Come raccontarvi Bergen?
Quando la nave entra nel Byfjorden hai la sensazione che stai per visitare il solito paesino norvegese sulle rive di un fiordo, con tanti bei paesaggi e il solito artigianato locale. Basta poco, però, per capire che Bergen è diversa: dimmi che sei una grande città senza dirmi che sei una grande città, sarebbe il classico sottotitolo da social!
Le case si estendono a perdita d’occhio, ma senza darti la sensazione della metropoli, vedi strade di una certa portata, ma senza il classico traffico di uno snodo commerciale.
Eppure ti raccontano che è la seconda città della Norvegia per numero di abitanti dopo la capitale Oslo e uno dei principali porti commerciali della nazione.
Si estende sulla costa, sui pendii delle montagne e sulle isole del fiordo, ma sempre in modo rispettoso. Bergen sa essere una metropoli senza scordare le sue origini, sa essere importante senza darsi le arie della grande città.
La fondazione della città si fa risalire al 1070 per atto Olaf III Haraldsson detto il Pacifico, che fu re di Norvegia dal 1067 al 1093, ma ci sono testimonianze che attestano il passaggio di rotte commerciali in queste terre già dai primi decenni dell’XI secolo. Nel 1217 strappò il ruolo di capitale del Regno a Trondheim, fino a quando Haakon V, ultimo re della dinastia Bellachioma (considerata la prima vera dinastia reale di Norvegia), spostò la propria sede a Oslo all’inizio del XIV secolo.
Nel tardo Medioevo, sotto l’influenza del Sacro Romano Impero, i commerci dell’Europa Settentrionale e del mar Baltico furono gestiti dalla Lega Anseatica o Hansa, di cui Bergen divenne una delle più importanti stazioni commerciali. Ancora oggi, passeggiando per le stradine del quartiere di Bryggen, si possono trovare le antiche banchine, uno dei motivi per cui, dal 1979, il quartiere è stato riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità.
La presenza di monasteri (o dei resti di essi) testimonia come Bergen, oltre a centro per il commercio, fosse anche un crocevia per le religioni rivestendo una grande importanza per la storia di tutta la Norvegia. I mercanti della Lega Anseatica, infatti, introducevano qui le nuove religioni portandole dal resto dell’Europa, per poi diffonderle nel resto del Paese. Un esempio tra tutti fu l’introduzione del Luteranesimo proprio da Bergen, per poi diventare religione di stato fino al 2017.
Storicamente, Bergen fu anche triste protagonista di una delle pagine più buie della storia mondiale, in quanto ad Arna (uno degli 8 distretti che compongono la città) le truppe naziste che invasero la Norvegia allestirono il Campo di concentramento di Espeland. Attivo dal 1943, fu costantemente sovraffollato, ma quando avvenne la liberazione, nel 1945, vi erano rimaste in vita solo 200 persone.
Girare per la città
Visitare Bergen è piuttosto facile: il punto di partenza non può non essere il porto: attorno a esso sono disposte le attrazioni più frequentate, come il quartiere storico di Bryggen, il Fish Market, le chiese di Santa Maria (Mariakirken), il Museo della Pesca e , sul molo opposto, l’Acquario (Akvariet).
Poco distante c’è la stazione della Fløibanen, la funivia su rotaie che si inerpica per 320 metri sul monte Fløyen fino a una terrazza panoramica da cui è possibile ammirare tutta Bergen, sia la parte storica, sia quella moderna. Oltre a essere un modo suggestivo per conoscere com’è fatta la città, dà la possibilità di avventurarsi per bellissimi sentieri di montagna: ad averne il tempo è possibile percorrere tracciati panoramici mozzafiato sia a piedi che in bicicletta.
Allontanandoci dalla zona del porto e procedendo verso est, si arriva al “Sentrum“, ovvero il quartiere centrale della città, più moderno, con curatissimi giardini e un bel laghetto ottagonale attorno al quale è possibile trovare le sedi del Museo KODA e la sala per concerti Grieghallen. Lungo la strada non potete non passare per Skostredet, famosa per lo shoppinga, ma anche come punto di partenza per scoprire la street art di Bergen. In quest’area è presente anche la vecchia Cattedrale (Domkirken), nella quale sono custodite le spoglie di Sunniva, la santa patrona della città.
Per chi vuole di più c’è la funivia di Ulriken, che porta a una terrazza panoramica a 643 metri slm, ovvero sul monte Ulriken, il più alto dei 7 monti di Bergen. La vista da quassù è tale che sarà facile comprendere perché la città si è guadagnata l’ennesimo soprannome di “capitale dei fiordi”.
Il Clima
Quando racconto che in entrambe le mie visite a Bergen ho trovato il sole, i miei interlocutori hanno difficoltà a crederci. Bergen, infatti, è soprannominata “la città della pioggia” per le insistenti piogge, specialmente nel periodo estivo. Vi basti pensare che la città detiene il record di 85 giorni consecutivi di pioggia tra il 2006 e il 2007. Il motivo è dovuto alle montagne che fanno da cornice al centro abitato (un altro dei suoi soprannomi è “la città delle sette montagne”) che costituiscono una barriera per i venti carichi di umidità provenienti dal Mar di Norvegia, causando le precipitazioni.
Per contro, grazie proprio alle sue montagne e alla sua posizione all’interno del fiordo di Byfjorden, l’inverno è più mite rispetto alla media norvegese.
La scheda della città
- Regione: Vestlandet
- Contea: Vestland
- Superficie: 465 km²
- Abitanti: 270.000 (dati 2013)
- Densità: 584 ab./km²
- Altitudine: da 0 a 987 m s.l.m.
- Nome abitanti: bergensi (bergenser)
- Patroni: Santa Sunniva
- Festa patronale: 8 luglio
- Codice postale: 5003–5098
- Time Zone: UTC+1



Siti Utili
Il sito istituzionale ufficiale della città di Bergen non è fatto benissimo e la versione in inglese lascia molto a desiderare, ma può essere un’ottima fonte se state cercando notizie in tempo reale sulla città e sugli eventi che ospita, oltre a una serie di contatti utili:
Rivolto a un pubblico più internazionale, invece, è il sito ufficiale dell’Ente del Turismo, da cui è possibile trarre tantissime ispirazioni sulle cose da vedere, i cibi da provare o gli alloggi presso cui prenotare. Inoltre, permette di restare aggiornati su mostre concerti e altri eventi:
Se cercate qualcosa di molto descrittivo e, possibilmente, in italiano, vi suggerisco di visitare la pagina dedicata a Bergen su Visit Norway, il sito creato su indicazione del Ministero del Commercio, dell’Industria e della Pesca della Norvegia:
Una città giovane
Se vi concederete un po’ di tempo degustando pesce fresco al Fish Market o facendo shopping per le vie intorno al porto, vi capiterà di imbattervi in voci di ragazzi in tante lingue diverse, compreso l’italiano. Perché tanti giovani lavorino negli esercizi commerciali di una città (quasi) ai confini del mondo è presto spiegato: a me lo ha spiegato Marco, un giovane studente di Scienze Naturali che gestiva un banco di salmone affumicato a cui ho lasciato gran parte del budget della mia vacanza.
Pensando all’istruzione nella città di Bergen dovete immaginare un’evoluzione in cui tanti tasselli crescono e si fondono insieme dando vita a qualcosa di più grande di ciò che si era pensato alla partenza:
- La Schola Cathedralis Bergensis del 1153
- Il Seminarium Fredericianum del 1750
- La Reale Accademia Navale Norvegese (Sjøkrigsskolen) del 1817
- Il Museo di Bergen, specializzato in scienze naturali, nel 1825
Tutto questo ha portato, nel 1946, alla fondazione dell’Università di Bergen, che conta oggi circa 17.000 studenti provenienti da tutto il mondo. Il museo fu ribattezzato Museo dell’Università di Bergen e si propone oggi come un luogo di eccellenza per lo studio e la divulgazione delle Scienze Naturali.
Va da sé che, sebbene in un’atmosfera caratterizzata spesso dalla poca luce (sebbene non ci sia il fenomeno della notte polare, non siamo molto distanti dal Circolo Polare Artico) e dalle frequenti piogge, gli studenti restano studenti e abbiano voglia di divertirsi, fosse anche il solo concedersi una serata con gli amici in un ristorante o acquistare dell’alcool per una serata in compagnia (la Norvegia ha il primato delle tasse più alte al mondo sulle bevande alcoliche, tanto che una bottiglia di vino costa mediamente più di 50 euro).
Data la disponibilità di opportunità di lavoro stagionale, quindi, è abbastanza frequente che i ragazzi stranieri sfruttino la conoscenza della propria lingua per fare i commessi, i camerieri o le guide turistiche per le escursioni quotidiane, mettendo da parte una buona somma per godersi in allegria i mesi invernali.
Tornando a Marco, quando mi disse la cifra del compenso che percepiva sfilettando salmone in una bancarella del porto, mi cadde la mandibola: nei tre mesi estivi aveva uno stipendio netto medio superiore a quanto percepisco io dopo 20 anni di anzianità come project manager in Italia…
Una mente aperta
Contrariamente al luogo comune che li vuole freddi e scontrosi, i norvegesi sono un popolo moderno con mentalità aperta all’integrazione di tutte le persone, a prescindere dal proprio orientamento religioso, politico o sessuale. Uguali diritti per tutti non è solo uno slogan, ma un reale impegno del governo e di tutta la popolazione.
Bergen non fa eccezione e la sua atmosfera giovane e vivace è solo il biglietto di presentazione di un posto accogliente in cui esprimere apertamente se stessi nel divertimento e nel rispetto reciproco.
Bergen è una delle città gay-friendly più visitate nel nord Europa da turisti LGBT e il periodo del Pride, a giugno di ogni anno, è l’occasione per animare l’intera comunità con ospiti, musica, eventi culturali e luci colorate, ma sempre con un occhio alla tradizione.
I locali si aprono alla musica e al divertimento in un’atmosfera che rende giustizia allo sforzo intrapreso da tempo da gran parte dei paesi scandinavi di rendere normali concetti come uguaglianza, integrazione e accoglienza.

Premesso che, a mio parere, la cosa più bella di Bergen è l’atmosfera stessa di Bergen, eccovi una lista di un po’ di cose a cui potete dedicare del tempo nella vostra visita.
La visita a Bryggen
Iscritta dall’UNESCO nella lista dei Patrimoni dell’Umanità, il cosiddetto “Porto Anseatico” è la testimonianza ben conservata dei tempi in cui Bergen era uno snodo centrale delle rotte commerciali della Lega Anseatica (vedi sopra). Perdetevi nei vicoli entrando nelle strutture aperte alla visita e passate da un edificio all’altro immaginandovi di tornare indietro nel tempo.
Negli anni, sia le facciate degli edifici, sia i magazzini in legno furono più volte devastati e ricostruiti. L’ultimo grande incendio risale al 1955.
Se aveste i minuti contati, questo è un buon posto per acquistare ricordi di viaggio, ma sappiate che state pagando anche la location poiché oggi Bryggen è considerato il quartiere degli artisti e dei ristoranti alla moda.
Il Fish Market
Oltre al vero e proprio mercato del pesce, con i caratteristici banchi pieni di pesce fresco (cotto al momento) e precotto o affumicato, il nome appartiene a tutta la zona del porto che permette anche a chi vuole un po’ di comodità in più di scegliere tra i molteplici ristoranti.
Sarà l’occasione per gustare la fauna ittica norvegese, come il salmone o i granchi giganti oppure assegnare il vero sapore a pesci che in Italia consideriamo meno nobili, come il merluzzo o le aringhe del Mare di Norvegia. Non per nulla, due dei piatti tipici di Bergen sono le polpette di pesce e il persetorsk, un filetto di merluzzo che viene cosparso di sale, zucchero e acqua e poi lasciato sotto un peso per una macerazione di circa 24 ore, poi bollito e servito tipicamente con uova sode, carote e patate.
Per dovere di cronaca, sappiate che qui è possibile assaggiare anche la carne di balena che in Norvegia, come ci hanno spiegato, è considerato un rimedio naturale alla mancanza di luce solare per la maggior parte dell’anno.
Fløibanen
La funivia su rotaie parte da una stazione vicinissima al porto e, in soli 6 minuti, porta da 0 a 320 mslm per una spettacolare visione della città. Si può scegliere se salire e scendere in funivia oppure utilizzare uno dei suggestivi sentieri di montagna. Il mio consiglio, per salire, è di scegliere la funivia. Per scendere, fate un po’ come vi sentite a seconda del tempo che avete a disposizione.
Acquario di Bergen (Akvariet)
Una delle attrazioni più amate dai bambini dal 1960, anno della sua fondazione: oltre 50 vasche di diverse dimensioni ospitano una delle più complete collezioni di pesci e invertebrate d’Europa, sia di mare che d’acqua dolce. Tutte le presentazioni sono in norvegese e in inglese. Per mantenere attiva la struttura, ogni giorno potenti pompe movimentano circa 3 milioni di litri d’acqua dal Byfjorden.
Il biglietto può essere acquistato all’ingresso oppure online tramite il sito ufficiale su cui potete anche verificare gli orari di apertura.
Troldhaugen
Troldhaugen è il nome della casa del compositore e pianista Edvard Grieg, considerato il più grande artista norvegese nella sua categoria. Grieg visse dal 1843 al 1907 e questa villa è stata per 22 anni la dimora in cui concepiva le sue opere visionrie. IL museo comprende la villa E un centro espositivo. Annessa al complesso c’è la sala da concerti chiamata Troldsalen.
Fantoft Stavkirke
Una stavkirke (o Stave Church, da “chiesa in legno”) è una chiesa medievale realizzata interamente in legno. Quella di Fantoft è un’imponente ricostruzione presente a Fana, vicino Bergen, che riproduce l’originale del 1150.
Per saperne di più, vi consiglio di visitare questo sito.
Ecco una panoramica dei principali musei della città. Chiaramente, a voi la decisione di quali inserire nel vostro tour, considerando che non tutti rivestono la stessa importanza… ma a questo punto è una questione di gusti.
KODE Art Museum of Bergen
Il KODE è uno dei più grandi musei di arte, design e musica dei paesi scandinavi. Situato nei palazzi limitrofi al giardino comunale riconoscibile dal lago ottagonale, si tratta un grande museo suddiviso in 4 sezioni, ospitate in altrettanti edifici, in una combinazione di musei d’arte e case dei compositori. Un biglietto è valido per tutti i musei, quindi assicuratevi di avere abbastanza tempo per visitarli con calma.
Vi si trovano diversi dipinti, in particolare di pittori norvegesi come Munch, ma anche opere internazionali come quelle di Picasso e Klee. Oltre alle esposizioni permanenti, ci sono spesso mostre temporanee dedicate prevalentemente all’arte contemporanea.
Non è mai particolarmente affollato, quindi ve la consiglio come una bella attività nelle giornate di pioggia fitta.
The University Museum of Bergen – wonder and science
Uno dei musei più belli e vari di Bergen, direttamente collegato all’Università. Ospita il racconto delle scienze marine, ma anche i più importanti reperti archeologici dell’intera Norvegia dal Medioevo a oggi. Comprende due collezioni: quella di storia naturale e quella di storia della cultura, esposte in due edifici separati, entrambi nel campus dell’università.
Il museo, inoltre, è responsabile del giardino botanico di Bergen.
Per informazioni, orari e biglietti, vi consiglio di consultare il sito ufficiale.
Norges Fiskerimuseum
Restando nella zona del porto, dopo Bryggen e il Fish Market, la visita potrebbe concludersi nel lato nord del molo, dove vi aspetta il Museo Norvegese della Pesca. Sarà un viaggio interessante in altre epoche per capire come questo popolo ha da sempre affrontato la sfida della pesca in acque tutt’altro che ospitali, fino a farne un orgoglio nazionale e una fonte di ricchezza. Vi sono esposte barche e attrezzature e se ne può ammirare l’evoluzione nel tempo.
Si parlerà della pesca del salmone, del merluzzo e dell’aringa, ma anche delle più controverse cacce alle balene e alle foche.
Il museo organizza anche attività al di fuori della struttura.
Info, orari e prezzi disponibili nel sito ufficiale.
Bergenhus Fortress
Questo edificio rappresenta un cimelio storico molto importante: si tratta di una delle poche fortificazioni ben conservate e ancora visitabili. Nello specifico, questa fortezza è passata attraverso diverse destinazioni d’uso: da sede reale a sede episcopale, a sede militare.
Bryggens Museum – Bymuseet i Bergen
Questo museo, nel cuore del famoso quartiere, prende vita a seguito dell’ultimo grande incendio del 1995 quando, a seguito degli scavi per la ricostruzione, vennero alla luce diversi reperti, comprese delle iscrizioni runiche del XIV secolo. Si tratta di un’occasione per conoscere la vita quotidiana di una cittadina medievale.
Bergens Tekniske Museum
Questo museo vi porterà nel mondo delle scoperte relative ai trasporti e alla comunicazione dalla rivoluzione industriale in poi.
Bergen Science Centre VilVite
Un percorso attraverso esposizioni ed esperienze permetterà ad adulti e bambini di scoprire cose nuove nel campo della scienza e della tecnica in modo leggero e divertente. Nulla di eccezionale, ma lo consiglio alle famiglie con bambini per un piacevolissimo pomeriggio.
Bergen Maritime Museum – Museum Vest
Questo museo è un’opportunità in più per scoprire il rapporto che il popolo norvegese ha con il mare attraverso diversi modelli a dimensione reale di imbarcazioni che vi faranno fare un viaggio nella storia.
Espeland prison camp
I nazisti, durante l’occupazione della Norvegia, realizzarono circa 620 Campi di Concentramento. Il Campo di Espeland è l’unico ancora conservato e visitabile a futura memoria delle atrocità compiute durante la Seconda Guerra Mondiale.
Per arrivare a Bergen in aereo, l’unico aeroporto è quello di Flesland (BGO – sito web ufficiale) che ha sia tratte internazionali, sia connessioni domestiche con le principali città della Norvegia, in particolare Oslo. L’aeroporto dista circa 20 km dal centro città e i collegamenti più convenienti sono tramite la linea 1 del tram, che con meno di 10 euro impiega circa 43 minuti a coprire il percorso, oppure il bus (Flybussen) che impiega circa 25 minuti e costa tra i 10 e i 20 euro.
La via più rapida, però, resta il taxi che ci impiega meno di 20 minuti (traffico permettendo) ma il cui costo può arrivare a 30 euro.
Se devo essere sincero, in tutte le mie due visite a Bergen non ho sentito la necessità di utilizzare mezzi pubblici o altre soluzioni. Questo perché mi piace camminare e perché le attrazioni “cittadine” sono quasi tutte raggiungibili a piedi senza troppo sforzo. D’altro canto, le attrazioni esterne a Bergen necessitano di un tour e i mezzi pubblici sono comunque ridondanti.
Forse, con qualche giorno in più a disposizione, avrei allargato il mio raggio d’interesse e mi sarei posto il problema, ma devo dire che non ce n’è stata la necessità.
Il comune di Bergen, comunque, offre una carta turistica che diventa conveniente se siete macinatori seriali di musei e se restate più a lungo dei classici 2 giorni (normalmente, chi viene qui sta facendo un tour della Norvegia o di una sua parte e quindi non tende a fermarsi troppo in uno stesso posto).
Si chiama Bergen Card ed è disponibile nei formati da 24, 48, 72 e 96 ore.
Permette di utilizzare tutti i bus urbani e le linee della Bergen Light Rail (il tram) numero 1 (tra Bergen e l’aeroporto) e numero 2 (tra il centro della città e Fyllingsdalen).
Se ve ne sto parlando, però, è perché il vero vantaggio della carta consiste negli ingressi inclusi o in forti sconti per 31 attrazioni turistiche come il Museo dell’Università, l’Acquario, il Kunsthall, il Museo Marittimo, il Museo delle Scienze, il Bryggen Museum, la Fantoft Stave Church, la funicolare e tante altre. L’elenco delle attrazioni incluse è disponibile in questa pagina.
Per informazioni e prezzi, consultate questo sito: shop.visitbergendigital.com/cards.
Diario di viaggio
Posso aiutarvi?
Ci sono città che ti lasciano un sorriso dentro.
Non c’è un motivo in particolare, ma quando le lasci ti viene già la voglia di trasferirti lì per un periodo della tua vita. Questo mi è successo con Bergen e non so dirvi quale sia la ragione, perché l’ho visitata solo due volte e non sono rimasto mai più di un paio di giorni per ogni visita.
Sarà che ho sempre trovato il sole, cosa non proprio comune in Norvegia, sarà che non essendoci molto da vedere, sono sempre stato molto rilassato nel girare tra le sue vie senza la paura di dover ripartire con dei conti in sospeso, sarà che sedersi al porto a mangiare il pesce fresco del Mare del Nord mentre i pescherecci lo stanno ancora scaricando ti riconcilia con quei momento dell’infanzia in cui ti costringevano a mangiare un merluzzo lesso che non andava né su, né giù…
La prima volta che ci sono andato ero con mia moglie Rosy, che al tempo stava prendendo le misure con la novità introdotta per i nostri viaggi, e cioè la sedia a rotelle. Utilizzava le stampelle solo per piccoli spostamenti, ma per la propria sicurezza era ormai legata a questo ingombrante mezzo di trasporto. Non era sempre facile passare nelle stradine dissestate, scavalcare scalini o farsi largo tra la gente. Eravamo reduci, nei giorni precedenti, da una brutta esperienza a Oslo dove la guida non ci fece entrare al Vigeland Park perché “avremmo rallentato il resto del gruppo di visitatori”. Agli scout ci insegnarono che si cammina al passo del più lento, ma alcune guide turistiche hanno saltato questa lezione.
Per non ripetere quella spiacevole sensazione di emarginazione, Bergen fu la prima città in cui sperimentammo l’idea di “viaggiare da soli”, non per asocialità ma per prenderci i nostri tempi, procedere con i nostri ritmi e concederci quei momenti che fanno del viaggio un bel ricordo senza la fretta di dover stare al passo con gli altri.
Bergen è il classico posto in cui puoi girare senza l’utilizzo di mezzi e comunque vedere tanto, perché la maggior parte delle cose da vedere sono ina ristretta area del centro. Nonostante questo, se non sei pratico di vicoli e quartieri – specialmente quelli storici – non è difficile ritrovarti a passare più volte nello stesso posto (o almeno a te sembra così).
Fu così che, in un momento in cui cercavamo di capire dove fossimo e dove dovessimo andare, con la connessione persa e Google Maps inutilizzabile, ci sentiamo rivolgere suoni che, a posteriori, ho ricostruito come “Kan jeg hjelpe deg?“. Era un gruppo di bambini del posto che ci chiedeva se avessimo bisogno di aiuto. La conversazione successiva somigliò più a una partita al gioco dei mimi piuttosto che a un dialogo, ma bastò quel gesto di empatia a riconciliarci col mondo e a sfatare il mito della freddezza delle popolazioni del nord.
Non capivamo una parola gli uni degli altri, ma le risate erano decisamente nella stessa lingua universale. Era quello il sorriso che ci portammo via e che avremmo sempre associato al ricordo di Bergen.