Akureyri, custode di Eyjafjörður
Non sono stato molto tempo ad Akureyri, e quindi probabilmente è tutta colpa mia, ma sinceramente non vedo molto motivi per fermarsi più del necessario in questa città del nord Islanda. Il necessario, per la mia esperienza, consisteva nel fare benzina, riposarmi un po’, consumare uno spuntino e cercare un bagno.
Questo perché la città è posta all’imbocco del Eyjafjörður, il fiordo più lungo dell’Islanda settentrionale con i suoi 60 km (il più lungo in assoluto è il Sognefjord), ovvero quello in cui ho fatti il safari fotografico più bello di tutta la vacanza… e per la regola che il tempo è limitato e bisogna darsi delle priorità per non restare affogati nella lista delle cose da vedere, ho preferito dedicarmi più a luoghi vicini come la Goðafoss (Cascata degli Dei) o Hauganes a mezz’ora di distanza oppure il lago Mývatn o il porto di Húsavik a circa un’ora di macchina.
Capisco, quindi, la scelta di usare Akureyri come “hub” per muoversi in questa regione, ma un po’ meno quella di inserirla tra le attrazioni da visitare (sono simpatie spontanee… spero possiate perdonarmi, abitanti del Norðurland eystra).
Siamo a meno di 100 chilometri sotto al Circolo Polare Artico, in un luogo che fu teatro di operazioni militari durante la Seconda Guerra Mondiale (in particolare, una delle basi aeree che gli alleati utilizzarono sul territorio islandese) e oggi è un importante porto per le flotte di pescherecci, piazzandosi al quarto posto per numero di abitanti tra i comuni islandesi e al secondo posto come grandezza dopo Reykjavik.
Il primo insediamento risale al 1778, ma la Danimarca riconobbe Akureyri come “insediamento urbano” solo nel 1786, con una popolazione iniziale di 12 abitanti. Nel tempo attrasse persone per la posizione ottimale per la pesca e l’agricoltura. Solo nel XX secolo, però, ci fu la crescita maggiore grazie alla pesca, all’industria dell’high-tech e al turismo.
Le attrazioni di Akureyri
La bellezza della città sta nell’aver conservato le caratteristiche del paese di montagna islandese senza aver ceduto alla costruzione selvaggia. La posizione prossima al Circolo Polare Artico e la protezione delle montagne dai venti del nord, la rendono un salotto privilegiato per assistere ai fenomeno polari come il sole di mezzanotte e la notte polare in concomitanza con i solstizi rispettivamente in estate e in inverno o la danza delle northern lights nelle notti limpide.
La porzione di mare tra il porto e la fine del fiordo viene chiamato appunto “Pollurinn” che significa “piscina”, caratterizzata da acque e venti calmi.
Nonostante il clima freddo per gran parte dell’anno, la città si è dotata di un Giardino Botanico (Lystigarður Akureyrar) che accoglie più di 430 specie di piante tipiche di queste latitudini e circa 6.500 specie provenienti da tutto il mondo.
Per informazioni e orari, consultate il sito ufficiale lystigardur.akureyri.is.
Edifici e musei
Per la città ci sono diversi edifici che furono abitazione di artisti islandesi, ma il dettaglio di questa informazione la lascio alle cure di chi tra voi se ne intende e vuole approfondire la storia dell’isola.
Vi segnalo, invece, l’edificio Laxdalshús che risale al 1795 e quindi vale la pena vederlo perché è l’esempio degli edifici più vecchi della città.
In quanto a musei, potete trovare le seguenti proposte:
- Il Minjasafnið á Akureyri, un museo della storia islandese e dell’Eyjafjörður in cui si può riflettere su diversi temi (spesso legati all’ecologia integrale) e visitare gli eventi temporanei. Con il biglietto, il caffè è gratis!
Per farvi un’idea delle tematiche e delle esposizioni e per consultare gli orari, il sito ufficiale è minjasafnid.is. - Il Listasafnið á Akureyri (Museo dell’Arte) che raccoglie opere d’arte moderna.
Per consultare i percorsi proposti, gli artisti delle opere presenti e gli orari d’apertura aggiornati, potete consultare il sito ufficiale listak.is. - Il Náttúrufræðistofnun Norðurlands (Museo di scienze naturali) dove sono esposte piante e animali tipici dell’Islanda del nord e, in particolare, della zona del fiordo. La sede di Akureyri è un distaccamento dell’Icelandic Institute of Natural History (Náttúrufræðistofnun Íslands).
per indirizzo e informazioni, consultate il sito ni.is.
La cattedrale di ghiaccio
Accedendo in auto dal Ring si vede subito, su una collina, l’Akureyrarkirkja, una chiesa moderna in stile luterano costruita nel 1941 per la Thjodkirkja (la Chiesa Nazionale luterana d’Islanda).
Il progetto è dell’architetto islandese Guðjón Samúelsson che, come avviene anche nella cattedrale di Reykjavik, prende spunto dalla conformazione del basalto presente nella natura islandese (vedi, ad esempio, Svartifoss, la cascata nera del Parco Nazionale Skaftafell).
Viene chiamata anche “la cattedrale di ghiaccio“, probabilmente per il suo colore e per le forme slanciate delle due torri, che puntano verso l’alto come delle stalagmiti di ghiaccio.
La prima cosa che colpisce è il modellino di una nave che pende dal soffitto: rievoca la tradizione di affidare a Dio la sorte dei marinai che saltano per il mare aperto.
Le vetrate raffigurano scene della storia della chiesa islandese. La vetrata centrale del presbiterio è quella della cattedrale di Coventry, in Inghilterra, che fu salvata dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Per quanto riguarda le sculture, la chiesa ospita alcune opere di Ásmundur Sveinsson, considerato uno dei più grand artisti islandesi contemporanei. Inoltre, il gruppo scultoreo a fianco dell’altare, composto da un angelo e dal fonte battesimale, è stato realizzato a Firenze in marmo di Carrara.
L’organo a trasmissione mista (meccanica ed elettrica) sulla controfacciata è controllato da tre tastiere di 58 note ciascuna ed una pedaliera di 30 note. Fu ristrutturato nel 1995.
La via del relax
Se siete di passaggio in città e volete fare una pausa veloce senza starvi a impazzire con la viabilità delle strade interne, vi do un consiglio: venendo da sud, restate sulla strada costiera che entra ad Akureyri. Quando vedrete che la strada sta per diventare a due corsie (e diventa Glerárgata), girate a sinistra verso l’interno (se vedrete la “cattedrale di ghiaccio” su una collina di fronte a voi, la strada è giusta) e sistemate la macchina nell’ampio parcheggio a pagamento alla vostra destra (siete dotati di disco orario, vero? Altrimenti rischiate una multa).
Da qua, siete a due passi a piedi dal giardino botanico e dalla Akureyrarkirkja.
Dopo esservi concessi una visita e qualche foto dalla collina della chiesa, scendendo verso il fiordo incontrerete Hafnarstræti, una via piena di negozietti, bar e locali in cui sedervi, rilassarvi, rifocillarvi e usare il bagno prima di rimettervi in auto per ripartire alla volta della prossima tappa.





