by Nemo

Mi piace dire che “Chi assaggia, viaggia due volte!
Si, lo ammetto… mi cito da solo e ho pure rubato un verso a Sant’Agostino per coniare questa perla!

Sinceramente, non amo viaggiare con chi vuole trovare casa nel posto in cui va.
Una volta mi è stato detto “Devi assolutamente andare in quel resort in Vietnam: il posto è stupendo e in più c’è il cuoco napoletano che ti fa sentire come a casa tua!“. Orbene, se volessi sentirmi come a casa mia, probabilmente resterei a casa mia. Quando sono in un posto diverso da casa mi piace aprirmi alle esperienze del posto per ascoltare e assorbire più che posso, con l’avidità di chi non sa se avrà mai modo di tornarvi.

I sapori di un luogo sono parte integrante di quel luogo! Sono un elemento della cultura di chi ci vive. A volte possono non essere affini ai miei gusti, ma poco importa: spesso ho una sola occasione per provare un cibo nuovo e non ho alcuna intenzione di sprecarla pensando che potrebbe non piacermi.

A onor del vero, ho mangiato schifezze invereconde durante i miei viaggi!
Ammetto la mia debolezza nei confronti dello street food (spesso assecondata di nascosto da mia moglie, come nelle migliori tradizioni) e può capitare che, al primo morso, io mi penta della mia audacia. In questi casi, faccio mio il detto che “quello che non strozza, ingrassa” e mi rimetto alla ricerca di una seconda occasione!

La scoperta di un piatto nuovo è più preziosa per il genere umano

che la scoperta di una nuova stella

Jean Anthelme Brillat-SavarinJean, politico e gastronomi francese
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Strascicati lucani con ragù di salciccia pezzente e peperone crusco

– Matera –

La bistecca di balena nelle ricette tradizionali dei vichinghi.
La bistecca di balena come nelle ricette tradizionali dei vichinghi.

– Oslo –

Il salmerino artico di Vik
Il salmerino artico di Vik con le immancabili patate

– Vik –

Bigos polacco servito nella pagnotta
Bigos tradizionale polacco rigorosamente servito nella pagnotta

– Cracovia –

So già che alcune pietanze, come la balena della foto precedente, la renna, l’orso o altri cibi tradizionali di questo o quel Paese, faranno arrabbiare qualcuno. Eppure il punto è proprio questo: se è vero che “Paese che va, usanza che trovi”, sarà più facile adattarsi ad alcune tradizioni e meno ad altre, ma di fondo vale il rispetto per chi ci sta ospitando. Il mondo è già pieno di giudizi e pregiudizi: io – nel mio piccolo di viaggiatore fai-da-te senza alcuna pretesa di insegnare nulla a nessuno- ho scelto la via del dialogo e vi assicuro che molto spesso – non sempre – mettersi in ascolto aiuta ad apprendere nuove prospettive.

Alcune volte, il mio osare mi ha premiato e ho scoperto piatti che hanno spostato in avanti il fondoscala della misura del “gusto”. In altre parole, ho capito che dovevo gustare ogni boccone perché non avrei ritrovato facilmente, altrove, quel sapore, quel contrasto, quella fantasia!

Certi piatti dovevano la loro fortuna alla materia prima… e in quei casi sapevo che esagerare non solo non era peccato, ma un vero e proprio obbligo morale! È il caso, per fare un esempio, della scorpacciata di aragoste atlantiche (in islandese, Humar) nel villaggio di Höfn, nell’Austurland, che in realtà non sono vere aragoste come tutti le chiamano, ma degli scampi un po’ cresciuti. La ricetta era semplice: al vapore o fritti! Ricordo ancora l’espressione imbarazzata del cameriere della taverna sulla costa quando provò a spiegarmi che il piatto che avevo ordinato era per 2 persone… e anche la faccia che fece quando portò via il piatto con la montagna di carapaci pazientemente spolpata.

SANDWICH CON COCKTAIL DI HUMAR
HUMAR FRITTI FRITTI FRITTI
HUMAR AL VAPORE
Il panino con le aragostine della laguna
Humar fritti
Humar bolliti

In altre occasioni, invece, scopro piatti fatti con ingredienti facili da reperire anche a casa, preparati con ricette che non richiedono la terza stella Michelin: sono i piatti in cui mi cimento quando mi viene nostalgia dei posti visitati e qualche volta – non sempre, ahimè! – ritrovo i sapori di una vacanza lontana nel tempo.

Ho diviso questa sezione in 3 parti, come le 3 icone che le rappresentano e che ritroverete negli articoli:
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Dimmi cosa mangi

Cosa si mangia nel posto che stiamo esplorando?
Quali sapori non devo assolutamente perdermi prima di tornare a casa?

Io mi sacrificherò personalmente per assaggiare tutto il possibile… a costo di sentirmi male!
E’ un duro lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo!
Per il blog, questo e altro.

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Cuochi per sbaglio

[PROSSIMAMENTE]

Vi ripropongo le ricette che mi hanno colpito viaggiando e che sono riuscito a riprodurre senza troppo sforzo: alcune non saranno quelle originali che potreste trovare in rete o apprendere in una scuola per cuochi, ma sono come le ho imparate io osservando, chiedendo, cercando e provando… a volte buttando tutto e ricominciando da capo!
Magari solo la persona con cui ho parlato in quel Paese cucinava in quel modo e quindi ha distorto la mia realtà, ma queste sono le esperienze che mi sono portato a casa e queste condividerò con voi!

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Parola di chef!

[PROSSIMAMENTE]

Nella vita faccio il Project Manager e una cosa che ho imparato è che, per quanto amore metti nel fare le cose, non ti verranno mai bene come a un professionista che ha dedicato la propria carriera a crearsi una competenza unica.

Su queste pagine troverete delle ricette tipiche regionali, nazionali o internazionali proposte da Mario Raduazzo, amico, e cuoco di professione, irpino di nascita e trapiantato a Roma. La sfida sarà quella di imparare facendo… non per niente ci siamo conosciuti agli scout!

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