Benvenuti a Oslo
Benvenuti a Oslo, la capitale del Regno di Norvegia!
Siamo circondati dalla natura: dall’Oslofjord, un fiordo all’interno del bacino dello Skagerrak, a sud, alle montagne e alle colline nelle altre direzioni. 40 isole e 343 laghi costellano il territorio e ne fanno uno scenario unico in cui riescono a vivere circa 1.500.000 persone tra aree urbane e aree naturali protette.
L’isola più grande nella baia è Malmøya, con una superficie di 0,56 kmq, che è raggiungibile attraverso due ponti passando per l’isola di Ormøy. Invece, il lago più grande è il Maridalsvannet, con una superficie di 3,91 kmq, e per darvi l’idea della purezza dell’ambiente naturale, l’acqua del lago viene utilizzata per fornire acqua potabile a parte della città. Dal Maridalsvannet nasce il fiume più importante di Oslo: l’Akerselva dopo 9 km di corso, a tratti sotterraneo, sfocia nel fiordo di Oslo e sulle sue sponde sono presenti molto sentieri naturalistici.
Tutto questo vi serve a percepire come Oslo sia una grande città che è rimasta a misura d’uomo, dove anche le alci possono rifugiarsi quando sbagliano strada. Passeggiare per Oslo è un’esperienza piacevole e la maggior parte delle attrazioni sono raggiungibili a piedi. E se siete stanchi potrete concedervi del relax in una sauna galleggiante nella baia, alternando tuffi nelle gelide acque… tranquilli: gli abitanti giurano che sia un’attività salutare!
Il centro vitale e istituzionale si trova nella parte occidentale del centro, a partire dalla Karl Johans Gate, la strada principale dove si affacciano un gran numero di attrazioni turistiche, come lo Slottet (il Palazzo Reale), l’Università, il Parlamento e il Teatro Nazionale. Alle spalle dell’Università c’è il Museo di Storia.
A sud, l’area dell’ex porto di Aker Brygge è ricca di locali, bar, ristoranti e teatri, oltre a ospitare l’Astrup Fearnley Museum of Modern Art.
Tra le due zone sorge il Råduset, ovvero il celebre municipio nel quale viene consegnato il premio Nobel per la pace.
Procedendo verso est si incontrano la fortezza di Akershus, il quartiere di Qvadraturen (Quadrilatero), che fu il nucleo della città di Christiania nel 1624, il bellissimo Teatro dell’Opera in riva al mare e diversi musei degni di nota (vedi oltre il box con l’elenco dei musei della città) come il Museo Munch.
Vicino alla Stazione Centrale c’è la Cattedrale di Oslo (domkirke) e l’Oslo Spectrum, il centro per i principali eventi sportivi e culturali della città.
Grazie a un traghetto dal centro è possibile raggiungere la penisola di Bygdøy, ricca di aree verdi, parchi, sentieri alberatie spiagge. La parte a sud è occupata da residenze di lusso e locali. Qui ci sono alcuni importanti musei, tra cui l’emozionante Museo delle navi vichinghe.
Allontanandosi un po’ dal centro troviamo il Viglandsparken con le sculture di Gustav Vigeland, il museo di Vigeland, il museo di Munch, lo spettacolare trampolino da sci di Holmenkollen e il più grande Giardino Botanico di Norvegia con annesso Museo di Storia Naturale.
E questo è solo l’inizio: come si usa in questi contesti, mi verrebbe da dirvi di “perdervi” tra le vie di Oslo, ma vi assicuro che è impossibile, data la facilità con cui si cammina tra le sue strade ordinate e i numerosi punti di riferimento (la baia, il monte col trampolino, il palazzo reale, il fiume Akerselva, …) che vi permetteranno sempre di orientarvi.
Qualche cenno storico
Come al solito, eccovi qualche veloce scopiazzatura dai libri di storia al fine di capire meglio arte e architettura del luogo e mentalità degli abitanti, con la raccomandazione a consultare testi più autorevoli per i dettagli.
In zona sono stati rinvenuti reperti funerari antecedenti all’anno 1000, ma la vera nascita dell’insediamento urbano si fa risalire al 1048 ad opera del re di Norvegia Harald Hardråde, detto “lo Spietato“.
Quando l’ultimo re della dinastia Bellachioma, Haakon V salì al trono, nel 1299, stabilì la sua sede principale a Oslo anziché a Bergen, spostando, di fatto, la capitale del regno. E così rimase fino ai giorni nostri.
In effetti, però, dal 1375 al 1523 ci fu la dominazione Danese che vide Copenaghen assumere il ruolo di capitale e Oslo restare solo un governatorato. Successivamente, anche se assunse lo status di Regno, rimase di fatto dipendente dalla Danimarca e dal sui re. Nel 1624 la città fu distrutta da un incendio e non fu ricostruita nel posto originale, ma intorno alla fortezza di Akershus, a ridosso della baia. Il re Cristiano IV di Danimarca volle chiamarla come lui e quindi le diede il nome Christiania. Quando, nel 1814, la Norvegia si staccò dall’influenza della Danimarca, la città tornò a essere la capitale. Tre anni prima era stata fondata l’Università che richiamò molti giovani incrementando la popolazione che, nel 1850, superò Bergen. Negli anni successivi sorsero i palazzi istituzionali, come il nuovo Palazzo Reale e il Parlamento (Stortinget ).
Nel 1878 il nome fu nuovamente cambiato in Kristiania, per conferirle un accento più locale.
Finalmente, nel 1924 tornò a chiamarsi Oslo come l’insediamento originale, che fu contemporaneamente ribattezzato Gamlebyen (ossia città vecchia) e inglobato nella capitale.
Oslo si fece conoscere al mondo intero quando ospitò i giochi olimpici invernali del 1952 e fu teatro dei cosiddetti “Accordi di Oslo” del 1993 (Oslo I) e del 1995 (Oslo II) tra Israele e Palestina.
La scheda della città
- Regione: Østlandet
- Contea: Oslo
- Superficie: 454 km²
- Abitanti: 702.543 (dati 2022)
- Densità: 1.547,45 ab./km²
- Altitudine: da 0 a 632 m s.l.m.
- Nome abitanti: Osloenser, Oslokvinne/mann (in Italiano: cristianiani o ansloensi)
- Patroni: San Halvard Vebjørnsson
- Festa patronale: 15 maggio
- Codice postale: 0001–1299
- Time Zone: UTC+1
Oslo in inverno
Grazie alla Corrente del Golfo il clima di Oslo è più mite rispetto a quanto ci si aspetterebbe dalla sua latitudine, ma presenta sempre inverni freddi con temperature che vanno costantemente sotto 0°C da novembre a marzo.
Considerate le temperature calde dei locali chiusi, però, il consiglio è quello di vestirsi “a strati” o, per usare un altro modo di dire, “a cipolla“. Lo scopo è quello di potersi regolare in base alla situazione che ci si trova di fronte aggiungendo e togliendo agevolmente livelli di indumenti caldi intorno al nostro corpo.
Inoltre, il vento freddo aumenta la percezione del freddo, quindi va sempre previsto “uno strato antivento” e, considerando che il corpo disperde la maggior parte del calore attraverso le estremità, mai scordare guanti, calzini termici, sciarpa e berretto di lana.
Per quanto riguarda l’ombrello, l’ho trovato piuttosto inutile dato che molto spesso la pioggia a vento lo trasformava più in un piccolo deltaplano che in un riparo efficace.
Cosa vedere a Oslo
Non sono solo le temperature a fare la differenza durante l’anno: tra l’estate e l’inverno, la visita di Oslo può cambiare drasticamente per le esperienze proposte ai turisti, per gli orari di apertura di musei e attrazioni e anche per le chiusure stagionali che, specialmente in inverno, possono limitare le visite. La neve, il freddo, il vento, la poca luce e il ghiaccio dei mesi invernali potrebbero scoraggiare le passeggiate, quando invece l’immersione nelle atmosfere della città, a contatto con la sua gente, i suoi sapori e la sua musica, resta secondo me l’esperienza più vera.
Lasciando tutti i musei alla sezione successiva, ecco una rapida carrellata dei luoghi d’interesse per una visita della città. Alcuni di essi verranno ripresi negli articoli specifici che trovate nella sezione “Luoghi speciali si Oslo“.
Palazzo Reale
Sito web: kongehuset.no
Il Palazzo Reale, che in norvegese si chiama Det kongelige slott o Slottet, sorge in pieno centro e fu realizzato per re Carlo (che era Carlo III di Norvegia per i norvegesi e Carlo XIV di Svezia per gli svedesi poiché era il periodo del Regno di Svezia e di Norvegia), il quale, però, non vide mai l’opera terminata poiché fu inaugurato solo nel 1849, dopo la sua morte e l’insediamento di re Oscar I. Sebbene appaia di uno stile semplice rigoroso all’esterno, internamente si hanno ambienti ampi e sfarzosi, con contaminazioni barocche, rococò e neoclassiche. Sono degne di una visita la sala dei ricevimenti, la sala da ballo e la stanza di re Haakon VII, il primo re di Norvegia dopo la separazione dalla Svezia.
Purtroppo, le visite sono possibili solo da giugno ad agosto: verificate i giorni d’apertura sul sito ufficiale.
Fortezza di Akershus /Akershus festning
Sito web: visitoslo.com/it
La Fortezza di Akershus, è una struttura militare risalente al 1299, voluta da re Hakon V per utilizzarla come residenza reale ma anche come baluardo di difesa della città, data la sua posizione strategica nella baia. Si trova sul versante est del porto, circondata da aree versi che donano a questo posto un’atmosfera quasi fiabesca.
Se voleste programmare una visita in quest’area, considerate che ci vogliono almeno un paio d’ore per visitarne gli interni, in particolare le stanze reali, le prigioni e la cripta. Inoltre, all’interno del comprensorio, si trovano anche il Museo Novergese dell’Architettura e il Museo della Resistenza Norvegese.
Ci si arriva con la linea 12 e l’ingresso all’area è gratuito.
Oslo Domkirke / la Cattedrale luterana
Sito web: kongehuset.no
La Oslo Domkirke è la chiesa luterana più importante della città in quanto sede della Diocesi di Oslo della Chiesa Norvegese.
Pe una descrizione più dettagliata, vi consiglio di visitare la pagina dedicata.
Cattedrale di Sant’Olav / la Cattedrale cattolica
Sito web: kongehuset.no
La Cattedrale di Sant’Olav (in norvegese: Sankt Olav domkirke) è la cattedrale cattolica ed episcopio della diocesi di Oslo.
Pe una descrizione più dettagliata, vi consiglio di visitare la pagina dedicata.
Vigeland Park
Sito web: vigeland.museum.no/en/vigelandpark
Il “Parco delle Sculture” con annesso museo contiene un’esposizione di oltre 200 opere di Gustav Vigeland, che rappresentano uomini, donne e bambini in tutte le età e in tutti gli stati d’animo umani.
Inizia come un viaggio nell’arte ma diventa presto una scoperta di noi stessi e dei cicli della vita.
Per una descrizione dettagliata, fate riferimento all’articolo dedicato.
Rådhuset / Municipio di Oslo
Il palazzo simbolo della città, famoso perché ogni anno vi si consegna il Premio Nobel per la Pace. L’anima dell’edificio è la grande Hall (Rådhushallen) decorata con marmo e grandi dipinti murali raffiguranti la Norvegia e Oslo tra le due guerre e anche durante l’occupazione nazista.
Per i dettagli della visita, fate riferimento alla pagina dedicata.
Mercato di Mathallen, Telthusbakken e Damstredet
Se volete fare una passeggiata tra cucina, storia e religione, vi consiglio questo giro facile e pittoresco tra il Mercato di Mathallen, dove potree mangiare in una caratteristica food court, le stradine di Telthusbakken e Damstredet e le chiese di Gamle Aker kirke, la chiesa più antica della penisola scandinava ancora in piedi, e la Cattedrale cattolica di Sant’Olav.
Per una descrizione dettagliata dell’itinerario, fate riferimento all’articolo dedicato.
Aker Brygge
Aker Brygge non è solo il classico lungomare delle città costruite intorno a una baia, ma è anche una delle zone più vivaci di Oslo, con le terrazze dei caffè e dei ristoranti che fanno da oasi per molti turisti e cittadini, specialmente quando fa caldo. L’area si distingue per il modo in cui mette insieme elementi storici con architetture moderne. Non a caso, in questo quartiere c’è il Museo di Arte Moderna e Contemporanea Astrup Fearnley, realizzato su progetto del nostro Renzo Piano.
Un’altra attrazione di Aker Brygge è la torre di cristallo chiamata The Sneak Peak, (termine che richiama un picco, ma che viene anche usato in gergo televisivo per indicare un’anteprima, una sbirciata). Grazie a un ascensore, infatti, è possibile salire fino a un punto panoramico posto a 54 metri di altezza per una vista sulla città e sul quartiere.
Christiania Torv
Christiania Torv è una piazza poco distante dalla fortezza di Akershus. Può essere considerata l’epicentro dell’architettura storica di Oslo. Il suo centro ideale è costituito da una fontana a forma di mano che punta verso terra, a ricordo delle parole del re Cristiano IV quando, dopo l’incendio del 1624, giurò che la città sarebbe stata ricostruita a partire da questo luogo.
La piazza, che oggi è luogo di passeggio e locali moderni, è il centro del quartiere chiamato Kvadraturen, ovvero “quadrilatero” per via della disposizione geometrica delle direttrici che lo delimitano: la fortezza di Akershus, Grensen, la Piazza della Stazione (Jernbanetorget) e la piazza Egertorget.
Biblioteca Nazionale / Nasjonalbiblioteket
Sito web: nb.no
“Preservare il passato per il futuro” è il motto di questa biblioteca che, dal 1989, conserva tutta la letteratura prodotta in Norvegia per preservarne la memoria. Si tratta della biblioteca più grande della Norvegia, ma viene usato dagli abitanti di Oslo come oasi per passare il tempo. L’architettura, con i suoi ampi spazi luminosi, vale una visita, anche fugace.
Non è facilissimo trovare un posto per mettersi seduti, poiché è quasi sempre pieno di studenti.
Spesso vengono ospitate mostre o concerti.
C’è anche un bar e (ecco un’informazione che troverete utilissima) i bagni sono puliti!
National Theatre/Nationaltheatret
Il Teatro nazionale di Oslo è stato inaugurato nel 1899 ed è ancora oggi il più grande teatro di prosa di tutto il Regno di Norvegia. Nacque per iniziativa di privati e fu inizialmente amministrato esclusivamente con fondi privati. Successivamente, si aggiunsero fondi statali elargiti dal comune di Oslo.
Nel suo repertorio hanno sempre rivestito un ruolo di primo piano le rappresentazioni legate alla cosiddetta “trinità di autori norvegesi”, ovvero Henrik Ibsen, Ludvig Holberg e Bjørnstjerne Bjørnson. I loro nomi compaiono quasi perennemente sui manifesti affissi sulla facciata e le loro statue sono state messe a presidiare il teatro.
Davanti all’ingresso principale, infatti, si possono vedere le statue di Ibsen e Bjørnson realizzate da Stephan Sinding.
Una curiosità: gli abitanti di Oslo chiamano i piedistalli circolari su cui svettano le statue “fette di formaggio“.
Davanti al lato nord, invece, si trova la statua di Holberg, realizzata da Dyre Vaa. Accanto all’autore ci sono due personaggi delle sue storie: la coppia di domestici Henrik e Pernille.
Dal 1963, il teatro è stato il primo in Norvegia ad avere una scena secondaria nello stesso corpo dell’edificio.
Piazza dell’Università/Universitetsplassen
Arrivati quasi alla fine di Karl Johans Gate, a pochi metri dall’inizio della collina del Palazzo Reale, sulla destra c’è un imponente edificio neoclassico, con tanto di colonne doriche e frontone, quasi fosse un tempio. In realtà è un vero e proprio tempio della cultura, poiché è la sede del campus centrale dell’Università di Oslo e ospita la facoltà di giurisprudenza.
Fondata nel 1811 da re Federico VI di Danimarca sul modello dell’Università di Berlino, è l’università più antica della Norvegia e anche la più prestigiosa università scandinava. Riuscire a trovare la porta aperta per sbirciare l’Aula Magna sarebbe un piccolo miracolo, poiché vi si trovano alcune opere enormi (nel senso di “molto grandi”) di Edvard Munch tra cui “Il Sole”, i cui studi per la realizzazione sono visibili nel Museo Munch.
Di fronte all’edificio si può notare la statua di un uomo dall’aspetto fiero che si appoggia alla sua bicicletta: è Gunnar Sønsteby, un membro della resistenza norvegese durante la seconda guerra mondiale. La posizione non è casuale, ma riproduce una foto storica scattata il 9 aprile 1940: un giovane con la bicicletta stava in mezzo alla folla mentre i nazisti tedeschi marciavano su Karl Johans. Il ragazzo della foto non era probabilmente Sønteby, ma con lui si è voluto rappresentare tutti coloro che hanno combattuto per la libertà della Norvegia.
La foresta di Nordmarka
Questo non è né un museo, né un’attrazione turistica. ma vale la pena citare uno dei luoghi più amati dai cittadini di Oslo: la foresta di Nordmarka, una vasta area naturale a pochi chilometri dalla città, nella zona di Akershus, raggiungibile con i mezzi pubblici come treno, metro e bus, a soli 30 minuti dalla stazione centrale.
Si può scegliere di percorrere sentieri oppure girare in bicicletta tra corsi d’acqua e foreste con alberi secolari. In estate si può andare in campeggio, a pescare o in kayak, mentre in inverno ci sono bellissimi percorsi per lo sci da fondo. Una delle località più belle è il lago Sognsvann.
Piatti tipici di Oslo
Oslo, in quanto capitale del regno, è il crocevia di culture, tendenze e contaminazioni ed è la città che, più di tutte, si lascia tentare dalle novità per creare nuovi stili, nuove mode e, nel caso della tavola, nuovi sapori che sappiano valorizzare la tradizione culinaria e le materie prime rendendole più attuali.
Eccovi una carrellata di piatti tipici di Oslo da provare assolutamente…
Røkt laks – Iniziamo con il piatto più ovvio: il salmone affumicato. Sarebbe un sacrilegio non mangiarne, considerato anche che vi verrà servito in decine di varianti con ingredienti freschissimi e salse aromatiche per esaltarne il sapore.
GravetIaks – Come variante al precedente, c’è il salmone marinato servito con una salsa di mostarda delicata. Spesso adagiato sul pane bianco o nero.
Gammeldags sursild – Tipiche in tutto il nord, persino a colazione, le aringhe crude marinate vengono preparate in aceto e zucchero.
Lutefisk – Non vi fate condizionare dal sapore quasi stantio a cui siamo abituati e fidatevi di questo merluzzo, essiccato o salato (da noi più noto come stoccafisso), ammollato in acqua fredda per circa 5-6 giorni e insaporito in vari modi. Quasi sempre accompagnato da mostarda e patate.
Finnbiff – Carne di renna preparata con panna acida, funghi e pancetta, accompagnata quasi sempre dalle immancabili patate.
Pinnekjott – Carne di agnello o montone servito con purè di patate, verdure bollite e il grasso dell’animale.
Kjøttboller – Polpettine di carne macinata, che somigliano molto a quelle dell’Ikea, ma che, a differenza delle cugine svedesi, hanno una consistenza più granulosa e spiccano per le spezie. Vengono tipicamente servite con del brodo di carne.
Rakfisk – Anche se è un pesce l’ho inserito per ultimo perché richiede un po’ di… stomaco per essere mangiato. Si tratta di trota fermentata (quindi dall’odore e dal sapore un po’ forte) insaporita con panna acida, barbabietole e cipolle
Tilslorte bondepiker – Dolce a base di biscotti, mele e tanto burro.
Per mangiare a Oslo, avrete solo l’imbarazzo della scelta, tanti sono i locali e i ristoranti, ma attenti agli orari: qui si cena presto e potreste ritrovarvi a sentirvi dire che la cucina è chiusa. Un buon posto dove cenare è Grünerløkka, un quartiere giovane e vivace che potrebbe venirvi un po’ più incontro con gli orari e che offre una grandissima varietà di ristoranti e caffè.

Oslo Pride
L’Oslo Pride è il più grande e importante festival a carattere LGBTQIA+ di tutto il Regno di Norvegia. Si svolge generalmente a giugno e dura dieci giorni durante i quali si svolgono concerti, mostre d’arte, spettacoli, proiezioni di film, feste e dibattiti, sia di costume che di carattere politico. Tutta la città si trasforma e ospita piccoli e grandi eventi in un’organizzazione unica che termina nella grande e coloratissima Oslo Pride Parade del sabato.
Le persone a Oslo sono generalmente molto aperte nei confronti delle persone queer. La Norvegia è stata tra i primi paesi a introdurre leggi antidiscriminazione e dal 2009 ha adottato norme sul matrimonio neutre rispetto al genere. Tuttavia, è stata probabilmente la serie TV Skam e il suo successo internazionale a mettere davvero Oslo sulla mappa per le persone queer.
La scena queer di Oslo è molto diversificata e ben integrata nel resto della società. Noterai che molti bar e club sono frequentati sia da le persone queer, sia da persone etero. Ciò rende un po’ più difficile trovare spazi dedicati a un genere specifico.
L’occasione fa l’uomo…
Diario di Viaggio
Interagire con la gente di Oslo e con i servizi offerti dalla città e dai suoi musei mi ha scatenato una serie di riflessioni che, sono certo, volete sapere anche voi!
Di occasioni ce ne sono state tante, ma in particolare voglio raccontarvi la mia esperienza presso la Galleria Nazionale: essendo uno dei musei con biglietto più caro, ho fatto in modo di sfruttare il periodo di attività dell’Oslo Pass (quel timer sul cellulare che scorre all’indietro dal momento dell’attivazione è stata fonte di ansia, lo ammetto).
Una volta entrato nell’edificio, mostrato il QR Code dell’Oslo Pass e ottenuto il mio biglietto, mi sono diretto verso il guardaroba che, come in altri musei, è gratuito.
Qui, nella libertà di movimento più assoluta, ho trovato file di armadi e stampelle da utilizzare per lasciare il mio giubbotto… primo sguardo diffidente: “Ma nessuno che controlla? E se me lo rubano?“.
Vabbè… lo fanno tutti e quindi mi adeguo ma, per sicurezza, svuoto le tasche e mi dirigo verso gli armadietti a combinazione per cui avevo già messo da parte qualche moneta spiccia per l’attivazione… ah, no: gli armadietti non necessitano di monetina. Sono gratuiti.
Faccio una foto al mio cappotto per comunicare eventualmente con l’ufficio “lost & found” in caso di furto e vedo che un gruppo di persone mi guarda con un’espressione del tipo “E perché qualcuno dovrebbe rubare il tuo cappotto, scusa?“.
Mi rispondo da solo che “non si è mai troppo prudenti” e torno al piano superiore, nella lobby.
Chiedo al tizio all’ingresso, il cui compito sembra quello di salutare la gente che entra e ringraziare quella che esce, dove si possa acquistare un’audioguida. Confesso che, se avessi fatto una ricerca sul sito ufficiale del museo, mi sarei evitato l’espressione sconvolta del tizio che, dicendomi qualcosa tipo “e perché vorresti pagarla?” mi indica un cartello su cui c’è il QR Code per scaricarla gratuitamente.
Senza farmi troppe domande, procedo al download e all’installazione ma a quel punto mi accorgo di aver lasciato in hotel gli auricolari. Evito il tizio che saluta la gente e vado diretto al banco delle informazioni perché c’è proprio un simbolo a forma di cuffie. Dico loro che avrei bisogno di un paio di auricolari e me lo danno. Siccome il connettore non va bene per il mio smartphone, l’omino prende una scatola tipo ferramenta, con tanti scomparti, e sceglie un adattatore che mi permetta di utilizzare la cuffia col mio telefono.
Quando attendo per sapere se dovrò lasciare dei soldi oppure una cauzione oppure un documento, lui mi guarda interdetto e risponde una cosa tipo “Ma perché, dopo non me le riporti?“. Saluto, ringrazio e vado a fare la visita prima che cambi idea.
Sempre nella hall vedo un’altra risposta a una domanda mai fatta, ovvero “Se mi finisce la batteria del telefono, me lo faranno ricaricare?“: accanto al negozio del museo c’è una specie di torre con tante feritoie e in ognuna di esse c’è un piccolo power bank in carica.
Da quello che vedo, la gente passa e lo prede oppure passa e lo rimette a posto. Nessuno lascia denaro in cambio del servizio e nessun membro della security sta lì a impedire che qualche furbo faccia “la spesa”. Ok, già me lo immagino il tizio della sicurezza che fa l’espressione corrucciata e mi dice “E perché qualcuno dovrebbe portarsi via il power bank?” quindi scaccio il pensiero dalla mia mente, sfilo uno di quei cosi e lo appoggio al mio smartphone per far partire la carica a induzione mentre giro tra le esposizioni.
Potrei citarvi tanti altri di casi del genere che mi sono capitati in pochi giorni. Dai power bank, presenti in moltissimi posti turistici, a ciò che viene messo a disposizione negli hotel, nei musei, nei locali o nei luoghi pubblici.
Da parte di tutti ho trovato sempre il rispetto per le cose comuni e l’educazione verso il prossimo.
Vi posso dire che questo atteggiamento positivo è “contagioso”: dopo 5 giorni di permanenza nella capitale avevo cominciato anch’io a lasciare serenamente il giubbotto sulle stampelle libere dell’ingresso del locale senza starci troppo a rimuginare. Devo dire che è liberatorio non doversi preoccupare se ritroverai ciò che lasci.
Nelle orecchie immaginavo la voce dei miei connazionali che mi dicevano “In Italia sai quanti ce ne ritrovi?” e al tempo stesso quella dei norvegesi (che, per comodità, mi parlavano in italiano) che replicavano “E perché qualcuno dovrebbe portarlo via?“.
Perché avevo quel pensiero di protezione delle mie cose? Dai, provate a negare che l’avreste pensato anche voi! Provate a negare che anche a voi abbiano insegnato che “fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio” e, ancora peggio, che
“l’occasione fa l’uomo ladro“.
Devo ringraziare Oslo perché mi ha aperto gli occhi: a onor del vero, di italiani ce n’erano tanti, per la strada, nei ristoranti e nei musei, negli hotel come nei parchi o sui mezzi pubblici. Tutti lasciavano le loro cose, tutti restituivano le cose prese in prestito, tutti pagavano il biglietto del tram, tutti facevano la fila e tutti gettavano i rifiuti nel cestino giusto.
Non voglio credere che ci sia stata la selezione all’ingresso (anche perché probabilmente io non l’avrei mai passata!), quindi la risposta è un’altra: non è che la mentalità che ci portiamo dietro come popolo potrebbe essere frutto del modo in cui veniamo trattati o delle opportunità che ci vengono o non ci vengono date?
Forse, come avviene nell’educazione dei bambini, la risposta di una persona è commisurata alle aspettative che la società ha su di lui o su di lei.
Forse… ma dico forse… stiamo perdendo tante belle opportunità che potremmo cogliere solo dandoci una possibilità anche a casa nostra. Forse… ma dico forse…
l’occasione fa l’uomo onesto, l’uomo civile e l’uomo buono!
Forse potremmo credere di più in noi stessi e raggiungere livelli di civiltà e di servizi non ancora esplorati, ma che sono sicuramente alla nostra portata.
Musei di Oslo
Vi lascio un elenco dei principali musei della città con una breve sintesi delle esposizioni, in maniera tale che possiate selezionare quelli di vostro interesse per programmare una visita. Se siete affezionati visitatori delle pagine di Lallero e avete letto il libro “Il Metodo Lallero – dal sogno al viaggio“, il mio suggerimento già lo conoscete: dividete l’area cittadina in settori che intendete visitare nei vostri giorni di permanenza e tracciate le distanze, in modo tale che, posto un piano iniziale, possiate ripianificare al momento in base al tempo a disposizione e alle vostre forze.
Se avete acquistato l’Oslo Pass, molti dei musei sono inclusi gratuitamente o sono accessibili con uno sconto: questa potrebbe essere la discriminante per visitare o meno alcuni piccoli musei per i quali, altrimenti, il prezzo e la breve visita potrebbero essere un deterrente. Avendo l’accesso incluso e un tempo limitato, ad esempio, potreste selezionare “cosa” vedere di ciascun museo.
Galleria Nazionale
Sito ufficiale: nasjonalmuseet.no.
La Galleria Nazionale (Nasjonalgalleriet) è la collezione d’arte più famosa di Oslo, ospitata dal 2022 nel nuovo edificio del Museo Nazionale in centro a Oslo, nell’area di Vestbanen.
L’opera più famosa del panorama artistico norvegese esposto è sicuramente la versione più famosa de L’urlo (o Skrik in norvegese) di Edvard Munch, oltre ad altre opere dell’artista dipinte nei suoi primi anni di attività, come Pubertà (1894-95), Ceneri (1895) e La Danza della vita (1899).
Oltre a Munch, l’esposizione è un’ode alla pittura norvegese con artisti come Heinrich Christian Friedric Hosenfeldere e Thomas Fearnley. Ci sono inoltre opere di Van Gogh, Piacsso, Monet, Cézanne, Renoir ed El Greco.
Oltre alla pittura il percorso tra le diverse esposizioni vi condurrà attraverso manufatti di tutte le epoche, con alcune ricostruzioni storiche accurate, fino ad arrivare ai giorni nostri con uno sguardo anche al design e allo stile norvegese.
L’edificio che ospita il museo è spettacolare di per sé, collocato a due passi dal Municipio e da Aker Brygge, proprio di fronte all’imbarco dei traghetti. Il guardaroba, al piano inferiore, è gratuito, così come gli armadietti con combinazione, l’audioguida in inglese (scaricabile mediante un QR Code direttamente sul posto oppure mediante Play Store e App Store) e, se ve le foste dimenticate, le cuffie per ascoltarla dal vostro smartphone. Al primo piano c’è un caffè con una grande vetrata che offre scorci panoramici sul fiordo e sulla fortezza di Akershus.
Museo di Storia/Hisorisk Museum
Sito ufficiale: historiskmuseum.no
A due passi dal Palazzo Reale, in pieno centro, c’è un museo per appassionati di storia che si articola in percorsi interessanti attraverso i reperti preistorici e medievali ritrovati sul territorio norvegese.
Inutile dirlo: è la più grande collezione di reperti storici della Norvegia e quindi, se deciderete di visitarne uno solo in quest’ambito, fate che sia l’Historisk Museum di Oslo.
Gestito dall’Università di Oslo, il museo raccoglie testimonianze che partono dalla preistoria, passando per le civiltà egizia, greca, etrusca e romana, fino ad arrivare a quella vichinga, con elementi unici nel loro genere che, oltre a poter essere ammirati da vicino, suggeriscono informazioni importanti sullo stile di vita e i culti religiosi delle varie epoche.
Di particolare rilievo le mummie egizie, ma anche elmi, spade, monete, gioielli, suppellettili di uso comune e arte sacra. L’Archivio Runico costituisce un’importante documentazione per l’interpretazione delle iscrizioni fatte con le rune del periodo 1400-1500.
Non da ultimo, in fatto di interesse, è l’edificio nel quale il museo è ospitato, in Jugendstil, l’espressione artistica dell’Art Nouveau nel Nord Europa tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900.
Vigelandmuseet / Museo di Vigeland
Sito ufficiale: vigeland.museum.no.
Questo museo è un percorso nell’arte di Gustav Vigeland, lo scultore più famoso della Norvegia. L’esposizione mostra come l’artista creava le sue opere e aiuta a comprendere di più sul suo stile. Per questo, vale la pena visitare il museo prima di accedere al Vigeland Park per poterlo godere appieno con uno sguardo più consapevole.
Per arrivare al museo, potete utilizzare i tram 12 e 15, oppure il bus 20 fino alla fermata Frogner Plass. Per maggiori informazioni, vi rimando all’articolo dedicato al Vigeland Park.
Attenzione:
- Tra il museo e l’ingresso al Parco delle Sculture si può procedere esternamente al Frogner Park, per circa 10 minuti, oppure attraversare il parco con un sentiero di una ventina di minuti per godere anche di questo paesaggio.
- Attenzione agli orari: quando sono andato io, il museo apriva a mezzogiorno, rendendo difficile pianificare una visita la mattina presto prima di accedere al parco.
Museo di Storia Naturale/Naturhistorisk museum
Sito ufficiale: nhm.uio.no
All’interno del giardino botanico dell’università di Oslo, nel quartiere di Toyen, c’è il complesso di edifici che ospita il più grande museo di storia naturale della Norvegia. Un’esposizione curata nei minimi dettagli per un viaggio immersivo nella geologia, nella zoologia e nella botanica con un’incursione appassionante nei fatti della Terra e dell’ambiente.
Vedrete reperti preistorici di rara bellezza e ricostruzioni dettagliate, fino a trovarvi faccia a faccia con i dinosauri e con gli antenati della razza umana.
Vedrete pietre, minerali e cristalli di tutti i tipi e conoscerete le storie delle esplorazioni che hanno permesso di raccoglierli.
Conoscerete tutte le caratteristiche del nostro pianeta con mostre interattive e modelli 3D.
C’è anche una sezione (un po’ macabra, a parer mio, ma dettagliatissima nel suo allestimento) che riproduce tutti i possibili ambienti del mondo per collocarvi gli animali che li abitano.
Insomma, per chi è curioso e apprezza il genere, questo bellissimo allestimento, completo e curato nei minimi particolari, è un “must see” da mettere in programma. Indicato anche per chi ha bambini, che troveranno ambienti, modelli, interazioni e spiegazioni coinvolgenti e interessanti.
Munchmuseet / Museo di Munch
Sito ufficiale: munchmuseet.no.
Non si può venire a Oslo senza fare una visita alle oltre 26.000 opere di Edvard Munch, il più famoso pittore norvegese, autore di una serie di celebri dipinti dal titolo “L”Urlo“. In questo museo se ne possono vedere 3 versioni, bellissime e uniche, anche se la versione più famosa è esposta alla Galleria Nazionale.
Il museo è sulla baia, poco distante dalla stazione centrale e dall’Opera House. Con i suoi 13 piani è uno dei musei più grandi al mondo dedicati a un solo artista.
La fermata più vicina è Bjørvika dove passano i tram 13 e 19.
Per saperne di più, fate riferimento a questo articolo.
Museo di Arte Moderna e Contemporanea Astrup Fearnley
Sito web: afmuseet.no.
Il museo Astrup Fearnley è stato realizzato nel vivace e moderno quartiere di Aker Brygge per ospitare la Astrup Fearnley Collection, una collezione di arte moderna e contemporanea considerata una delle più significative per il Nord Europa. Ci sono opere di giovani artisti provenienti dall’Europa, dall’America, dal Giappone, dalla Cina, dal Brasile e dall’India. L’allestimento museale è molto vario e si arricchisce costantemente di mostre temporanee.
Il museo è ospitato in un edificio già famoso di per sé perché progettato dall’architetto italiano Renzo Piano nel 2012.
Il tetto in vetro a forma di vela copre i tre padiglioni espositivi. A sorreggere idealmente le vele ci sono colonne di cavi d’acciaio intrecciati che rappresentano gli alberi delle navi. Il colore grigio tutto intorno vuole ricordare il mare in tempesta,
Accanto all’Astrup Fearnley Museum c’è il parco di sculture Tjuvholmen, una galleria all’aperto di opere moderne con vista sul porto.
Kon-Tiki Museet
Penisola di Bygdøy.
Il Kon-Tiki è un’imbarcazione, che ricorda una grande zattera, con cui sei marinai riuscirono ad andare dal Perù all’Indonesia, attraversando l’oceano Pacifico. L’esposizione racconta questa impresa e la vita dell’esploratore Thor Heyerdahl. Il museo è abbastanza piccolo e la visita non porta via molto tempo.
Frammuseet / Museo Fram
Penisola di Bygdøy.
L’esposizione presenta i personaggi che fecero la storia intraprendendo le prime spedizioni artiche. La mostra, con riproduzioni e strumenti interattivi, racconta le difficoltà e i mezzi con cui i primi esploratori affrontarono le loro imprese. Ci sono anche due riproduzioni di navi utilizzate per solcare i ghiacci, tra cui la nave Fram che dà il nome al museo.
Vikingskipshuset / Museo delle navi Vichinghe
Penisola di Bygdøy.
La mostra è composta da tre imbarcazioni rinvenute nel diciottesimo secolo nel fiordo di Oslo: le navi risalgono a più di 1100 anni fa e furono seppellite in cumuli funerari con i loro reali perché li traghettassero nel mondo dei morti. In una parte del museo sono esposti i reperti recuperati dall’interno della nave Gokstad.
La nave Oseberg sia stata utilizzata per il funerale della regina Åsa.
L’esperienza si completa con un video sull’era dei vichinghi.
Verificate l’ubicazione perché quando sono andato io c’era l’avviso che sarebbe stato trasferito in una nuova sede.
Muoversi a Oslo
L’Aeroporto internazionale di Oslo-Gardermoen è posto a una quarantina di chilometri dalla città, è hub sia per la Scandinavian Airlines System, sia per la Norwegian Air Shuttle, facendone il primo aeroporto della Norvegia, il secondo della Scandinavia e il 19° d’Europa. Il codice IATA è OSL.
Per arrivare in città, oltre alle consuete possibilità offerte dall’auto a noleggio e dal taxi, si possono utilizzare i treni: l’aeroporto è collegato a una stazione ferroviaria da cui si può raggiungere la stazione centrale di Oslo mediante i treni regionali della compagnia ferroviaria statale norvegese NSB oppure tramite l’Airport Express (della compagnia Flytoget) che coprono la distanza in circa 20 minuti. Per informazioni e acquisto di biglietti potete fare riferimento al sito ufficiale, dove viene spiegata anche la possibilità di stampare a bordo treno l’etichetta bagaglio per risparmiare tempo in aeroporto.
Per acquistare i biglietto e avere un contdown in tempo reale alla partenza successiva, vi consiglio di scaricare l’APP ufficiale di Flytoget. Alternativamente, si può viaggiare ticketless semplicemente appoggiando la propria carta di credito al lettore del tornello d’ingresso.
Chiaramente, i treni regionali sono più economici ma potrebbero fare più fermate: verificate tratte e prezzi sul sito ufficiale di VY.
Come alternativa al treno ci sono le compagnie di autobus, come i Flybussen che partono frequentemente per tutte le 24 ore e collegano l’aeroporto al centro città in 40-50 minuti. Per tratte, orari e prezzi, consultate il sito ufficiale. Le altre compagnie di bus sono disponibili in questa pagina.
Se siete in aeroporto solo per una connessione e dovete restarci per qualche ora, sappiate che al terminal è disponibile un servizio di deposito bagagli che consiste in circa 200 armadietti di diverse dimensioni in cui poter lasciare ciò che vi ingombra e concedervi un giro veloce della città. Per info e prezzi, consultate questa pagina.
I treni da tutta la Norvegia arrivano ad Oslo S, la stazione centrale di Oslo aperta dalle 4.30 del mattino all’1.1 della notte.
La “S” sta per “Sentralstasjon” ed è la stazione più grande di tutto il sistema ferroviario della Norvegia.
Ha 19 binari, tra cui una linea ad alta velocità gestita da Flytoget verso l’aeroporto internazionale. Da qui partono anche treni verso la Svezia.
È a pochissima distanza da moltissime attrazioni turistiche, come l’Opera House o, la Cattedrale di Oslo.
La stazione si completa con un centro commerciale molto grande con negozi, supermercati, bar e ristoranti.
Il sito ufficiale oslo-s.no.
Fare i biglietti in stazione è semplice, mediante i terminali (disponibili in inglese) o la biglietteria con l’operatore disponibile per le informazioni.
La compagnia di treni e pullman nazionale Vy s occupa del trasporto verso le varie aree di Oslo, con treni locali, e verso la maggior parte delle destinazioni della Norvegia come Bergen, Kristiansand, Stavanger e Trondheim, con treni regionali.
Per conoscere tratte e orari è possibile consultare il sito vy.no oppure utilizzare l’APP ufficiale della compagnia, disponibile su Play Store o App Store.
Per chi fosse solo di passaggio e volesse visitare Oslo in tutta libertà, è disponibile un servizio di custodia bagagli con prezzi diversi a seconda delle dimensioni e del tempo di noleggio degli armadietti. Potete consultare orari e tariffe in questa pagina.
Oslo Pass
Un’alternativa per chi pensa di utilizzare spesso i mezzi pubblici e non ha intenzione di stare a contare le corse è l’Oslo Pass, che offre anche vantaggi per quanto riguarda il panorama culturale della città.
Con l’Oslo Pass è possibile infatti spostarsi con metro, tram, autobus o treno locale senza limiti nella rete di trasporti della compagnia Ruter nelle Zone 1 e 2. Inoltre, l’Oslo Pass è valido sui traghetti per Bygdøy, le isole del fiordo di Oslo, e Nesodden.
È inclusa anche la linea 505 per il parco divertimenti TusenFryd.
Attenzione: il treno espresso Flytoget e la navetta Flybussen per l’aeroporto di Oslo/Gardermoen non sono inclusi nell’Oslo Pass mentre, se si volesse utilizzare il treno locale della Vy, è comunque necessario acquistare un’integrazione per le zone 3 e 4 che non sono incluse.
A giustificare il prezzo, oltre al traporto pubblico, ci sono le convenzioni, che vanno dall’ingresso gratuito nella maggior parte dei musei e delle attrazioni della città a un elenco di sconti e riduzioni per attività, eventi, locali e ristoranti. Sono disponibili tagli da 24, 48 e 72 ore.
Potete vedere una panoramica di tutti i vantaggi in questa pagina, mentre in questa pagina potete conoscere i prezzi dell’Oslo Pass.
Per l’acquisto consiglio di utilizzare l’APP ufficiale: “Oslo Pass – Official City Card“, disponibile per Android e iOS. In alternativa, potete rivolgervi all’Oslo Visitor Centre, al centro servizio clienti di Ruter, o chiedere presso il vostro hotel, tenendo presente che molti esercizi vendono la card solo nei mesi estivi.
L’APP, comunque, vi servirà, quindi vi consiglio di fare tutto con questo canale: una volta installata dovrete acquistare il taglio che vi interezza (1,2 o 3 giorni) e attivarla al primo avviso: da quel momento avrete sempre con voi:
- un timer che vi ricorda quanto manca alla scadenza dei privilegi acquistati;
- un QR Code da mostrare alle biglietterie dei musei per accedere gratuitamente o con sconto;
- un QR Code da mostrare al controllore del trasporto pubblico in caso di controllo.
A mio modestissimo parere, se siete in visita per un numero limitato di giorni e avete in programma di visitare diversi musei e di spostarvi in bus e metro, vi consiglio l’Oslo Pass, sia per la comodità di accesso alle attrazioni, sia per il costo dei mezzi di trasporto, che altrimenti andrebbero sommati al budget quotidiano.
Un consiglio da amico: non noleggiate un’auto per girare Oslo. Allo stesso modo, potete evitare i taxi.
Chiaramente, si tratta dei mezzi più veloci per arrivare da un puto A a un punto B, ma siamo a Oslo: le distanze non sono impossibili, i taxi costano e i mezzi pubblici sono più che efficienti per garantire lo spostamento ovunque.
Se foste incerti sul miglior modo di andare dal punto A al punto B, il mio personale consiglio è quello di installare l’APP della Ruter, l’azienda pubblica norvegese col compito di gestire il trasporto pubblico locale per le contee di Oslo e Viken.
L’app, riconoscibile per un cancelletto bianco su sfondo rosso o viceversa, aiuta a tracciare tutti i percorsi possibili dalla partenza alla destinazione utilizzando metro, bus, tram, treni e traghetti.
Fornisce i tempi di percorrenza, gli orari di partenza, i prezzi e, nella maggior parte dei casi, permette anche di procedere all’acquisto del titolo di viaggio dematerializzati.
L’APP è disponibile sul Play Store e sull’APP Store.
Qualora non voleste scaricare l’APP, il Journey Planner è disponibile anche online in questa pagina.
Se volete scaricare le mappe di metropolitana, tram, bus, treni locali e traghetti, potete trovare i PDF ufficiali aggiornati in questa pagina gestita proprio dalla Ruter.
In norvegese viene chiamata Oslo T-Bane ed è la metropolitana di Oslo, il principale sistema di trasporto pubblico veloce della città. Di proprietà della società Ruter, è composta da 5 linee(più una in via di completamento) che collegano capillarmente tutte le aree urbane.
La metro è in funzione tutti i giorni della settimana dalle 5.30/6.00 a mezzanotte con una frequenza di circa 10 minuti durante il giorno e 30 minuti dopo le 21.00.
Ricordo le attese sconsolate e rassegnate quando, da studente, dovevo tornare a casa da Porta Pia: l’orario del passaggio dell’autobus era pura opinione e ogni volta che finalmente si palesava c’era l’assalto alla dirigenza, non avendo certezza di quando sarebbe passato quello successivo. Ma Oslo non è Roma: gli stessi abitanti di Roma sono distribuiti in tutto il Regno di Norvegia e quindi la capitale può permettersi il vanto di un sistema di bus e tram così efficiente da spaccare il minuto rispetto alle tabelle orarie dei passaggi. E se una vettura è piena, la frequenza con cui passano mi permette di attendere la successiva senza soffrire i silenzi delle immeritate solitudini che provavo da ragazzo.
C’è da dire che i biglietti di corsa singola (validi un’ora e mezza dal momento del primo utilizzo) sono cari arrabbiati rispetto ai nostri standard (una corsa singola piuò costare dai 3,5 € ai 5 €), ma…
- se i biglietti si acquistano prima anziché rivolgersi all’autista, costano una ventina di NOK in meno;
- sono disponibili biglietti giornalieri che convengono se pensate di utilizzare almeno 4 corse nella giornata;
- sono disponibili biglietti settimanali che convengono se pensate di utilizzare almeno 9 corse nella settimana.
Ci sono anche biglietti mensili e annuali, ma non credo interessi a un turista. Se foste interessati, potete verificare le tariffe aggiornate su questa pagina di visitoslo.com. Per acquistare il biglietto dematerializzato (e pagare meno rispetto all’acquisto in vettura), utilizzate pure l’APP Ruter (vedi la sezione “Il trasporto pubblico“)
I taxi a Oslo sono cari, anche se in modo onesto: seguono delle precise regole di tariffazione e normalmente non giocano a spennare il turista in difficoltà, ma comunque sono cari. Si parte da una tariffa base che cambia se si ferma la vettura in modo autonomo o se lo si chiama con il telefono o con l’APP e poi si procede con una tariffa a tempo e a chilometro.
Di certo, però, in determinati momenti, occasioni, orari o parti della città resta il mezzo più raccomandato, specialmente in inverno la notte, quando il trasporto pubblico è ridotto al minimo del servizio e il fondo stradale è ghiacciato.
A differenza di altri posti, non c’è un colore tipico di taxi: potrete trovare ogni tipo di macchina con colori diversi tra loro. Come segno distintivo, sul tettuccio c’è l’insegna che riporta la scritta “Taxi“. Se l’insegna è illuminata, il taxi è libero.
Normalmente potrete trovare taxi a disposizione vicino alle stazioni o all’uscita dei luoghi di attrazione turistica.
Per le strade, l’insegna dei taxi riporta spesso la scritta in norvegese: “Drosje“.
La maggior parte dei tassisti parlano inglese e accettano la carta di credito (potrebbero chiedervi di verificarne la validità a inizio corsa). Il costo della corsa non si contratta, ma è normale chiedere una sorta di “preventivo” prima di salire a bordo per non imbattersi in sorprese.
Il costo per andare in Aeroporto di aggira sull’equivalente di 80-90 euro ed è molto meno rapido del treno, quindi ve lo sconsiglio fortemente.
Per chiamare un taxi si va dal classico gesto del braccio alzato quando ne beccate uno che cammina in strada, alla telefonata a una delle compagnie, alla più comoda APP: ce ne sono diverse, ma la compagnia principale è Oslo Taxi, che risponde al numero 02323 o alle richieste fatte con l’APP TaxiFix su Play Store e App Store.
In alternativa, è possibile verificare tutte le offerte di taxi tramite l’APP ufficiale della compagnia nazionale dei treni e pullman Vy, disponibile su Play Store o App Store.























