Foto di Karl Oss Von Eeja da Pixabay

Tempio di Debod

Un pezzo di Egitto nel cuore di Madrid

by Nemo

La gratitudine dell’Egitto

Si trova dove non te l’aspetti: a due passi da Plaza de España, proprio accanto al Parque del Oeste. Si tratta del Tempio di Debod, un autentico tempio egizio portato a Madrid pietra per pietra e ricostruito rispettandone addirittura l’orientamento geografico sulla direttrice Est-Ovest.

Durante la costruzione della più grande e più moderna diga sul Nilo, la diga di Assuan (posta vicino all’omonima città), l’Egitto chiese aiuto all’UNESCO per salvare i templi della Nubia. Risposero all’appello alcune nazioni e gli egiziani mostrarono la loro gratitudine donando 4 templi a 4 nazioni:

  • Il Tempio di Dendur agli Stati Uniti d’America (conservato dentro al Metropolitan Museum of Art di New York),
  • Il Tempio rupestre di Ellesija all’Italia (conservato nel Museo Egizio di Torino),
  • Il Tempio del villaggio di Taffa ai Paesi Bassi (conservato nel Museo Nazionale delle Antichità di Leida),
  • Il Tempio di Debod alla Spagna (ricostruito nel parco del Cuartel de la Montaña).

Quello di Debod è l’unico dei 4 templi donati che non sia stato messo in un museo ma, al contrario, fa bella mostra di sé in un parco cittadino dove può essere visitato gratuitamente mettendosi in fila. C’è da dire che la fila scoraggia: ore sotto il sole per far entrare gruppi di 6 o 7 persone ogni 15 minuti.
Se posso darvi un consiglio, prestate attenzione al momento in cui la guardia chiama il gruppo successivo: spesso il numero è incompleto perché persone a cui toccherebbe preferiscono aspettare il turno successivo per entrare con amici o familiari. Se non è il vostro caso, quello è il momento per alzare la mano e dire che siete da soli, andando a occupare il posto vacante del gruppo appena chiamato. Se anche non foste soli, accettate il consiglio: la visita dura una decina di minuti, più 4 o 5 per fare le foto all’esterno e non vale la pena aspettare di più per entrare insieme, anche perché gli ambienti sono piccoli.

Il piano di ingresso presenta un vestibolo su cui si affacciano alcune stanze non molto grandi ma ricche di geroglifici ben conservati. Un cunicolo porta ad altre stanze interne meno interessanti.
sulla sinistra dell’ingresso una scala porta al piano superiore, dov’è allestita una piccola mostra di reperti e pietre con geroglifici. Nella stanza superiore è possibile ammirare un modellino dei templi sulle rive del Nilo.

Informazioni

  • Indirizzo: Calle de Ferraz, 1
  • Ingresso gratuito
  • Sito web per informazioni e orari: madrid.es/templodebod
  • Metro più vicine:
    • Plaza de España (L2, L3, L10),
    • Príncipe Pío (L6, L10, R),
    • Ventura Rodríguez (L3)

Il tempio risale al II secolo a.C. ed è dedicato alle divinità Amon e Iside.
Secondo alcuni testi, fu fatto costruire per volere del Faraone Tolomeo Filopatore, detto anche Tolomeo IV, mentre secondo altri l’ordine arrivò da Adijalamani di Meroe, re di Nubia.

La sua collocazione originale era sulle rive del Nilo, vicino al villaggio di Debod e sembra facesse parte del grande santuario di Iside sulla vicina isola di File.

Con la costruzione della prima diga di Assuan, negli anni ’60, le acque lo coprirono per la maggior parte dell’anno, lasciandolo emergere solo in estate, quando le acque si ritiravano.
La seconda diga di Assuan rischiava di dare il colpo di grazia a un edificio già compromesso dalle acque del Nilo.

Una delle camere interne del tempio dedicato ad Amon e Iside
Una delle camere interne del tempio dedicato ad Amon e Iside
Gli archi esterni del tempio di Debod
Gli archi esterni del tempio di Debod
Particolare di geroglifici nei corridoi interni
Particolare di geroglifici nei corridoi interni
L'ingresso del tempio di Debod
L'ingresso del tempio di Debod
L'ingresso per i visitatori al tempio
L'ingresso per i visitatori al tempio
Il modellino del tratto di Nilo con i templi
Il modellino del tratto di Nilo con i templi

L’interno del Templo de Debod

Il nucleo originale era costituito da una camera piena di geroglifici, conosciuta oggi come cappella dei rilievi o cappella di Adijalamani, dal momento che le iscrizioni dicono che il re Adijalamani ordina di costruire il monumento in onore di suo padre Amon e che Amon abita a Debod. Successivamente, in epoca tolemaica, vennero costruiti gli altri ambienti con la tecnica tipica in cui le nuove stanze andavano a circondare la precedente nascondendola dalla vista.
La camera più sacra del tempio, detta naos, è di granito rosso e fu fatta costruire da Tolomeo XII (81-51 a.C.)
I Faraoni che si alternarono dedicarono il tempio più a Iside o più ad Amon a seconda del proprio volere del momento.

A completare l’opera di costruzione ci pensarono i romani quando l’Egitto venne annesso all’Impero Romano. Vennero infatti aggiunte le colonne all’ingresso del vestibolo e un edificio adiacente.

Con gli eventi storici che seguirono il Medioevo, la zona del tempio venne conquistata prima dai cristiani, e poi dai musulmani, con scorribande intermedie di nomadi. Tutta questa gente lasciò segni del proprio passaggio nel tempio che venne progressivamente chiuso e abbandonato.

Dal 1972, il Templo de Debod fa bella mostra di sé ai turisti e, per la sua posizione, offre una splendida vista sulla parte ovest di Madrid ed è uno dei luoghi migliori per ammirare il tramonto.

L’immagine di copertina è di  Karl Oss Von Eeja. Grazie a Pixabay

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