by Nemo

Perché “Lallero”

Partiamo dal nome di questo blog: “Lallero” (con l’accento sulla e) è un modo di dire tipicamente romano.
E’ un po’ la versione popolare dello “scialla” nazionale ma in una lettura più positiva.
Potrei linkarvi alcuni pezzi di repertorio di Maurizio Battista che lo spiega egregiamente, ma vi darò qui la mia personale visione. Si tratta di un modo di prendere la vita che non si fa abbattere dai problemi e dalle difficoltà, ma che valorizza il lato bello delle cose, rallentando il tempo e godendo di quello che si ha.
Come spiegarlo a chi non è romano?
Immaginate che, durante un viaggio, qualcuno un giorno vi dica “Non ce la faremo mai, le difficoltà sono insormontabili ed è meglio tornare indietro!” oppure, siete a casa a pianificare una nuova meta e lo scienziato di turno vi dice: “Per andare in quel posto devi organizzarti un anno prima e ti costerà una fortuna!“… la risposta che smonterà i tuoi interlocutori è semplice:

“Si, Lallero!”

Volendo essere più eruditi, mi viene da citare una considerazione del Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupery:

“Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano!” 

Che ci crediate o no, questo è lo spirito con cui affronto un viaggio: è difficile che un imprevisto mi rovini i programmi perché io sono il primo a cambiare i miei programmi se qualcosa di nuovo mi ispira… anzi, a volte neanche li faccio i programmi!

Che ci crediate o no, nella vita faccio il Project Manager e nell’immaginario collettivo potreste pensare che un PM abbia la propensione a pianificare tutto per avere tutto sotto controllo. In realtà non è del tutto vero perché (per usare una similitudine) il buon marinaio non è quello che si incaponisce sulla propria rotta ma quello che è capace di sistemare le vele per sfruttare al meglio i venti che trova.
Come diceva Seneca,

“Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare!”

(lo confesso: questa l’ho rubata ai ragazzi del mio gruppo scout di Roma, che l’hanno scritta sul muro della sede)

Un cappuccino nel deserto degli Emirati durante una tempesta di sabbia

La foto che vedete rappresenta proprio questo spirito e mi ricorda un’avventura vissuta in uno dei viaggi con Maria Rosaria, mia moglie.

Eravamo su una strada in mezzo al deserto tra gli emirati di Dubai e Al Ain… no, vi smonto subito: non stavamo andando a cercare un villaggio tipico di nativi, ma un outlet grandi firme posto da qualche parte nel nulla. Ci eravamo affidati a un tassista poco loquace che masticava incenso.
A un certo punto veniamo travolti da una tempesta di sabbia e come per magia, la strada scompare per trasformarsi in una distesa di sabbia. Il tassista, senza fare una piega, accosta vicino a una caffetteria (che poi, ancora mi chiedo perché ci fosse una caffetteria nel deserto…) della catena canadese “Tim Hortons” e spegne il motore.

Dalla vetrina della caffetteria, guardavo fuori chiedendomi quando mai saremo ripartiti, cosa ci era venuto in mente di avventurarci a cercare un outlet nel deserto e, soprattutto, se saremmo mai riusciti a togliere la sabbia da ogni poro del nostro corpo!

Chiedo a Rosy “E ora che facciamo?” e lei, serenamente, risponde:

“Ci prendiamo un cappuccino!”

Ecco, questa è la filosofia “Lallero“: un cappuccino con schiuma, cacao e cannella in una caffetteria canadese in mezzo a una tempesta di sabbia nel deserto degli Emirati Arabi.
Questa è la serenità con cui mi piace affrontare l’avventura di un viaggio.
Questo è il motivo per cui ho voluto chiamare così il mio blog.

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