Emozionante e intimidatoria come la natura
Percorrendo il Ring, specialmente nella parte sud dell’Islanda, ci si imbatte in tante di quelle cascate da cominciare a fare gli schizzinosi e permettersi di decidere che “qualcuna possiamo saltarla”. Ecco perché, quando ci dirigeremo nella parte nord dell’isola in direzione del lago Mývatn e il navigatore ci dirà che c’è una cascata nell’entroterra e che per vederla bisogna fare un bel tratto di strada sterrata, saremo presi dalla tentazione di dire “passo!”.
Vi avviso: farete difficilmente una scelta più sbagliata!
Ma partiamo dal contesto.
Lo Jökulsá á Fjöllum è uno dei più lunghi fiumi islandesi. Come dice il nome (oramai dovreste aver capito che quando c’è il prefisso Jökul si parla di ghiacco e di ghiacciai) è un fiume glaciale e infatti nasce dallo scioglimento del grande ghiacciaio Vatnajökull. Scorre verso nord per 206 km fino a sfociare nell’Oceano Artico. Circa 30 km prima della foce, questo fiume dalla portata eccezionale si prodiga in in una serie di cascate, tra cui le più spettacolari sono Selfoss, seguita da Dettifoss e Hafragilsfoss, nel canyon chiamato Jökulsárgljúfur (ancora Jökul… visto?).
Percorrendo la strada sterrata di cui sopra (vedi anche il box in pagina sulle strade 862 e 864) si arriva al parcheggio di Dettifoss. La vedi da lontano e pensi che sia molto bella, ma niente di speciale rispetto a tante altre. Attenzione, però: è solo un’illusione ottica e il vapore che si alza dalla cascata dovrebbe suggerirtelo. Per arrivare alla cascata e vederne le vere proporzioni, infatti, è necessario percorrere un sentiero a piedi dal parcheggio fino al bordo del canyon e ancora un po’ verso nord. Quando resterai senza respiro sarà perché avrai realizzato di essere al cospetto della più grande cascata d’Europa (ovvero la cascata con la maggior portata d’acqua).
Con una larghezza di 100 metri e un salto di 45 metri, la forza con cui cadono circa 200 tonnellate d’acqua al secondo è impressionante e il rumore stesso fa spavento. il vapore acqueo degli schizzi in sospensione è impressionante e si possono vedere anche a 1 chilometro di distanza senza però rendersi conto delle dimensioni reali. Il suo nome, Dettifoss, vuol proprio dire “la cascata che distrugge“.
Aggiungiamoci un particolare non da poco: la totale assenza di protezioni che non tranquillizza per niente! Ci sono dei cartelli, ma dicono cose tipo “se ti sporgi è a tuo rischio”. Vi dico solo che, a un certo punto, me ne sono dovuto andare per non vedere un gruppo di turisti idioti che, per strappare il selfie più bello, si stavano sporgendo nel vuoto sopra alla furia della cascata…
Il canyon fu generato dall’erosione delle acque e dei ghiacci. Il dislivello che dà vita alla cascata fu generato da un terremoto a seguito di un’eruzione vulcanica e l’acqua stessa continua a scavare nel canyon diversi centimetri ogni anno.
Accanto a Dettifoss c’è un sentiero sassoso che si può percorrere a piedi per circa 1 chilometro (15-20 minuti) fino a vedere le acque del fiume gettarsi in un ferro di cavallo spettacolare: siamo arrivati alla cascata di Selfoss, più piccola della precedente, ma comunque unica nel suo incedere elegante e imperturbabile attraverso le colonne di basalto delle pareti del canyon Jökulsárgljúfur.
Il salto, in questo caso, è variabile dagli 8 ai 14 metri.
Rispetto al corso del fiume, Selfoss viene prima di Dettifoss.
La terza grande cascata è a una ventina di chilometri di distanza da Dettifoss e, per arrivarci, è consigliato riprendere l’auto e tronare sulla strada sterrata che costeggia il fiume sia sul lato est, sia sul lato ovest.
Hafragilsfoss si presenta imponente quasi quanto Dettifoss, essendo larga 91 metri. Il salto, in questo caso, è di 27 metri ed è dovuto a una delle faglie eruttive più lunghe d’Islanda e ancora attive.
Come arrivare
Non so consigliarvi la strada più facile, perché di fatto ne ho percorsa una sola: venendo da Egilsstaðir mediante il Ring in direzione del lago Myvatn, la prima deviazione utile per raggiungere Dettifoss e Selfoss è la 864. Non vi aspettate una strada ad alta percorrenza: si balla parecchio tra sterrato e sassi! Se vi metterete a una velocità tranquilla, riscirete ad arrivare al parcheggio dell’East Side con tutti i pezzi dell’auto ancora intatti.
L’alternativa, che non ho percorso e quindi non so dirvi come sia, è la strada 862 che costeggia il fiume sul lato opposto alla 864 e quindi arriva al punto di osservazione denominato West Side.
Per tornare a prendere la Ring sarà necessario ripercorrere a ritroso i vostri passi con tanta pazienza. Una volta rientrati sulla strada principale, il mio consiglio è dirigervi verso destra perché a circa mezz’ora troverete i bagni Mývatn dove potrete rilassarvi nelle acque termali e scrollarvi di dosso la terra che avrete masticato per raggiungere la cascata.
Date le condizioni delle strade, vi conviene informarvi prima di arrivare circa la loro apertura e l’assetto minimo della vostra auto per poterle percorrere: io l’ho divorata con un’auto normale, ma potrebbe essere richiesto un fuoristrada a seconda del periodo dell’anno e delle condizioni stradali.





