Considera che a Madrid con una birra ti portano anche una tapas gratuita, quindi se ordini due cañas ti ritrovi con due piattini da stuzzicare. Considerando che i prezzi sono più bassi dei nostri, con due o tre birrette potrai sistemare la sete e la fame spendendo pochi euro!
Se sei abituato a bicchieri più grandi, l’impesa si fa più complessa, ma non impossibile: puoi chiedere una Doble, che si traduce all’incirca in 2 Cañe, quindi corrisponderebbe circa alla nostra media da 0,4 cc. Però una volta ho chiesto una Media e mi è arrivato un boccale da mezzo litro, quella che invece dovrebbe chiamarsi Jarra.
Infine, attento al falso amigo Mini: a differenza del termine che utilizziamo noi, che suggerisce qualcosa di piccolo, si tratta del boccale da un litro!
Se invece, al primo passaggio, avessi optato per una birra in bottiglia (mi chiedo perché, ma il cliente ha sempre ragione) c’è tutto un altro lessico da imparare:
- quinto (o botellin): formato più piccolo da 20 cc
- tercio: formato intermedio da 33 cc (la classica lattina)
- litrona: bottiglia da 1 litro (più comune nei ristoranti o nei supermercati e meno nei pub)












