Il Santuario di San Luca.

Il Santuario della Madonna di San Luca

Il santuario dei bolognesi

by Nemo

Il santuario dei bolognesi

Nei pochi giorni che ho trascorso a Bologna ho raccolto diverse opinioni riguardo al santuario ed è difficile spiegare a parole quanto gli abitanti di Bologna vi siano legati. Per alcuni è il punto di riferimento, visibile da gran parte della città, per altri è il luogo del “ritiro” quando si vuole stare da soli coi propri pensieri o in dialogo con il cielo. Qualcuno usa il cammino sotto il portico per restare in forma e qualcun altro ne fa un vero e proprio vanto. Una persona mi ha anche detto che, quando torna da un viaggio e vede San Luca in lontananza, sa di essere tornato a casa.

Il Santuario della Madonna di San Luca sorge sulla cima del Colle della Guardia, a 280 m.s.l.m. ed è raggiungibile attraverso il portico più lungo del mondo. La via da percorrere per andare a piedi, in pellegrinaggio, fino alle porte del santuario si snoda per circa 4 chilometri passando sotto a 666 archi… proprio così, come il numero della bestia citato nell’Apocalisse di San Giovanni e non a caso: il portico, infatti, si snoda come un serpente su per la collina fino a venire idealmente schiacciato sotto il piede di Maria, come nell’iconografia classica (Colei che è senza peccato schiaccia colui che ha indotto il peccato originale).
Ora… vi devo confessare che il percorso l’ho fatto, ma che gli archi non li ho contati! L’idea, però, è che salendo al santuario si fa questo cammino di preghiera ed espiazione dal peccato fino all’incontro con Maria.

La prima parte del percorso, da Porta Saragozza, è abbastanza pianeggiante: dall’Arco Bonaccorsi si cammina ancora in mezzo al centro abitato, tra bar e negozi. Superato l’Arco del Meloncello ci sono dei gradini che danno il via alla vera salita e l’atmosfera si fa più silenziosa e riflessiva, benché di persone in pellegrinaggio se ne incontrino molte.
A scandire la salita ci sono 15 cappelline:

  • 5 rappresentano i misteri gaudiosi
  • 5 rappresentano i misteri gloriosi
  • 5 rappresentano i misteri dolorosi

Se vi state chiedendo che fine hanno fatto i 5 misteri luminosi, pensate che non esistevano ancora quando terminarono i lavori per la costruzione del portico: la via ebbe diverse evoluzioni dal 1589 al 1721, anno in cui assunse la forma definitiva anche se subì poi diverse ristrutturazioni. I misteri luminosi, invece, vennero introdotti da papa Giovanni Paolo II con la lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae solo il16 ottobre 2002.
Inutile dire che il susseguirsi di queste edicole è importante perché ci permette di capire quanto ci stiamo avvicinando alla meta e quanto manchi ancora.

Quando, in lontananza, si vede una croce di ferro, è il segno che siamo arrivati. Raggiunta la croce, infatti, si apre la spianata antistante all’ingresso del santuario con una splendida vista sui colli bolognesi (sono certo che c’è chi ha subito pensato alla canzone “50 special” dei Lunapop e chi mente!)

Il Santuario di San Luca veglia su Bologna dal Colle della Guardia.
Il Santuario di San Luca veglia su Bologna dal Colle della Guardia.
Camminare sotto al portico più lungo al mondo è un po' come viaggiare nel tempo.
Camminare sotto al portico più lungo al mondo è un po' come viaggiare nel tempo.
Le 15 edicole dei Misteri scandiscono la salita e aiutano a non mollare.
Le 15 edicole dei Misteri scandiscono la salita e aiutano a non mollare.

Link

Per informazioni aggiornate, contatti e orari di apertura, vi consiglio di fare riferimento al sito ufficiale del santuario:

Se durante la salita si volessero avere altri spunti di riflessione oltre ai propri pensieri, vi consiglio di prestare attenzione alle moltissime targhe ex-voto affisse per grazia ricevuta oppure le modernissime scritte autoctone di improvvisati poeti o di amanti disperati…

Scritte più o meno ufficiali lungo la salita al Santuario.
Scritte più o meno ufficiali lungo la salita al Santuario.

Nel 2021 l’UNESCO ha riconosciuto il portico del Santuari della Madonna di San Luca come Patrimonio dell’umanità, andandolo ad aggiungere agli altri portici di Bologna che si fregiano dello stesso riconoscimento.

La Madonna di San Luca

La sacra icona con l’immagine della Vergine che tiene in braccio Gesù benedicente sembrerebbe attribuirsi nientemeno che alla mano dell’evangelista Luca (un’altra tesi sostiene che sia una copia). Da qui il nome del “santuario della Madonna di San Luca“, anche se i bolognesi vi si riferiscono per lo più come San Luca.

La leggenda narra che, intorno al 1100 d.C., un pellegrino greco fosse di passaggio a Costantinopoli. Entra in Santa Sofia dove i sacerdoti gli consegnano l’immagine perché la porti “sul monte della Guardia“, secondo un’iscrizione presente sul dipinto.  L’eremita, allora, si reca a Roma dove viene a sapere che a Bologna esiste un “colle della Guardia.
Quando arriva alle porte della città viene accolto dalle autorità e, con una folla al seguito, l’immagine viene portata in processione fin sul colle dove sorgerà il santuario.
A questo punto le cronache si confondono con le leggende.

Un documento del 1192 racconta di una donna, Angelica Bonfantini che, volendo intraprendere una vita da eremita, si trasferisce sul colle della Guardia donando alla chiesa dei terreni di sua proprietà con il proposito di costruire un tempi per la preghiera. La notizia arriva al papa, che incarica il vescovo di darle supporto ed è così che il 25 maggio 1194 papa Celestino III posa la prima pietra del santuario portandola nientemeno che da Roma.
Dopo la morte di Angelica, il cardinale Ottaviano Ubaldini affidò la chiesa ad alcune monache agostiniane provenienti dall’eremo di Ronzano.
Successivamente, la gestione passa ai frati domenicani, fino al 1824.
Oggi il santuario è gestito da una comunità religiosa composta da alcuni sacerdoti diocesani e dalle suore missionarie di Gesù Ostia a Bologna che, come particolarità, hanno un abito banco e bordeaux per richiamare i colori delle due specie eucaristiche del pane e del vino.

Il santuario fu dichiarato monumento nazionale nel 1874 e papa Pio IX lo istituì basilica nel 1907.

Il Santuario

Dopo diversi restauri e modifiche strutturali, il santuario come lo conosciamo oggi venne inaugurato nel 1765, anche se la cupola venne terminata nove anni dopo e molti altri ritocchi furono attuati fino a metà del 1900.
Le forme curvilinee della facciata suggeriscono che lo stile predominante è il barocco. Le colonne e il grande arco, oltre a essere la fine del portico che parte da Porta Saragozza, delimitano il pronao, ovvero lo spazio davanti all’ingresso delimitato da colonne e da un frontone, come si usava per i templi greci e romani. Guardando dal piazzale, sembra quasi che le scalinate e le ali curve della struttura ti invitino a entrare.
Se vi può essere utile, prima di procedere alla visita, quando sono andato io i bagni erano – guardando l’entrata dalla piazza – sulla destra, proprio sotto la balconata principale.

La pianta del santuario è un’ellissi sovrapposta a una croce greca (ovvero con le 4 braccia di uguale lunghezza). Il transetto è caratterizzato dalle due cappelle ai lati. Il presbiterio è rialzato per custodire l’icona della Madonna di San Luca. Per poter vedere da vicino l’immagine è possibile salire le scale sulla destra: c’è una porta di marmo che conduce direttamente al livello superiore, dove c’è lo spazio per permettere a una decine di persone di fermarsi qualche minuto per una preghiera e una foto.

Tra le opere e gli affreschi spiccano

  • La Madonna del Rosario di Guido Reni nella terza cappella a destra,
  • L’incoronazione della Vergine di Donato Creti nella seconda cappella a destra,
  • La Vergine e i Santi Patroni di Bologna di Donato Creti ella seconda cappella a sinistra.
  • Gli affreschi della cupola di Giuseppe Cassioli, tra i quali si può vedere San Luca evangelista con l’icona di Maria.

La cupola

Come detto sopra, la cupola fu terminata nel 1774, 9 anni dopo l’inaugurazione del santuario. un passaggio angusto, costituito da una scaletta a chiocciola originale dell’epoca, porta sulla cima della cupola.
Per accedere è necessario acquistare i biglietti fuori dalla chiesa (quando sono andato io c’era il tavolino delle prenotazioni nel proneo, appena fuori dall’ingresso principale. Quando acquistate il biglietto viene vi viene dato l’orario a cui presentarvi all’ingresso della via di salita.
Considerate che la scaletta di pietra sconnessa consente il passaggio di una sola persona alla volta, quindi se due flussi (in ingresso o in salita) si incontrano, uno dei due deve indietreggiare fino alla stanzetta più vicina per far passare il flusso i persone nell’altra direzione.
Sia per agevolare il passaggio, sia per potersi riposare durante la salita, lungo il percorso ci sono 2 salette. Nella seconda sono tenuti in mostra degli utensili da costruzione in legno utilizzati per la realizzazione della cupola.
L’ultima fatica da affrontare è un pezzetto di cunicolo da fare piegati in avanti: io che sono alto 1 metro e 80 ho rischiato più volte di dare delle sonore craniate.

Il premio finale per tutto questo, però, è uscire sul balconcino a 42 metri d’altezza per godere della bellissima vista sulla provincia di Bologna.

La cripta

Dal 2017 è possibile visitare anche la cripta, posta sotto alla chiesa principale e accessibile dal portone presente nel piazzale, al livello inferiore rispetto al proneo.
Nella cripta sono presenti i feretri di alcuni personaggi che hanno contribuito alla costruzione della chiesa, oltre a quelle del del cardinale Giovanni Battista Nasalli Rocca che volle fortemente la costruzione della cripta.

Come per la cupola, l’ingresso è a pagamento (pochi euro). Per informazioni sul prezzo e gli orari, consultate questa pagina del sito ufficiale.

L'icona della Madonna di San Luca.
L'icona della Madonna di San Luca.

Il miracolo della pioggia

Siamo nel luglio del 1433. Le continue piogge stavano danneggiando il raccolto a poco tempo di distanza da un terribile terremoto. Venne organizzata una processione per portare in città l’icona di Maria e, all’attraversare porta Saragozza, la pioggia cessò.

Ma non finisce qui: sembra proprio che la Madonna di San Luca sia legata alle precipitazioni, infatti nel 1630 ci fu un’epidemia di peste e i bolognesi invocarono la pioggia: questa arrivò solo quando l’icona venne portata in processione verso la città.

Questi eventi vengono ricordati come il miracolo della pioggia e ancora oggi, ogni anno, l’icona viene portata in processione dal Colle della Guardia alla cattedrale di San Pietro per restare una settimana in città. Oramai è un luogo comune, per gli abitanti, scommettere che il giorno dell’arrivo della Madonna a Bologna ci sarà pioggia!

Lo sguardo di Maria

Un’altra curiosità riguarda la percezione comune che si ha quando si è al cospetto del quadro: molti fedeli sostengono che, se si resta un buon tempo davanti all’icona a osservarla intensamente, si ha la sensazione che il suo sguardo ci segua.

Questa percezione si ha sempre più forte man mano che si percorre la scalinata che conduce all’altare per guardarla da vicino.

Questione di dettagli

Se vi interessano i dettagli sull’icona della Madonna di San Luca, sappiate che è disegnata su una tela di lino e colorata a tempera.
Misura 65 centimetri di altezza per 57 centimetri di larghezza ed è spessa 2 centimetri.
Il tutto è fissato su una tavola di pioppo.

Sembra che, sotto l’immagine visibile, i raggi X abbiano trovato un’altra immagine mariana con tratti spiccatamente bizantini, con molte affinità rispetto alla Vergine di Santa Sofia a Costantinopoli, datata X-XI secolo.
Dal 1625 è stato ricoperto da una lastra d’argento che lascia scoperti solo i volti di Maria e del Bambino Gesù.

La Madonna Odigitria

Vi potrà capitare di leggere in alcuni opuscoli o in alcune guide, la parola “odigitria”. Tranquilli: non è niente che già non sappiate, ma espresso con un termine più complicato.
Odigitria viene dal greco bizantino e significa “colei che conduce, mostrando la direzione“.
Nell’iconografia cristiana sta a indicare l’immagine di Maria che tiene in braccio Gesù Bambino benedicente mentre lo indica con una mano: questo gesto di indicare il Salvatore attribuisce a Maria la caratteristica di essere colei che mostra la Via.

L'interno del santuario a pianta ellittica.
L'interno del santuario a pianta ellittica.
La cupola affrescata da Giuseppe Cassioli.
La cupola affrescata da Giuseppe Cassioli.
L'icona della Vergine nel presbiterio rialzato.
L'icona della Vergine nel presbiterio rialzato.
La scaletta in pietra del 1700 dentro la cupola.
La scaletta in pietra del 1700 dentro la cupola.
Lallero.it

Diario di viaggio

Avevo segnato la “salita al colle” nell’elenco dei MUST della mia visita a Bologna e mi ero attrezzato con scarpe comode e integratori e sali minerali in caso di stanchezza… in realtà è stato un po’ diverso da come me l’aspettassi: poco dopo aver varcato porta Saragozza ero già apparecchiato al bancone del primo bar per fare colazione!
Devo dire, però, che la scelta di partire di buon’ora è stata felice: la città al mattina era stranamente silenziosa, in contrasto con il bagno di folla di turisti che si vive durante il giorno. È stata un’occasione per vedere Bologna che si risveglia, con tutti i suoi artigiani, negozianti, ristoratori e tutti gli operatori che lavorano dietro le quinte che si preparano ad affrontare il nuovo giorno.

Anche il mio virtuosismo sull’attrezzatura “da pellegrinaggio” ha ben presto subito un duro colpo: ricordo lo sguardo sconsolato che ci siamo scambiati con altri due camminatori (anche loro indaffarati con cappuccino e brioche) quando ci è passato davanti un gruppo di “anziane da corsa” che si avviavano al santuario in pantofole.

Superato l’arco del Meloncello la strada è in costante salita, ma non di quelle che ti tolgono il fiato: i tratti più ripidi sono agevolati da blocchi sporadici di scalini. Fuori potrebbe esserci pioggia, neve, grandine oppure un sole che spacca le pietre, ma il portico ti accompagna e ti protegge per tutti i 4 chilometri, e questo ti dà una serenità che ti permette di gustare il cammino senza troppa ansia per il clima che troverai.

Per salire ci ho messo quasi un’ora, fermandomi spesso a fare foto e riprese o a leggere le scritte sui muri, a volte delle vere e proprie perle. Per scendere, meno di mezz’ora a passo spedito. La cosa più bella è stato il panorama lungo il percorso: la sensazione era quella di elevarsi sopra ai tetti di Bologna. Più salivo e più mi si apriva all’orizzonte un mare di tetti rossi tra cui spiccavano, come giganti a protezione delle case, le grandi chiese della città, San Petronio e San Pietro tra tutte. Non chiedetemi perché, ma mi ha fatto tornare alla mente delle scene di Evangelion con gli Eva giganti che camminano tra gli edifici… lo so, questa era da nerd!

La permanenza al santuario è piacevole: nonostante sia un luogo che richiama molti turisti, spesso in tour e a volte con guida “parlante”, l’atmosfera è quella meditativa che ci si aspetta da un santuario posto tra la città e il cielo. L’esperienza della salita delle scalette per accostarsi all’immagine di Maria è stato un momento molto forte dal punto di vista spirituale.

Nulla da dire sui servizi del santuario: ho trovato sempre persone gentili che mi hanno dato informazioni, bagni puliti nonostante l’afflusso di gente e una saletta con distributori di bevande e merendine per eventuali languorini.
I biglietti per la visita della cupola e della cripta non erano esosi: se avete letto altri miei articoli in merito alla questione, sapete che non sono d’accordo a far pagare l’accesso a luoghi di culto (specialmente dopo che a Roma accogliamo tutti gratis in chiese che sono dei musei pieni di opere d’arte uniche al mondo) ma quando si tratta di pochi euro (al pari di un’offerta) al fine di sovvenzionare le opere di manutenzione e gestione dei servizi, allora non pesa assolutamente pagarli. Tutti e due i biglietti insieme non superavano i 10 euro.

Tutto sommato, quindi, è una visita che vi consiglio: ritagliatevi una mattinata per andare a visitare il santuario: per qualcuno sarà una passeggiata e per altri sarà un pellegrinaggio, ma di certo per tutti sarà un’esperienza. Se accettate il mio consiglio di muovervi nelle prime ore del mattino, quando l’aria è ancora frizzante, sarà più piacevole la salita… ma soprattutto riuscirete a tornare in tempo per l’ora di pranzo e sedervi in una trattoria di cucina emiliana per appuntarvi, come piace fare a noi di Lallero, le cose più belle che vi riportate a casa da San Luca.

La vista lungo il cammino per San Luca
La vista lungo il cammino per San Luca
Sotto gli archi del portico più lungo al mondo.
Sotto gli archi del portico più lungo al mondo.
Le forme barocche dell'interno del santuario.
Le forme barocche dell'interno del santuario.
La mia pagina