Fáskrúðsfjörður e i fiordi dell’Est

Tra fiordi e storia

by Nemo

Giudare tra i fiordi dell’est

Si fa presto a parlare di Fáskrúðsfjörður… sì, perché non è a parole che si può vivere l’esperienza di attraversare questo fiordo mentre la luce del sole comincia a scendere verso l’orizzonte (e e se pensate a che ora tramonta il sole in estate, capirete da quanto ero in viaggio prima di entrare in questa meraviglia).

Doveva essere una sorta di “scalo tecnico“: dopo le tantissime cascate della costa del sud, la laguna glaciale e il Nazionale del Vatnajökull, guidare per i fiordi dell’est aveva cambiato radicalmente il modo di vedere il mio viaggio sul Ring. Non c’erano più specifiche “attrazioni” presso cui fermarsi per visitare, scattare foto e ripartire perché tutto intorno a me poteva definirsi “attrazione“.
L’attrazione diventa all’improvviso la bellezza delle scogliere, le linee eleganti e infinite della costa, i tratti di solitudine in cui ti ritrovi a guidare, incontrando giusto qualche capra ogni tanto, con un occhio sempre attento alla lancetta della benzina perché non sai quando troverai un’altra stazione di servizio (sembra quasi inconcepibile installare una stazione di servizio in questi paesaggi).

Da Djúpivogur in poi i fiordi si aprono uno dopo l’altro: è la strada a portartici “dentro” percorrendone la costa senza alcuna possibilità di poterti sottrarre alla completa circumnavigazione. È così ciclico, tranquillo… quasi terapeutico nella calma e nella serenità che ti pervade. Inoltre, devo dire che a differenza di altri luoghi non mi è mai capitato di ritrovarmi i fari del bullo di turno sulla nuca per chiedere il passo, forse per via delle salatissime multe della polizia islandese.

Se volete avere un po’ di informazioni di viaggio specifiche per quest’area, vi consiglio di visitare il sito visitausturland.is.
Per quando sarete in viaggio, invece, è disponibile l’APP “Austurland” scaricabile da Google Play e App Store (link in questa pagina). Oltre a una descrizione delle principali località, vi darà informazioni sugli eventi, le attività e una serie di sconti degli sponsor.

La chiesa luterana di Fáskrúðsfjörður.
Ogni tanto i fiordi dell'Est si tagliano con strade costruite tra le acque
Ogni tanto i fiordi dell'Est si tagliano con strade costruite tra le acque
La pace che ti dà guidare lungo le coste dei fiordi dell'est!
La pace che ti dà guidare lungo le coste dei fiordi dell'est!
Quando guidi per le coste islandesi, le nuvole sono dietro l'angolo.
Quando guidi per le coste islandesi, le nuvole sono dietro l'angolo.
Le immancabili pecore e capre che ti osservano quando pensi di essere solo!
Le immancabili pecore e capre che ti osservano quando pensi di essere solo!

Un piccolo paradiso tra storia e tradizione

Fu così che, fiordo dopo fiordo, mi sono ritrovato nella municipalità del comune di Fjarðabyggð, ed esattamente nel paesino costiero di Fáskrúðsfjörður (sì, si chiama come il fiordo) per fare rifornimento, fermare l’auto, e godermi una doccia e un letto comodo nel Fosshotel Eastfjords. Non sto facendo pubblicità – lo sapete che non la faccio su queste pagine – ma cito questo hotel perché (come ho avuto modo di scoprire appena sono stato sommerso da una mandria indomata e rumorosa di turisti scesi da un pullman) è la sede di un museo molto particolare di interesse storico.

Che qualcosa fosse strano l’avevo intuito dal fatto che, accanto ai cartelli islandesi, trovavo indicazioni scritte in francese. La spiegazione era di carattere storico: Fáskrúðsfjörður fu fondata nel 1880 e, fino al 1935, fu il principale snodo per i pescatori francesi al largo dell’Islanda orientale. Furono proprio i francesi a integrare nel villaggio dei pescatori una vera e propria stazione commerciale costruendo un consolato, un ospedale e una cappella (in stile francese) per i conforti religiosi rivolti agli uomini che si trovavano così lontani da casa.
Se solo avessi compreso di più l’islandese, tutto questo sarebbe stato chiaro prima, perché il nome Fáskrúðsfjörður significa proprio “fiordo dei francesi“.

Il punto centrale della cittadina di poco più di 600 abitanti è l’ospedale francese, trasferito da Hafnarnes e ricostruito come hotel e ristorante. Una curiosità è che a lungo fu ritenuto infestato. L’ospedale, con la cappella e un tunnel sotterraneo che contiene la ricostruzione degli ambienti in cui vivevano i marinai dell’epoca, costituisce il Museo Francese, meta quotidiana di turisti.
Accanto al ciglio della strada è presente l’albero maestro di una delle imbarcazioni che affrontavano le acque inclementi dell’oceano, mentre accanto all’ingresso è deposta un’ancora. E chiaramente non poteva mancare un ristorante di ispirazione francese.

La piccola di Fáskrúðsfjörður

Chiaramente, oltre al museo, il paesino di per sé è un piccolo gioiello da scoprire: poche stradine, una chiesetta, un molo in legno che può essere il paradiso per qualsiasi fotografo che stia cercando un’ispirazione per foto indimenticabili.
C’è anche un ristorante-caffè nella zona del porto, ma non sperate di trovare una grande scelta nel menù: pochi piatti ma tipici della cucina islandese, anche se con un tocco di Francia. Dalla zuppa di pesce freschissimo all’immancabile agnello con le patate. Che cercate di più?
Ci sono anche delle improbabili pizze piene di salse e creme, ma io mi manterrei sulle ricette della tradizione!

Prima di rimettervi in viaggio potete sfruttare il negozio di alimentari, il mercato (Gallerý Kolfreyja) la stazione di benzina e la farmacia. Per chi vuole rilassarsi c’è anche una piscina comunale coperta di 12,5 metri con una vasca idromassaggio all’aperto e una sauna, ma non vi aspettate una grande struttura. L’inconveniente è che chiude presto, quindi consultate gli orari su questa pagina se foste interessati!

Portami un deca!

Diario di viaggio

Per mia sfortuna (purtroppo mi rendo conto che con l’età sto diventando ogni giorno più intollerante alla stupidità) ho assistito a una di quelle scene che ti fanno prendere le distanze dai tuoi connazionali.
Ero seduto a uno dei tavolini sul pontile del Fosshotel a sorseggiare una cioccolata calda godendomi la pace del fiordo e le danze tra cielo e acqua degli uccelli marini quando la magia si sgretola sotto una pioggia di parole urlate in italiano da un gregge di turisti scesi da un pullman che prendono letteralmente d’assedio il pontile.

Fin qui, tutto nella norma: quando siamo in gruppo noi italiani tendiamo a voler far sentire la nostra presenza, convinti che chi ci sta intorno fosse lì proprio in attesa di questo momento. La proverbiale ciliegina sulla torta arriva quando, tra tutte le altre, spicca la voce di una signora che si rivolge spazientita al cameriere chiedendo “Portami un deca!“.
Grazie alla mia conoscenza delle lingue ho intuito che la signora stesse cercando di ordinare un caffè decaffeinato, solo che il cameriere, che per poca cultura cercava di comunicare in lingua inglese, francese e, nei momenti di disperazione, islandese, non riusciva a capire cosa fosse un “deca”. E questo è strano, perché la signora disse più volte “Un deca, un deca! Ce l’hai il deca?“.

Vi devo confessare la verità: io, come altri presenti, saremmo anche potuti intervenire, ma la situazione era così imbarazzante e grottesca che non ti viene istintivo intrometterti e ci metti un po’ a capire cosa stia succedendo. E quando finalmente il cervello ha acconsentito ad attivare la muscolatura per andare in aiuto del cameriere, la signora spazientita si era già girata per correre a inserirsi nella prima fila dell’immancabile foto di gruppo.

Per chiarirci e non sembrare arrogante, io non mi sento migliore degli altri, però da quando ero piccolo i miei genitori mi hanno insegnato a viaggiare nel rispetto delle culture altrui e a rivolgermi con educazione alle persone che incontro.
Fosse anche solo per il dubbio che, in caso di cattiva comunicazione, quello che non capisce sono io.

Il Pontile del Fosshotel Eastfjords che affaccia sulle acque del Faskrudsfjordur
Il Pontile del Fosshotel Eastfjords che affaccia sulle acque del Faskrudsfjordur
Il pontile del Fosshotel Eastfjords
Il pontile del Fosshotel Eastfjords
L'ancora di una nave militare di fronte al Museo Francese.
L'ancora di una nave militare di fronte al Museo Francese.
Il tunnel sotterraneo sotto il Fosshotel ospita il Museo Francese.
Il tunnel sotterraneo sotto il Fosshotel ospita il Museo Francese.
Ricostruzione storica accurata nel Museo Francese.
Ricostruzione storica accurata nel Museo Francese.
L'albero di una nave accanto alla ricostruzione della cappella religiosa.
L'albero di una nave accanto alla ricostruzione della cappella religiosa.
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